mercoledì 31 maggio 2006

E' facile illudersi di poter solo immaginare cosa sia la felicità. In realtà essa concede solo mistiche apparizioni, apparizioni che raramente ti riguardano o ti appartengono. Oggi ho riflettuto sull'esistenza di alcuni concetti, e di una cosa sono certo: l'eternità di qualunque condizione non esiste, non esiste la stasi, e non esistono condizioni di eguaglianza... non esistono molte delle condizioni che immaginiamo, non esiste per noi ciò che vorremmo. E non è un male, perchè la vita non è un mercato, e alla vita non possiamo chiedere nulla più di ciò che ci è stato preparato. Non è malinconia questa, solo consapevolezza, e consapevolezza dal sapore socrateo, è un essere consapevoli di non poter essere consapevoli. Mi manca quasi tutto... notte...

martedì 30 maggio 2006

Il giorno dopo... ed è un giorno di grande amarezza, di sconforto. Mi sforzo di avere fiducia in questa terra, mi sforzo di giustificare, ma non giustifico. Siamo un popolo di "Tafazzi", amiamo essere sfruttati, strumentalizzati.. e non è la prima volta che picchio il muso contro certi atteggiamenti, in fondo potevo aspettarmelo. Non ha senso il sacrificio, non ha senso alzare la voce quando sono questi i risulatati. E non avranno più senso per me le lamentele della gente, perchè qui la gente gode ad essere in questo stato, e non avrò nulla da ridire quando il Governo centrale taglierà le spese, perchè non meritiamo denaro da sprecare. Continuiamo a credere che la mafia non esiste, bene così. E allora non esiste neanche lo Stato di diritto, la Sicilia intera non esiste. Siamo un'illusione.
Per l'inutilità di questa affermazione aggiungo che le elezioni in ogni caso non sono state regolari: intervistati da un giornalista locale, davanti alle telecamere, tre su cinque pescatori hanno affermato di aver votato in cambio della promessa di un posto di lavoro. Magistratura, sveglia!

Oggi per fortuna però almeno il mio egoista microterritorio ha di che gioire, perchè oggi è un ritorno, una piccola parentesi che si chiude, e alla quale ho riservato molto spazio in questi giorni, velata dalle parole e ispessita dai silenzi... Buon viaggio, e ovunque tu decida di andare troverai sempre un'anima ad aspettarti impaziente...

lunedì 29 maggio 2006

Come teorizzava Peppino Impastato, a noi siciliani la mafia ci piace. E teniamocela...

domenica 28 maggio 2006

Mattina tranquilla, che segue una notte tranquilla, che segue una sera tranquilla... tutto tranquillo, tutto semplice.
E oggi rischia di diventare un giorno importante pure per quest'Isola bistrattata, soggiogata più dal fascino che esercita e ha esercitato nei confronti del mondo intero e delle varie civiltà più che dalla mafia. E oggi si torna al voto, e sarebbe azzardato sfornare pronostici. Perchè oggi non si decide di cambiare, come si dice. Non si decide di dare un taglio con il passato, non si decide l'interruzione di un vortice. Oggi semplicemente la Sicilia si interroga, e si mette alla prova essa stessa. Saremo pronti ad accettare una terra di giardini in fiore e di frutti profumati, o in fondo preferiamo il terrore del padrone di turno, di una legge non scritta che ci portiamo dentro...? Nessuno di noi è esente da colpe fin quando non trova il coraggio di dare la vita per questa terra e per il latitante più ricercato: la legalità. Allora visto che coraggio non ne abbiamo, cerchiamo almeno di compiere una scelta responsabile in quel metro quadro di cabina. Impossessiamoci di quel metro quadro, sottraiamo almeno quello a chi ha l'abitudine di colonizzarlo. Scelta responsabile vuol dire assumersi la responsabilità di una croce, in tutti i sensi. A me non interessa osservare un improbabile "cambiamento" repentino. Io voglio che la Sicilia si interroghi, che si metta alla prova. E nel mettere quella croce, ricordiamo chi ha avuto quel coraggio che noi rifiutiamo, facciamolo per peppino impastato, per placido rizzotto, per i morti di portella della ginestra, per i magistrati livatino, falcone e borsellino, per le migliaia di Anonimi... facciamolo per loro, che hanno avuto il coraggio di amarla davvero questa terra, e di amare anche noi... buon voto.

venerdì 26 maggio 2006

Passano così queste giornate, nell'incertezza di un non sapere che diventa pesante.. scandite dai tentativi, innescate dalla speranza di un contatto che riesce... Cerco di realizzare che le relazioni stanno dentro di noi, non tra noi.. e inganno le ore così, tra un tentativo e un sms, certo del fatto che dall'altra parte qualcuno raccoglie questi istanti pesanti, questi attimi di sollievo sintetico. Chissà che la prossima non sia la volta buona...

giovedì 25 maggio 2006

Alla fine, inaspettatamente, è andata, più che bene... e queste righe sono per ringraziare i sostenitori e per complimentarmi con quanti hanno affrontato, con successo equivalente, la fatica odierna...
Purtroppo non ho intenzione di godere appieno di questi momenti: una parte di me non sta bene. Per farvi capire potrei dire che è la parte di me esterna a me, ma direi una grande inesattezza, perchè in me soffre la parte di me più profonda, l'unica parte di me che merita considerazione, quella capace di formarmi e di riflettermi, l'unica parte di me che vale qualcosa... passeranno presto questi momenti, io ci credo... ma ancora una volta, come avevo occasione di riflettere nei momenti in cui gli esami non si caratterizzavano per la loro percentuale di successo, la mia scala di valori è sconvolta. E un esame andato male non mi impressiona più di tanto, così come uno andato più che bene... almeno ho un'occasione per essere coerente... Mi tocca stringere i denti, e aspettare...

mercoledì 24 maggio 2006

Di una cosa adesso sono certo: non sarò mai completamente un Signor Tentenna...
Carmen Consoli, Signor Tentenna

Carissimo signor Tentenna
non è facile assumersi il rischio di una scelta
e servirsi addirittura di parole proprie,
mimetizzarsi e vivere di luce riflessa
in fondo ad acque torbide
tra miseri inganni e menzogne,
complessi di inferiorità,
ingombranti manie di grandezza.

Signor Tentenna non è motivo di vergogna
il non saper centrare alcun bersaglio,
l'aver mancato l'ennesimo colpo irrimediabilmente.

E ben poco importa se tua moglie
non fa altro che piangere
ossessionata dal sentore
dei tuoi numerosi tradimenti,
ingurgita ignoti dolori
ed elevate dosi di calmanti.

E' ormai consuetudine, Signor Tentenna,
perdersi d'animo, non essere all'altezza
delle proprie ambizioni
e sgomitare per distinguersi dal branco.
L'ignoranza è un non trascurabile complesso,
una voragine, la si può occultare nel silenzio
scansando il pericolo di un mite confronto diretto.

Signor Tentenna non è motivo di vergogna
il non poter vantare alcun talento,
l'aver rincorso l'ennesimo treno inutilmente.

E ben poco importa se tua moglie
non fa altro che piangere
ossessionata dal sentore
dei tuoi numerosi tradimenti
e in fondo non ha tutti i torti
e non è affatto un caso se
amanti, amici e sogni si dileguano,
il cane sul balcone aspetta da mesi
il privilegio di una passeggiata
eppure la sera fedelmente esulta
al tuo rientro.

E ben poco importa se tua moglie
non fa altro che piangere
ossessionata dal sentore
dei tuoi numerosi tradimenti
e in fondo non ha tutti i torti
e non è affatto un caso se
amanti, amici e sogni si dileguano,
il cane sul balcone aspetta da mesi
il privilegio di una carezza
e intanto tua figlia ti chiede
perchè mai sia così misera la vita.

martedì 23 maggio 2006

Dov'è che si smette di ragionare e si comincia a vivere? Dove possiamo lasciare a terra i timori e raccogliere minuti di vita? Dove possiamo rinunciare alle agende e ai calendari e trovare gli amici all'improvviso? Io, come sempre, non so trovare una risposta, ma sono stanco. E credo che stanchi lo siamo tutti. A mantenermi vivo credo sia ormai la quotidiana esperienza di condivisione, e certo non è poco. Tuttavia l'inflazione dei pensieri non sempre è un'amica, poichè regala il nobel ai geni, molta confusione all'uomo medio come me. L'illusione più crudele è credere che ci sia qualcosa di insostenibile, e resta un illusione, perchè se fin oggi abbiamo sostenuto tutto, certo non possiamo scommettere sull'esistenza dell'insostenibilità.. Ed è un'illusione tragica poichè ti dà la possibilità di avvertire tutti i tuoi limiti, non ti concede però il lusso di provarli, ed è un limbo del quale non si intravede l'uscita, che però c'è. L'inflazione dei pensieri non è amica, perchè non concede la possibilità di condividere tutto, e qualcosa la ritrovi nelle tasche, sulle spalle, o incisa sulla pelle. Strano stato d'animo questa sera. Che sia ciò che chiamano paura? Può darsi, ma cosa importa, in fondo conta poco sapere cosa ci sia nello zaino quando bisogna comunque trasportarlo. Si arriverà alla destinazione, e forse lì sarà dato esaminarne il contenuto...

lunedì 22 maggio 2006

Questo doveva essere un altro post. Tante volte ho detto che il blog può divenire un'arma a doppio taglio, e sulle sue pagine possono finirci pensieri sfuggiti, istanti di incertezza... Sarebbe accaduto anche oggi se queste parole non avessero preso il posto di quelle che immaginavo. E' facile cadere schiavi dell'inquietudine, ma solo fin quando non si riesce a svelare il volto di quell'inquietudine che ci sequestra. A me è bastata une breve chiacchierata per capire che non ero prigioniero degli eventi da me ritenuti ineluttabili, incontrastabili, inarrestabili e rivelatisi invece imprevedibili. A tenermi ostaggio solo uno stupido silenzio, tutto meno grave di quanto mi sarei aspettato. E il post funesto che rimuginavo minuto dopo minuto diventa invece il saluto alla tranquillità ritrovata. Per molti le giornate cominciano quando il sole sorge, o quando squilla la sveglia... le mie no, le mie cominciano con un saluto, e con una voce amica... e, come oggi, capita che quella voce arrivi più tardi del solito.. nessun problema, la mia giornata comincia alle 18 oggi, e non importa la quantità del tempo che vivo. E sapere che la giornata può cominciare quando mancano poche ore alla sera è una grande conquista se ricordi che il tuo sole ha smesso di sorgere per anni, la sveglia si è ammutolita per mesi, mesi su mesi... e tutto è ancora più triste quando ricordi che bastava scostare una tenda, riparare qualche ingranaggio... oggi è diverso, e lo vedo il sole... ecco l'estate della mia vita... grazie :,)

domenica 21 maggio 2006

La soluzione, banalissima, si trova più giù... è nella volontà di voler inventare per me un momento speciale... dei lettori di questo blog non so quanti saranno in grado di trovarla, confido nell'eperienza dell'ing. liotrotu... se non capite è normale :)

Nyyben, frzcyvprzragr ub cbpn ibtyvn qv crafner dhrfgn fren, yb fghqvb zv fgn nffbeoraqb... r qhadhr ynapvb dhrfgn fsvqn: y'novyr fbyhgber qv dhrfg'nepnab zvfgreb tbqeà qv han pran va zvn pbzcntavn r n zvr fcrfr!!! Cre dhrfgb fcreb va han fbyhgevpr cvù pur va ha fbyhgber :) ohba qviregvzragb!!! ebg13=rot13

buonanotte!!!
Passato remoto, Francesco DeGregori

Il più bel sogno fu
il sogno non sognato
E il miglior bacio
quello non restituito
Ed il più lungo viaggio fu quel viaggio
che non fu iniziato
E fu senza saluto
il più compiuto addio

Consegna il mio stipendio al dio dei ladri
raccogli le mie vesti e spargi il sale
Se vuoi ti puoi tenere i libri e i quadri
oppure puoi buttarli tu
Il più bel giorno fu
il giorno consumato
Ed il più dolce fiato
quello trattenuto
Durò una vita intera
l'ultimo minuto
E non fu mai passato
il tempo che passò

Quel pomeriggio che ti ho detto "Scusami
ma qualche volta chiamami anche tu"
E ancora adesso non ci posso credere
che non ti avrei rivisto più

sabato 20 maggio 2006

...e alla fine aveva capito che non aveva ancora iniziato...

venerdì 19 maggio 2006

E' andata... e le ossa non sono rotte, anzi, un'ombra di serenità mi avvolge come capita di rado, sarà forse che al mio mezzo successo si sono aggiunti quelli pieni di Mari e Tere... è una bella sensazione...
Dicevo di un'ombra di serenità, forse i motivi sono diversi. Questa è una notte particolare, lo so, per una tra voi, e lo è anche per me. E' bello lasciarsi senza un addio, è bello salutarsi con un "ci sentiamo dopo, ci sentiremo ogni istante...", è bello... E allora questo post è per una duplice fragilità malcelata, di due persone che non sanno cosa stiano facendo, di due volti in fondo sgomenti ma che tuttavia insistevano per un "coraggio" vicendevole, in sorrisi che forse erano più smorfie, in gesti quasi da ultima volta... Se non avessi il cuore sereno, e forte di un affetto indicibile, direi "che ne sarà di me da domani?" E invece sarà come oggi, e pure meglio. E quel saluto è l'inno ad un ritorno alla normalità. Saremo di nuovo a una notte di distanza, una notte lunga meno di una mano tesa, una mano nata dall'esperienza di notti difficili. Nulla più come prima, il fiorire di un affetto palpabile. Quante ne dovremo vivere di difficoltà nella nostra privilegiata condizione di "animae", che non è un genitivo ma solo un'invenzione che racchiude due cuori in un respiro, e nello stesso respiro. Lo percepite questo suono? Coraggio, perchè oggi è più facile essere forti, è l'esperienza che forgia la falce, e la stessa esperienza annichilisce l'erba. Coraggio, perchè abbiamo sperimentato. Coraggio, perchè è facile credere che da domani tutto possa diventare più facile, e non è un tributo alla riacquistata normalità, piuttosto il dolce ricordo di mille mani, sempre le stesse due, che si stringono, che si ripetono "coraggio". E' arrivato "quel" momento, ed è un momento che si può affrontare con un sorriso intimo, perchè finalmente "ci" siamo di nuovo... Aggredisci quei chilometri domani, e da domani quell'inezia che chiamano "Roma" potrai intingerla nel latte della mattina, e divorarla... persino con gusto, credimi... e abbi fiducia in me, pur se non la merito...

giovedì 18 maggio 2006

Dovessi descrivere il mio stato d'animo stasera mi darei fastidio da solo, perciò semplicemente grazie a tutti e scusate, domani comunque vada sarà diverso... buonanotte...

mercoledì 17 maggio 2006

Alla fine è bella pure quest'angoscia, questo non potersi rendere conto di ciò che ci è preparato per domani. Comunque vada sapremo ritrovare un senso tra i cocci degli avvenimenti, sapremo pure giustificarci o giustificare.
Ripenso a quando, qualche settimana fa, scrivevo che la gerarchia dei miei valori è mutata radicalmente, e rimedito quelle parole: in fondo non potrò dire di gioire di un eventuale mio insuccesso, tuttavia scalerò quella gerarchia e troverò conforto a sfere più alte, e tornerà il sorriso, amaro il primo giorno, consolato il secondo... pieno e sincero il terzo...
Gerarchia... e questo termine assume un peso non indifferente in questi giorni, e viene automaticamente ricollegato ai profili formale-procedimentale e assiologico-sostanziale... e anche in questo sproloquiare dotto non ritrovo nemici. In fondo attimi di angoscia misti a serenità diffusa devono caratterizzare queste giornate preesame, ne vivremo ancora tanti.
A me basta sapere che in quest'orgia di sfere competenziali, valori e gerarchie non sono solo caratteri stampati su un libro, e che in fondo qualche istante di eterocontemplazione vale più di una nozione, anche se poi il culo all'esame non me lo salvo con l'eterocontemplazione, ma questa è un'altra storia... buonanotte...

martedì 16 maggio 2006

Alla fine, come previsto e sperato ce l'avete fatta tutti, e complimentarsi è poco. Ho cercato come ho potuto di starvi vicino, spero abbiate percepito e apprezzato...
Per quanto riguarda le mie giornate, sono le classiche preesame: libri, divano, fiducia e sfiducia a momenti alterni... quest'ora è già quella dello sfinimento, perciò mi posso accontentare di queste poche parole e di augurarvi una notte serena...

lunedì 15 maggio 2006

Le giornate tornano ad essere calde, e le serate tiepide... e in questo momento una finestra aperta al mio fianco non mi disturba, una brezza fresca mi sfiora i piedi, e le spalle. Dimenticata aperta da non so chi non mi fa alzare... che resti aperta, anche tutta la notte.
Il calore di queste giornate è eterogeneo, è un caldo d'estate come di ansie, di fatica come di sconforto. Tuttavia intravedo mille soluzioni. Domani si ritorna a gustare il sapore della cattedra vista dal lato dell'esaminando, ma non tocca a me... ad ogni modo mi sento coinvolto, e attendo trepidante. Si ricomincia con i vostri successi, mentre a me pare solo di succedere, da uno stato all'altro, detronizzato un istante e incoronato quello successivo... e non è male.
Sono giorni di studio, nei quali diventa obbligatorio cercare di recuperare ciò che si è preferito lasciare all'ozio nelle settimane trascorse. Passeranno anche questi, e alla fine potremo tirare le somme, se manca qualcosa... è il resto, mancia.
Da tanto una telefonata non superava i sessanta minuti... oggi celebro anche questo, ed è un avvedersi del ritorno alla vita, un continuo ricordare che le cose sono evolute, ed evolvere forse vuol dire volgere al meglio... quindi non sono cambiate "le cose", sono evolute... e anche per questo un grazie smette di giacere tra atri e ventricoli che non funzionano e giunge qui, per risuscitare da questi pixel e andare a trovare il legittimo proprietario...

domenica 14 maggio 2006

Voleva solo correre sulle moto, in pista, da professionista. E l'ho visto crescere, determinato, sfrecciare su ogni sorta di veicolo a due ruote, l'ho visto partecipare a qualche gara, finire sulle riviste del settore in qualità di astro nascente, l'ho visto divertirsi e fare di quella passione la sua vita. Poi l'ho rivisto, e l'ho rivisto su un camion, un mezzo ben agghindato, col nome, e il numero che non si sa a cosa possa servire... adesso trasporta frutta, e si consola credendo "tanto sotto il culo ho sempre un motore importante...". Non chiedetemi come certe cose possano accadere, e non chiedetemi neanche se ho rivisto in lui un po' di gioia negli occhi... perchè certamente risponderei di si. E allora? Niente, solo un attimo di sconcerto... e il fascino di una vita che fortunatamente non può prevedersi, non può imbrigliarsi, non può...
Non bastano mai ventiquattro ore... come non basta mai il tempo trascorso con chi ami... si sperimentano notti diverse dopo pomeriggi spalmati sui testi a cercare di conciliare obblighi e aspirazioni. A credere che in fondo la vita non è quella che raccontiamo ad un esame, nè i complimenti o le facce deluse nel momento in cui abbandoniamo la cattedra... e la vita non è neanche nelle nostre parole o nei nostri pensieri, perchè nel momento in cui teorizziamo lei è già lontana, altrove... a cercare di capire come non farti capire.
Un giorno ci accorgeremo che il tempo non è bastato alla nostra comprensione, e ricorderemo quando ventiquattrore ci sembravano poche... scoprendo con dolce disappunto che una vita intera non è bastata a molto... e di tutto, come sempre, resteranno solo i volti, le parole e i pensieri delle persone che abbiamo amato...

sabato 13 maggio 2006

Francesco De Gregori, Parole a memoria

Era solo per ricordare
il primo verso di una poesia
Una scusa per chiedere scusa
un modo elegante per andarsene via
O soltanto per averti pensato
o aver pensato male
Per averti dimenticato
nei regali di natale
E averti visto sanguinare le ossa
e maledire domani
E aver lasciato le tue rose bianche
a un matrimonio albanese
E per non darti un dispiacere
per non farmi notare
per guardarti dormire

Era solo per ricordare
un altro tipo di situazione
Come una piccola città di mare
e una stufa a carbone
Che non tirava se tirava vento
sul tuo cappotto rivoltato
Ma sotto i portici sentivi già l'estate
ed una birra d'un fiato
Poi d'improvviso tutti gli anni per terra
come i capelli dal barbiere
Come la vita che non risponde
e il tempo fa il suo dovere
Ed il barbiere con la chitarra
vuole sentirti suonare
E per non darti un dispiacere
per non farmi notare
per guardarti dormire

Era solo per chiacchierare
versare il vino spezzare il pane
Pagare pegno, ricominciare
parlare al cane
Era solo per ricordare
l'ultimo verso dell'Infinito
ed i tuoi occhi come lo stagno
e una carezza sul tuo vestito
che certamente non aveva senso
o aveva senso trovarci allora?
Se tutto quanto era già stato detto
o c'erano cose da dire ancora?
Ma non avevo tempo da perdere
e tu tempo da dare
E per non darti un dispiacere
per non farmi notare
per guardarti dormire

giovedì 11 maggio 2006

Il silenzio di quest'ora agevola la riflessione. Sono state due giornate colme di riflessione, almeno quando lo studio non mi trascinava in una comoda distrazione... e adesso penso, penso che se tutte le scelte che prendiamo nella vita fossero avvolte da questo silenzio saremmo in grado di non sbagliare. Perchè basta un attimo di incertezza, un po' di confusione, e scelte sbagliate possono condizionare una vita. O forse è la vita a cercarli questi condizionamenti, a fare in modo che questi intervengano, a mettersi al servizio dei condizionamenti, a produrre rumori molesti... forse è la vita a cercare sentieri sconosciuti, giusto per mettersi alla prova, per capire quanto assurde sono le inconsapevoli conseguenze di certe decisioni, forse è la vita, ed alla vita offriamo questo tributo...
Io non posso saperlo, ma questo silenzio mi è amico oggi, perchè è un silenzio disteso, un silenzio che allontana l'angoscia. Ed è un silenzio che segna quota 3000 accessi a questa pagina, 3000 accessi che sanno come allontanarmi dall'angoscia... 3000 pezzi di voi, e 3000 volte grazie, perchè non sono solo, nella vita di carne, circondato dal vostro affetto... e nella vita di pixel, con le vostre occhiate distratte...

mercoledì 10 maggio 2006

Comunicazione di servizio: qualora un giorno dovessi diventare uno stupratore latitante, all'interno del libro di Diritto Costituzionale redatto dal Prof. Ruggeri potrete ritrovare centinaia dei miei capelli ove si rendesse necessario risalire al mio dna... grazie per l'attenzione...

martedì 9 maggio 2006

I tre post che hanno segnato le ultime tre giornate formano una trilogia. Tre straordinari momenti colmi di affetto, affetto che si è potuto tastare, quasi come fosse un liquido denso, palpabile... L'aspetto positivo di questa storia è che non si tratta di una trilogia come le altre, una trilogia che chiude un cerchio, che finisce nella sua perfezione, è una trilogia ad anelli, come una catena... pronta ad accogliere altri milioni di istanti e a immortalarli su una pellicola mobile, cangiante. Perchè nessun gesto ha una collocazione ben definita, uno spazio chiuso... qui ogni gesto si presta ad essere modellato da milioni di chiaroscuri, si presta ad essere letto sotto aspetti diversi e sempre nuovi. E mentre questi istanti mi hanno rapito, commuovendomi, facendomi materialmente passeggiare a più di un palmo da terra, noto che non mi hanno stordito, perchè oggi anche il piacere non è una condizione effimera, intensa prima e portatrice di mal di testa dopo, oggi il piacere è un'emozione di fondo, vitale, intensa e costante, è un piacere sereno. E se dico che non si tratta di un piacere inebriante ma cosciente voglio inneggiare ad un piacere nuovo, e ad un piacere che nella sua imponenza non mi ha permesso distrazioni da questa realtà... oggi un pensiero particolare infatti l'ho dedicato ai colleghi, apparentemente velati da qualche giorno su queste pagine.. non è così, ed ogni pagina che ho voltato oggi era un pensiero a ciascuno di voi.. in fondo leggiamo gli stessi testi, ragioniamo sugli stessi concetti, e basta questo a farvi materializzare accanto a me... questi esami si illudono di dividerci, così cessano le granite in compagnia, qualcuno rimane oltre l'oceano mediterraneo a gustare i suoi fileja, altre sospirano al sole della provincia... e ca**o, oggi mi faceva impressione vedervi tra le pagine del Ruggeri... non vi percepisco lontani, e forse è anche merito di questo piacere di fondo, che mi tiene sveglio, attento. Perchè quando una nuova condizione si affaccia sulla nostra vita non possiamo ragionare a compartimenti stagni, come quando rischio di innamorarmi di una di voi non posso che guardare con occhi diversi anche il Dott.Azzarà (ok, questa è un'iperbole... :D). E' la fine dei settori, oggi uno solo è l'orizzonte, e dell'orizzonte percepisco tutti e trecentosessanta i gradi, contemporaneamente. Grazie a tutti ancora una volta allora, perchè anche oggi con tutti ho cercato di condividere il peso di questa giornata...

lunedì 8 maggio 2006

La metafora di un quinquennio abbondante ha trovato la sua degna inaspettata conclusione sulle pagine di un quaderno, esposto al pubblico... un po' come una cerimonia di purificazione, come un tornare fuori, tra voi...
E lasciatemi con la mia voglia di sorridere, perchè sorridere è ritrovare un'emozione che avevamo perso e non aver paura di pubblicarla sulla nostra home page personale... il viso... 
Nessuno si offenda, ma, come più volte specificato, questo non è un diario sebbene queste pagine prendano vita dalle esperienze che disegnano il mio quotidiano, e allora le emozioni di questa notte decido di tenerle per me, nonostante il silenzio di quest'ora inviti alla riflessione, all'ascolto... sono certo che direi questa notte che la vita è meravigliosa e tante altre piccole ovvie (per fortuna) considerazioni. Quanto avevo da condividere per oggi è stato già condiviso, sappiate però che il mio non vuole essere un lasciarvi a bocca asciutta (come se tra l'altro queste pagine abbiano un significato così importante per voi) ma un rendere voi stessi partecipi di una gioia intimamente immensa... così se mi amate avrete modo di sapere che sto bene, e che sono sereno... di questo, se vi va, potete pure approfittare... buona notte...

domenica 7 maggio 2006

Un abbraccio può avere cento e mille significati,
ma un abbraccio è tale
solo quando non avrà alcun significato fuori di esso.
Ne siamo dipinti e ne dipingiamo,
delle tre dimensioni una si perde.
E non serve contare quanto è durato,
perchè a contare si spreca solo il tempo che si è contato.
Allora non so se sono stati trenta i secondi,
o venti i minuti, non so dove siamo stati,
perchè siamo venuti, non so cosa pensavi,
cosa credevo.
Perchè un abbraccio può avere cento e mille significati,
ma un abbraccio è tale
quando sarà solo un abbraccio, e nient'altro.
Ci hanno additati "amanti" cento e mille volte,
ma quanto modesta appare la condizione degli amanti
innanzi a questa stupenda incarnazione
del sentimento che gli amanti inseguono,
ma che solo noi viviamo?

Questa è per la perfezione, per la perfezione di ciò che si può percepire senza distacco anche quando è dolore. Questa è per la perfezione che hai saputo trasmettere, per la perfezione che può anche concedersi di essere imperfetta, perchè è una perfezione che non dà e non tiene conto. E' una perfezione, non è una perfezione, è la perfezione... grazie con tutto me stesso, grazie...

venerdì 5 maggio 2006

Sembrano passati pochi giorni da quel gennaio, l'ultimo trascorso, che mi spinse a raccontarvi i dodici mesi di gucciniana ispirazione... e siamo già a maggio, metà di un anno sta per andare, diversa dalla precedente eppure simile...

Da Canzone dei dodici mesi
Ben venga Maggio e il gonfalone amico, ben venga primavera,
il nuovo amore getti via l'antico nell'ombra della sera.
Ben venga Maggio, ben venga la rosa, che è dei poeti il fiore:
mentre la canto con la mia chitarra brindo a Cenne e a Folgore.

giovedì 4 maggio 2006

Elogio della bellezza (femminile). Perchè non ti ritrovo negli abiti da sera, non sei negli ornamenti luccicanti, non ti sento nei profumi costosi, non ti apprezzo nei discorsi forbiti, non mi incanti con tratti di matita, non mi illudi con colpi di spazzola, non mi inganni con portamento aristocratico, non mi rapisci con un seno ammaestrato, non mi ubriachi con una gonna corta... perchè ti incontro nei piagiami, al mattino presto, nelle chiome voluttuosamente spettinate, negli occhi semiaperti, nelle schiene ricurve dai brividi, nell'aria addormentata e nelle smorfie di uno sbadiglio. Mi catturi con un cenno stanco del capo e la poca voglia di rispondermi, mi distruggi con un profilo semplicemente nudo che traspare dalla maglietta... gli artifici sono ancora in terra, o nell'armadietto del bagno... lei non sa ancora, bellezza, che tu la vai a cercare appena sveglia, quando non riesce ad accorgersi di te. Perchè affinchè tu ci sia, lei deve esclamare noiosamente divertita "guardami, sono un mostro..."

mercoledì 3 maggio 2006

Potrebbe sembrare semplice disperare quando si è coscienti che la speranza di cui ci si anima è sospesa su un filo impercettibilmente sottile, potrebbe sembrare semplice disperare, eppure continuo a sperare, ad affidarmi ad un filo impercettibilmente sottile dopo l'altro, perchè le speranze si vendono a grappoli, ed io sono un consumatore incallito. Così mi abbandono penzolante già cosciente del fatto che il mio peso potrà essere retto solo per qualche millesimo di secondo, e vivo grappoli di millesimi di secondo... ciò che ancora non so è che un giorno, nel precipitare da un filo all'altro uno si aggancerà forte, forse pure procurandomi numerosi traumi, eppure nella sua impercettibile sottigliezza non avrà il coraggio di spezzarsi, e resterò appeso,dolcemente traumatizzato... se non riuscite a immaginare la sensazione credo sia come quando si è certi che la scatola che stiamo sollevando da terra sia molto, ma molto pesante: contraiamo allora tutti i muscoli, ci chiniamo sulla scatola avvolgendola bene con le braccia e progressivamente, ma in una progressione repentina, concentriamo tutta la nostra forza per sollevare quella scatola così pesante... e invece questa è vuota, e saltiamo come una molla, meravigliati, spiazzati, anche doloranti, intontiti... Tutto questo mi capiterà un giorno, ma io non lo so ancora. Potrebbe essere domani, potrebbe essere lontano... c'è poco da disperare, e io spero...

lunedì 1 maggio 2006

Le giornate a volte sembrano non finire mai, e sono le fatiche quotidiane a menarle a lungo, a farle girare intorno, a stuzzicare il sonno con crudeltà... e non riesco però a raggiungere un letto senza dedicarvi\mi un breve pensiero. Esistono giornate difficili, giornate che però diventano presto più che sostenibili, è sufficiente un gesto, una voce... e tutto cambia colore. Così oggi una telefonata mi ha rimesso in piedi quando, già in mattinata, la fatica cominciava a sfiancarmi. E' stata la stessa voce a darmi la buonanotte pochi minuti fa, tornerò a dormire sereno, ancora una volta... E le parole di questa sera mi hanno ricordato un'emozione non mia che in un istante qualche giorno fa hanno saputo prendermi istantaneamente e farmi emozione in un attimo: ho ricevuto uno dei più bei complimenti l'altra sera, ed ho veramente timore a citarne i termini. Basti accennare che sono stato "additato" come umilissima causa portatrice di una manciata di serenità, e lo dico con voce sommessa, perchè è come se dicessi di me stesso che ho scoperto il vaccino per l'aids, una condizione assolutamente inadeguata alla mia persona... eppure sono queste le soddisfazioni che coronano la mia vita, gli istanti che mi fanno stare bene... e questo discorso lo voglio lasciare in sospeso...