domenica 16 maggio 2010

Microcredito = Megacefalo.

Quanti soldi ci vogliono per vivere? Oggi mi pare che ci vogliano proprio tutti, tutti quelli che non ho e che credo non avrò ancora per qualche tempo. Eppure l'altro giorno, spinto da una fugace lettura di Wired, ho cliccato Kiva.org e ho potuto apprendere che con una infinitesima parte di quel tutto che non ho e che credo non avrò ancora per qualche tempo, potrei regalare un tutto reale, tangibile e completo ad un uomo come me ma molto più capace di me. Un uomo a cui basterebbero un paio di idioti come me, ma pure meno idioti di me, che decidano di mutuare venticinque inutili dollari in favore di un sogno. Ma non un sogno come i miei, di quelli iperuranici; un sogno a cui bastano quei venticinque inutili dollari per divenire realtà. Realtà vera, che profuma o puzza, di legno o pietra, realtà sulla quale è possibile inciampare, non l'iperuranio.
Ogni volta che mi fermo alla colonnina di carburante io chiedo un pieno di GPL. Un pieno di GPL oggi mi costa la bellezza di ventinove euro. Ogni volta che esco dalla stazione di servizio comincio ad utilizzare quel GPL che in fondo non è che mi porti da qualche parte. Diciamo che ogni volta che esco dalla stazione di servizio comincio a vagare, sperando di riuscire a chiudere qualche lavoretto che mi permetta di pagare di tasca mia il prossimo pieno. E quindi io faccio un pieno, poi esco dalla stazione di sevizio al fine di procacciarmi i ventinove euro che mi possano permettere di rientrare alla stazione di servizio per il prossimo pieno. Diciamo che non mi sento propriamente un genio. E non mi sento un genio soprattutto pensando che da qualche altra parte dello stesso pianeta in cui trascorro la mia esistenza, qualcuno attende un prestito di venticinque dollari per dare impiego a decine di persone, per sfamare i propri bambini tutta la vita, per mettere in piedi uno studio medico e curare migliaia di pazienti o per coltivare ettari di terra.
Ma non è finita! Perché oggi ho proprio il desiderio di sentirmi un vero idiota, ma idiota col pedigree: leggo una testata online a caso e scopro che venerdì scorso la mia stirpe ha bruciato la bellezza di centosessantasei miliardi. Ora, sorvolando sul fatto che i miliardi non è che si bruciano davvero, ma transitano tutti nelle mani dello speculatore di turno, mi viene da pensare che questo bel capitalismo osteggiato a parole un po' da tutti, dai comunisti al Papa, sia una forma di violenza ben più grave di come venga percepita. Questo capitalismo fa più male dell'AIDS o dell'infibulazione, della malaria o della fame. Eppure ce lo teniamo in silenzio tutti, felici e contenti.
E se questo Golia capitalismo potesse essere un giorno sconfitto da Davide microcredito? Certamente saremmo tutti decisamente più ricchi e persino quell'idiota che io sono potrebbe seriamente pensare a un progetto di vita un po' più tangibile. Ma non è questo l'importante. Ciò che veramente conta è che la mattina chiunque, in ogni angolo del mondo, potrebbe alzarsi con il sorriso di un duro lavoro da condurre, sfamare i propri figli e aiutare gli amici.
È morta la solidarietà? Quella costituzionale ma anche quella giusnaturalista? Se così è, ci avviamo anche noi alla stessa fine. E io oggi sono un pizzico felice nella mia idiozia: da giovedì scorso sfoglio spesso Kiva.org, ma non sono ancora riuscito a decidere a chi prestare i miei venticinque dollari.
Ed ho un sogno, avere tanti amici quanti sono i progetti finanziabili. Un prestito a testa e solleveremo il mondo. Ci contiamo?

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