mercoledì 16 luglio 2008

Il valore di novantacinque chili di carne.

Perché se c'è una cosa che questo mestiere mi sta donando è un sano pizzico di presunzione. Sono stato fin troppo dimesso da sempre. Oggi basta. E allora non sarò io costretto a inseguire il mercato per poter lucrare qualche spicciolo in più, o per essere un filo più apprezzato. Sarà il mercato a dover inseguire me, perché questa persona, per il semplice fatto di essere persona e forse per qualcosa in più, vale più del mercato e dei suoi valori relativi. E questa persona, per il solo fatto di essere persona e forse qualcosa in più, è fuori dal mercato e perciò non si vende né può essere comprata. A questa persona si potrà, si dovrà chiedere un giorno. E forse questa persona, per il solo fatto di essere persona e forse qualcosa in più, sarà pronta a offrirsi. E per questo non c'è prezzo. O magari non c'è prezzo che tenga.
Non avrò bisogno di scappare, non è lo stile di chi si sente persona e forse qualcosa in più. Al contrario vi aspetto dietro una porta: la mia e la mia sola.

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martedì 8 luglio 2008

Piccole tranquillità di un agitato.

È cambiata la mia vita, veramente tanto. Lo avrete visto tutti dal diverso ritmo con il quale mi concedo a questa pagina. Gli ultimi post sono stati dedicati al mio rapporto inedito con questa nuova realtà, con la professione che cerco, minuto dopo minuto, di imparare. E potrà sembrare strano, ma tutto questo è divenuto il mio principale intere
sse. Non è svanito nulla del mio passato, non sono scomparse tutte quelle velleità e quei salutari vizi che mi accompagnavano, non sono svaniti gli amici, non è sbiadito l'amore, non si è spento il mio desiderio di apprezzare il cielo notturno, l'altre stelle e gli innumerevoli cosmi personali. È solo che sono qui, dietro questa scrivania o tra le aule per giornate intere, a contemplare umane realtà, a condurmi in corridoi che portano al futuro. Per la prima volta nella mia vita mi sento presuntuoso, mi capacito di capacità che mai prima avrei creduto di possedere, è come se mi sentissi, nel mio intimo, quel qualcosa che mi porterà ad essere un professionista vero domani.
La mattina, ogni mattina, quella cravatta è il nodo più sensibile di un legame nuovo, dal quale mai potrei pensare di liberarmi. E fuggo per restare, nel mio personale paese dei balocchi. Sento che ci siete pure voi.

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