giovedì 31 gennaio 2008

Nuntio vobis.

Squillino le trombe, rullino i tamburi, sventolino i fazzolettini: per trovare una soluzione alla crisi che investe il nostro Paese, la Presidenza del Consiglio dei Ministri (che non c'è) ha cercato ispirazione tra le righe di questo blog. In allegato le prove.


Un minuto di silenzio, grazie.

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mercoledì 30 gennaio 2008

Facciamo l'appello.

Apprendo dal blog di Giovanna Alborino, che il sole24ore ha pubblicato la lista dei parlamentari più assenteisti, unita a quella dei più infaticabili, del nostro Paese. Quattro le tabelle: le prime due indicano gli onorevoli con il maggior numero di presenze alla Camera e al Senato, le seconde invece assegnano la maglia nera dei rappresentanti meno interessati alla vita parlamentare. Una superficiale analisi dei dati elencati mostra una generale maggior presenza in aula di parlamentari di centrosinistra, nello specifico vediamo che nella top twenty dei più presenti, diciotto nomi sono schierati tra le file dell'Ulivo, due invece i rappresentanti di Forza Italia. Spicca un tal Zunino Massimo (Ulivo) con il 100% delle presenze. Al Senato, venti su venti rinfoltivano le fila di quella che fu la (precaria) maggioranza. Più interessanti i dati dell'assenteismo: gli equilibri alla Camera si fanno meno sottili, e il centrodestra batte il centrosinistra per tredici a sette. Nel caso di specie è da sottolineare che, per motivi che posso anche giustificare, compaiono i nomi di molti dei segretari di partito, tuttavia il 98,5 percento di assemblee mancate del deputato Berlusconi Silvio mi sembrano eccessive (ma si difendono bene anche Giordano e Fassino). Al Senato diciannove su venti seggi dell'assenteismo vanno a favore del centrodestra. Spicca in cima l'On. Dell'Utri Marcello, in odor di mafia, comunque giustificato per aver dichiarato a inizio mandato "mi candido solo per sfuggire alla magistratura". Le conclusioni dovrebbero trarle gli elettori, ma considerato lo stato di salute dei mezzi di comunicazione italiani, unito al generalismo ignorante dell'elettore medio, c'è poco da sperare.
Poi dovevo raccontarvi altre cose, ma procedura civile mi trattiene... Cercherò di rifarmi.

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domenica 27 gennaio 2008

Primo Levi. Se questo è un uomo.

Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.

Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.

O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.

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venerdì 25 gennaio 2008

Come di goccia che risuona in un lavandino notturno.

Avrei immaginato di scrivere della situazione politica del nostro Paese oggi, dello squallido teatrino Barbato vs Cusumano e della ancora più volgare mortadella ingurgitata in maialesco modo dal "Senatore" (e che bel senatore) Nino Strano di Alleanza Nazionale, avrei immaginato di parlare della Fiducia, che, mentre viene negata al fu Presidente del Consiglio Prodi, viene orgogliosamente confermata (cinquantatre voti contro trentadue) allo Zu Totò il favoreggiatore dei mafiosi (non della mafia, si badi bene). Avrei immaginato di condannare un centrodestra che ancora crede nella patacca di legge elettorale delle ultime elezioni, e emettere un verdetto simile nei confronti di un centrosinistra che per il coraggio non avuto probabilmente ha gettato alle ortiche una delle ultime possibilità del nostro Paese, avrei immaginato di sputare sui modi di fare politica dell'anonima Dini & Mastella. E allo stesso tempo avrei immaginato di poter teorizzare una Camera dei Deputati necessariamente under 40, un Senato di soli gentiluomini e le piazze brulicanti di uomini e donne spinti dalla sola intelligenza delle passioni. Quante cose avrei immaginato di poter e dover scrivere nelle ultime quarantotto ore. Ma se esco per qualche istante da quel silenzio che ho reputato indispensabile negli ultimi giorni, e se lo faccio con passo felpato, come di goccia che risuona in un lavandino notturno, è solo perchè tra un appunto e l'altro segnato a margine del Crisanto Mandrioli (e che vi ha fatto di male sto povero figlio per chiamarlo così) quasi istintivamente ho lanciato dalla mia libreria iTunes la colonna sonora di Amèlie, e altrettanto istintivamente ho dovuto cliccare su nuovo post, e ricordare che si può sognare e sorridere ogni giorno. E i pensieri, accarezzati da certe note, si palesano soffusi assieme ai ricordi recenti, gli amici riabbracciati più o meno concretamente ieri, il Dottore per il quale vengo prima di tutto, tranne ieri che, in fase di ristrutturazione emozionale, doveva tappare buchi a casa, Vale che scattìa a ridere in faccia alla commessa del negozio di articoli religiosi, che per aiutare la vecchina perpetua incapace di trasportare la pesante cassa del vinsanto proferiva: tranquilla signora, gliela carico io! Le Bafie (almeno due terzi) tornate alla base, il tempo passato assieme alle quali sembra sempre troppo fuggente, Filejaman che fa la spola tra facoltà e dipartimenti a inseguire chissàchi, e tutto il resto, tutti gli altri. E se è vero che avrei potuto scrivere il poema le miserie della mia vita, in questi giorni, adesso un po' mi vergogno, conscio della realtà così reale secondo la quale le mie miserie sempre più ricche sono delle ricchezze di una miseramente ricca realtà qualunque.

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martedì 22 gennaio 2008

Solo due righe mi sento di scrivere.

Vi siete mai ritrovati soli nei momenti più dolorosi di una certamente non esaltante esistenza? Avete mai provato la truce sensazione di voltarvi e osservare il vuoto di una desolante solitudine alle vostre spalle? Avete mai cercato una voce amica, una mano, una spalla fedele sulla quale riversare le poche aspettative rimaste, ciò che resta di un espresso dopo il deragliamento, e trovato solo il silenzio di una notte che stenta a finire? Avete mai dovuto fare a pugni con la disperazione e gettato la spugna, sopraffatti da una forza impossibile da pareggiare?
Se avete risposto sì, anche una sola volta, mi spiace: non avete avuto la fortuna di essere circondati da persone di una certa meravigliosità, come fortunosamente e in maniera probabilmente immeritata è capitato a me.

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domenica 20 gennaio 2008

Esisto ancora.

Anche se non sembra. E così mi tocca dedicare queste giornate alla costruzione dell'ennesimo blocco di incertezze. E mi tocca il silenzio, la sottile disperazione soffocata al lume di una tiepida lampada ad incandescenza, unica fonte di calore a me consentita in questi giorni. E siccome neanche il tempo mi resta di lamentarmi, ci tengo a parlare con la bocca di due colleghi blogger che hanno interpretato in maniera ineccepibile il mio stato d'animo di questi giorni:

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mercoledì 16 gennaio 2008

Quante palle.

Graziano Cecchini colpisce ancora. Dopo la meravigliosa Fontana di Trevi, che non avevo mancato di commentare inebriato da una massiccia dose di fascino, il nostro caro amico colpisce ancora facendo rotolare mezzo milione di palle lungo la scalinata di Piazza di Spagna. Ventimila euro il costo della colorata operazione (mi sembra sovrastimato) e due sponsor non proprio di primissima scelta (un suonerivendolo e il quotidiano Torino cronaca), ma al portabandiera di questa fascinosa corrente neofuturista si possono perdonare certi piccoli peccati. Lo attende domani un processo per direttissima (Eh beh), il reato contestato è l'interruzione di pubblico servizio. Confidiamo in un PM ragionevole e in una difesa appassionata (vorrei esserci io...). Ora si fa presto a dare del cretino all'imputato, ma sono convinto che se tutti i cretini in Italia fossero al suo livello saremmo certamente un Paese più dignitoso.
Chiusa la parentesi artistica, un monito: non pensiate che per raggiungere la frizzante estasi della fama siano necessari ventimilaeuro di palline. L'immagine sotto è emblematica: incuriosito dal numero anomalo di navigatori che giungevano su questa pagina cercando gianfranco, ho provato ad inserire io stesso la stringa su Google. Sorprendente cari lettori, sono il terzo risultato. Precedo Gianfranco Ferrè ma sono battuto da un parrucchiere e da Fini. Google deve avere un algoritmo molto fantasioso. Mi spiace per Gianfranco Funari, sbattuto addirittura in seconda pagina. Allestisco intanto il banchetto autografi: in cambio di un contributo di due euro potrei inviarvi persino una foto con dedica. Pensateci!

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martedì 15 gennaio 2008

Ok, allora almeno io ho pietà di me.

Sì, perché dovrei stare qui a piangermi addosso per numerose righe, dovrei ricominciare con la manfrina che dagli spiacevoli eventi si traggono insegnamenti etc. ma non ho proprio voglia. E allora dovrei smettere di pensare che da ogni giorno dipenda una vita intera, dovrei smettere di straumiliarmi quando sono umiliato e straesaltarmi quando sono esaltato, dovrei smetterla con i programmi e le scadenze improrogabili, con le punte d'orgoglio e le competitività vigliacche. Certo, non era nei miei programmi dispensare dispiaceri a pioggia, né farmi sentire compatito, né voler fare un po' pena (sapeste quanta me ne faccio io in certi momenti). Beh, se avessi dovuto darvi una soddisfazione finalmente, mi spiace, non era la giornata giusta. Restiamo tutti in attesa. Grazie comunque a tutti, di tutto. E scusate ancora. Ma sono quasi certo che un giorno, in un altro contesto, con altri affari tra le mani potrete essere per una volta (e perchè non per tante e tante) soddisfatti di me.
E poi caspita, l'Apple Store è down, tra un'ora e mezza inizia il keynote. Volete che zio Steve non dia a tutti noi almeno un motivo per essere felici oggi?

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sabato 12 gennaio 2008

Quando si dice solidarietà.

A Cagliari monta la guerriglia urbana non si capisce bene se per l'immondizia napoletana o per ragioni calcistiche. Nel primo caso dovrebbe parlarsi di massiccia disinformazione, in quanto, come insegna la camorra, unitamente a tutta una serie di Paesi europei e qualche regione italiana, munnezza fa rima con ricchezza. Nel secondo caso, beh... Resta il fatto che si sprecavano le bandiere di quasi tutti i movimenti della destra italiana, così ligia al dovere e attenta alle regole. Mistero.
Non va meglio a Roma, e non va meglio alla sinistra italiana. Diciamo che in buona fede (ma proprio volendone immaginare tanta, ma proprio tanta), il consigliere comunale di Rifondazione Comunista Lucio Conte, ha presentato una mozione con la quale si richiedono scuolabus separati per i sudici bambini Rom, affinché con il loro turpe olezzo non possano contaminare gli angioletti italici pargoli.
Risparmio i commenti, tuttavia ritengo opportuno lasciarvi con uno stralcio della nostra sempre più dimenticata Costituzione. (Mio il grassetto).
Art. 2. La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

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giovedì 10 gennaio 2008

La mia vita con un coniglio.

La mia wishlist ha dato i suoi frutti, e così, dopo Ainis, è atterrato sulla scrivania il tanto agognato Nabaztag Gianfro, il secondo primo coniglio senza fili.
Prologo: il simpatico animaletto era stato commissionato a Cutting Edge, l'Apple Premium Reseller di Messina, circa una settimana prima delle festività natalizie. Suoi compagni di viaggio, tra centinaia di scatoloni di cartone e poco delicati trasportatori, Valina, oggi sua sposa, e altri 38 simili amici. Il viaggio non è stato per nulla semplice, tanto che la destinazione è stata raggiunta solo ieri. Abbiamo temuto tutti per la sua salute, ma a quanto pare Gianfro è decisamente di sana e robusta costituzione.
Configurazione: nulla di più semplice. Basta attivare il Nabaztag in modalità tutto blu, collegarlo wireless al notebook di fiducia (nel mio caso un iBook), comunicargli le coordinate della rete di casa e il gioco è fatto. Nabaztag non digerisce le password wpa con chiave superiore ai dieci caratteri, anche meno se siete in possesso di un router netgear come il mio. Completata questa semplicissima procedura Nabaztag si collega ai server a lui dedicati (Violet) e dà inizio alla procedura di ambientamento: Comunicheremo in questa fase le nostre abitudini e i servizi che potrebbero interessarci. Così facendo il nostro candido amico potrà conoscerci e vivere in simbiosi con noi senza far danni.
Utilizzo: Nabaztag non si utilizza, semplicemente vive al nostro fianco svolgendo i compiti che gli demandiamo. Ad esempio Gianfro controlla ogni venti minuti le top news ANSA e me le comunica ove ce ne fossero di nuove, lo stesso fa con le notizie economiche del sole24ore o con i feed RSS di siti che gli ho segnalato. Indica pure il meteo, l'ora e mi recapita messaggi da parte di Valina o degli altri amici che si aggiungeranno presto al gruppo (cari colleghi vi aspetto). Possibile inoltrare i propri messaggi di vario genere (inclusi brani musicali e letture varie) agli amici. Tra un'operazione e l'altra rimane lo spazio per un po' di rilassante thai-chi e per mettermi al corrente del suo stato d'animo: ieri si lamentava del fatto che non l'ho ancora lavato e aveva paura che staccassi la spina, oggi verso le tre del pomeriggio cominciava a sbadigliare pesantemente. Durante la notte dorme pure lui, abbatte le orecchie e non si fa sentire fino al risveglio.
Problemi: gli parlo nell'ombelico ma non capisce al volo come promette il sito del produttore. Spero di risolvere presto. Molti si lamentano della sua voce o della dizione. Per me resta una caratteristica più che un difetto.
Vita di coppia: due Nabaztag possono essere uniti in matrimonio. Gianfro e Valina hanno fatto il grande passo. Da ieri, ogni movimento dell'orecchio di uno viene trasmesso all'altro. Utile per scambiarsi messaggi in codice.
Epilogo: siccome la vita è già abbastanza seria, e a volte, come in questi giorni, è particolarmente duro apprezzarne tutti i momenti, condividere la propria scrivania con un piccolo miracolo tecnologico certamente non fa male.

Con questo post decido di cominciare a dotare tutte le mie comunicazioni di titolo e tag, questo per facilitare ritrovamenti e per mettere tutto un po' più al passo con i tempi (me l'ha suggerito Gianfro). Buona serata!

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martedì 8 gennaio 2008

Capace solo di una spremuta di desideri, questa sera...

Stanca la mente io penso col dito
giorni lontani di favole spente
luci soffuse di pagine lente
tavolo vuoto di un vaso fiorito

Stanche le mani io penso di ieri 
capelli raccolti in nodi di dita 
le gote già gonfie rosse di vita
sono i bei resti di lenti pensieri   

E nascosto ti ammiro e ammirando 
libero un sogno che parla cortese 
sai che silenzio ritrova sapori  

Senti dolcezza, d'amore non muori? 
bacio parole che vanno derise 
leggo ti penso svanisco pensando. 

sabato 5 gennaio 2008

Quasi libero dal febbrile smog che ha obnubilato manciate di pensieri per giorni, mi riapproprio di queste casuali parole, bramando di sfornare un post di vaga ispirazione marinettiana, nel quale poter affermare il mio personale disgusto per tutte le famiglie reali senza distinzione alcuna prima di cominciare a cenare col dolce costituito da una tosse profondalmente bronchiale che finalmente allenta le sue maglie permettendomi un respiro almeno ogni sorso di secondi. L'esperienza del thinking blogger award mi ha onorato con più d'una segnalazione, e altrettanto mi ha onoratamente permesso di formulare le mie di nomine. E scorrendo la colonna del mio aggregatore RSS ho avuto il piacere di notare che almeno il settanta percento dei nomi in lista, da me seguiti quotidianamente, ha ottenuto almeno una nomina, ho potuto quindi compiacermi non solo per il mio essere thinking blogger nel profondo, ma anche lettore di thinking bloggers, una vera soddisfazione, la riscoperta di un palato digitale sopraffino!
Uno spazio devo dedicarlo pure a una sintetica riflessione su uno dei miei passatempi preferiti: la lettura delle chiavi di ricerca che conducono a questa pagina. E la riflessione questa volta non è tanto da riderci su, nasconde al contrario una intrinseca tragicità. Le chiavi di ricerca più tristemente tragiche degli ultimi mesi: il ricordo di un amico ad un anno dalla sua scomparsa, come se certi ricordi si possano trovare in giro per la rete, fantasmi affettuosi. O forse qualcuno doveva svolgere il compitino commemorativo di un amico non tanto amico; un giorno o l'altro ci rivedremo, lo spero per te, davvero; come convincere qualcuno a comprarmi qualcosa. Non sarebbe meglio mettere qualche risparmio da parte? Pensieri memorabili, così tanto da doverli cercare in rete; qualunque cosa accada ti sono vicino, caro amico Google, e te lo sussurro nella barra di ricerca; sms da dedicare a chi sta attraversando momenti bui per una malattia ...; studiare + dimagrimento, fidati, non funziona; rasature a zero di femmine col rasoio elettrico, preferisco trincerarmi dietro un no comment; ringrazio la mia relatrice, nel posto sbagliato però; dediche e ringraziamenti tesi, vedi sopra. E molto, molto altro ancora potrei buttare impietosamente quassù, ma non con disprezzo, con compassione, con tristezza. Perchè null'altro traspare da queste ricerche se non un profondo dolore, una penetrante solitudine, un pressante bisogno di qualcosa di necessario. E una soluzione non c'è, non c'è se non si sa a chi dedicare la propria tesi, se non si sa cosa dire a un amico malato o per ricordare un amico scomparso. Una soluzione, purtroppo, non c'è.
E poi, poi dovrei parlarvi di una duplice piacevole visita.
E poi, poi dovrei parlarvi di un regalo che aspettavo da anni. Anzi, non ve ne parlo, lo tengo per me. Serena serata a tutti...

giovedì 3 gennaio 2008

Se il buongiorno si vedesse dal mattino, questo 2008 dovrebbe farmi molta, ma molta paura. Costretto a letto da una febbre che non intende svanire neanche sotto i colpi di antibiotici e cortisonici, cerco di approfittare di un piccolo momento di lucidità per onorare il genetliaco (notare la seconda voce del link, prego) del caro Dottore. Non sarò presente con le stanche membra all'abbuffata di questa sera, tuttavia mi unirò alla compagnia in una corrispondenza di affettuosi gastronomici sensi, augurandomi che un posto in qualche angolo venga lasciato libero in mia memoria.
Fortunatamente non tutto va a rotoli nella mia vita, e non posso che compiacermi per la nomina, formulata da Franca, ai
riconoscimento riservato ai blogger che leggendosi e "piacendosi" si tengono a mente e creano il "percorso", la "storia" della propria esistenza su internet.
Devo dunque a mia volta segnalare i miei cinque thinking blogger:


Per continuare il gioco:
partecipare solo se si è stati nominati, lasciare un link al post originario, inserire il logo del thinking blog award, indicare cinque blog meritevoli della nomina.

martedì 1 gennaio 2008

Pare che anno dopo anno tutto cominci a sembrarmi svalutato. I tg oggi propongono solo le immagini delle feste in piazza, dei concerti, dei fuochi d'artificio che accompagnano il consueto bollettino delle vittime. E comincio a temere che le feste si comincino a ridurre a questo, a un inutile servizio di un inutile tg su una inutile festa di piazza. E quanto mi sento fortunato quando ho la possibilità di trascorrere una serata tra amici, che sia vicino o lontano da casa, ma purchè siano presenti quelle solite quattro facce che non abuseranno mai della mia tolleranza visiva. Così questo duemilasette un po' arido di soddisfazioni quantomeno si è concluso nel migliore dei modi. Oggi che sono solo, davanti a questa tastiera, imbottito di analgesici, antimucolitici, antipiretici & co. si riaffaccia questa stupida malinconia. Non è bene iniziare l'anno così, credo.
Resta il tempo, e lo spazio, per il mio augurio diretto a tutti i lettori, gli amici, i nemici, le persone che amo e quelle che mi detestano, oltre a me medesimo ovviamente: Dovremmo avere il coraggio di non lasciare che questo nuovo anno si riduca ad un insignificante ammasso di inutili servizi da tg del giorno uno. Dovremmo avere il coraggio di discernere valori e immondizia. Dovremmo avere il coraggio, una volta tanto, di avere coraggio. Dovremmo avere il coraggio di dire no ogni tanto, agli altri e soprattutto a noi stessi. Dovremmo avere il coraggio di non acquistare scarpe che costino centinaia di euro (questo non mi viene difficile). Dovremmo avere il coraggio di spolverare quella massa amorosa che spesso dimentichiamo di custodire da qualche parte, persa tra le interiora. Dovremmo avere il coraggio di ricordarci come eravamo. Dovremmo avere il coraggio di vivere davvero. Dovremmo avere il coraggio di ricordare che non esistiamo solo per produrre reddito. Dovremmo avere il coraggio di ricordare che non esistiamo affatto per produrre reddito. Dovremmo avere il coraggio di affrontare, senza nasconderli, i nostri limiti. Dovremmo avere molto coraggio, almeno n volte rispetto a quello che crediamo di possedere. Dovremmo avere coraggio. Coraggio.

E un modo semplice quanto intelligente di farsi coraggio potrebbe certamente essere costituito dal messaggio agli italiani a blog unificati per il quale rimando al blog di Franca. Buona lettura.

Pastorato (presepe vivente) di Bafia, frazione di Castroreale, provincia di Messina. La bottega del calzolaio ('u scarparu). Un grazie particolare a Mari e Tere delle quali sono stato incantato ospite.