lunedì 27 agosto 2007

Di nuovo parto. L'ennesimo chiudere la porta di casa per non tornarvi qualche giorno. Probabilmente non leggerete di me per una settimana: sarò troppo impegnato a cercare parte di me dove non so ancora, e, soprattutto, non avrò a portata di mano una finestra sul web. E il web farà volentieri a meno di me per qualche giorno, così come voi farete volentieri a meno di me per una settimana. Non dite che non è così, altrimenti la condanna che vi infliggerei sarebbe la lettura degli arretrati, dal 21 ottobre 2005 ad oggi. Tornerò, credo, con un mucchio di immagini, e con ancora più pensieri, ancora esperienze da raccontare, o forse solo da tenere per me. Sento che sarà commovente nonostante tutto.
State bene, amici miei...

sabato 25 agosto 2007

Pare che l'estate volga al termine. Certo non lo deduco dai trenta gradi alle dieci di sera con un'umidità relativa degna dell'Acquario di Genova. Lo capisco piuttosto dalla recente ripresa delle visite su queste pagine, che con immenso piacere diventano sempre più numerose. Certo, come potrete notare anche voi cliccando sul contatore a fondo pagina, qualcuno sul blog ci finisce per caso, ad esempio cercando "le porche più spietate di sesso", "calcolo delle probabilità gravidanza", "pianta di luppina" o "test di gravidanza in omaggio", tuttavia immagino che una grossa percentuale dei click che mi raggiungono sono opera di quanti hanno l'insano desiderio di leggermi. E siccome (come lessi da qualche parte che ora chiaramente non mi sovviene) in fondo si scrive anche per essere letti, non posso che incidere su questa assurda tavoletta di pixel l'ennesimo "grazie".
Il ricordo dei libri in questi giorni si fà preoccupazione, ma chissà che anche questa volta io non possa farcela a finire in tempo con procedura penale e il meraviglioso mondo di Franco Cordero, che stimo e ammiro profondamente...
E sono anche i giorni della preparazione dei bagagli, e delle mancate promesse fatte a Filejaman e al Dottore. Ma anche in questo caso spero di potermi sdebitare presto, se non altro con la profonda amicizia che nutro nei loro confronti.
Insomma, un fine estate travagliato, nel quale la spensieratezza lascia il posto a le prime ansie dell'anno lavorativo. Bene così dunque. In fondo c'è bisogno anche di questo, c'è bisogno di riprendere a lottare per acquisire la consapevolezza di non essere mai forti abbastanza. Serena notte...

venerdì 24 agosto 2007

Due comunicazioni di servizio:

a) Un lettore palermitano, al quale vanno i miei ringraziamenti, Gianni, ha voluto farmi notare alcuni particolari sul post che dedicai a Palermo qualche giorno fa. Nel ribadire la mia più sincera, profonda e orgogliosa sicilianità, vi consiglio la lettura dei suoi commenti.

b) Il mio account Flickr è stato aggiornato. Anche con le foto di Palermo.
Come avrete notato, mi sono tolto lo sfizio di rompere definitivamente con l'equazione un giorno uguale un post. Ho visto infatti la qualità di queste pagine degenerare ultimamente, e per questo ho deciso di stare in silenzio un giorno, se quel giorno non avrei avuto comunque niente di eccezionale da dire. A ciò deve aggiungersi l'intensità di questa estate, e il tempo trascorso a leggere più che a scrivere, in giro tra libri e altri blog, che mi riprometto sempre di segnalare e che invece rimangono dispersi tra le pieghe della memoria.
Così si riprendono i libri in mano, sfiorando piano quel ricominciare che forse è giunto troppo presto...

lunedì 20 agosto 2007

Amore,
ti scrivo quasi d'infamia, perchè so che non potrai leggere queste righe per qualche tempo. Ti scrivo perchè non è mai abbastanza il tempo che mi è concesso per parlarti. E le comunicazioni via etere a volte giocano brutti scherzi facendomi perdere qualche tua preziosa parola nel vento.
Ti scrivo perchè tu sola riesci a strapparmi un sorriso nei momenti di disperazione, tu sola m'incanti anche quando mi fai incazzare all'-nsima potenza, tu sola sai come governare le mie ansie e i miei amorevoli momenti trascorsi assieme all'amico panico.
Ma sai, non voglio ringraziarti, non voglio neanche tessere le tue lodi. E' solo che forse avverto il colpo della tua mancanza, e mentre so che sei in macchina a "soli" trenta Kilometri da qui non posso fare altro che scrivere per materializzarti, per averti qui con me, da uomo a monitor, per illudermi di poterti accarezzare con queste piccole parole, per convincere il mio animo triste che è possibile sfiorarsi anche da lontano. Eppure dovrei convincermene prima io, perchè comprendo che la mia autonomia dalla tua presenza misura da uno a quattro metri. Appena esci dalla stanza in cui mi trovo, appena abbandoni il mio campo visivo io piombo in uno stato di discoscienza. E potresti essere dietro il muro o in un altro continente, per me cambia poco quando non posso averti.
Sarebbe tragico se dicessi che è dura sopravvivere in queste condizioni, e per rispetto a quanti valutano dura la propria sorpavvivenza non lo dirò. Tuttavia non è certo piacevole perpetrare in questo stato di coscienza alterata, di semicoscienza. E' un continuo sentirmi mutilato, mutilato di te.
Per questo ti scrivo, per poterti vedere nelle mie parole, perchè ti conosco bene e so come rappresentarti in maniera neanche troppo artificiale. Spero non ti spiaccia che io mi permetta di ritrarti in questi termini, in questo luogo che forse ti sembra così inappropriato. Ma amore, questo spazio paradossalmente è quanto di più intimo io possegga, anche se potrebbe apparire difficile da capire. Ma torna indietro a rileggere, torna indietro di quasi due anni e rovista gli archivi: brandelli di me sono disseminati mese dopo mese, è un blog di carne questo, della mia stessa carne. Di quella che io stesso decido di affettare ogni tanto, di quella che tu, gli amici, i nemici, i fantasmi della mia e delle altrui coscienze decidete di affettare ogni tanto.
E quanto tempo passerà affinchè queste parole diventino cenere amore? Spero tanto, tutto quello che vuoi...
E' bello capire che apprezzi un amico quando riesci ad accettare con un sorriso, con partecipazione, anche i suoi difetti. E' però molto più bello comprendere che un amico accetta i tuoi con un sorriso. E non c'è nulla di cui ci si possa lamentare...

venerdì 17 agosto 2007

Così ci siamo trovati in quattro, muniti di quattro biglietti a sentirci fortunati di aver bruciato sul tempo il tutto esaurito. E d'un tratto, noi quattro, abbiamo recuperato un posto in tribuna non numerata. Brusio e un pianoforte nascosto dall'ombra di un palco non ancora illuminato. Nuovo Giardino Corallo: un angolo di città senza tetto, teatro tra quattro strade. Poi tutti i posti vengono occupati, presentazioni di rito e Giovanni Allevi sale sul palco. Si mostra immediatamente di un'amozione semplice, di una empatia positivamente infantile. Due parole e poi le dita, Panic. Un brivido mi stempera dalla settima vertebra all'osso sacro. Non so dire quanto il concerto sia durato, non ho mai volto lo sguardo all'orologio, so solo che fino ai due bis mi sono visto investito da una serenità assolutamente inenarrabile.
Ho potuto abbandonare le mie forme mortali per essere guidato su un sentiero a cinque righe, scalini bianchi grossi, e neri sottili. Da tempo non mi sentivo così leggero, così vero, così sinceramente sereno. Io non so cosa Giovanni immagini mentre compone, come preferisca farlo. Certo non immagina il potenziale delle sue note su quanti ascoltano. Ero un burattino, ma senza alcuna costrizione, senza fili, senza ipnosi. Ero felice di essere condotto dove Giovanni mi conduceva, ero felice di scomparire e ritrovarmi in luoghi così realmente fantastici.
E non mi sono trovato al cospetto di un musicista, ma soprattutto di un uomo capace di vivere inscindibilmente la vita di carne e quella di ebano e avorio. Ci ha ricevuti, tanti autografi, qualche scatto... non ho avuto la forza di dirgli nulla. In fondo già era stato lui a parlarmi per l'intera serata, e le risposte le avevo tutte trovate.
Grazie Giovanni, e grazie per aver percepito lo spirito di questa città stanca di essere povera, grazie per aver avuto la forza di accettare il confronto con il millenovecentootto: dalle tue mani, dai tuoi percorsi, passerà la memoria di un esercito buono di amorevoli ricordi spezzati.

martedì 14 agosto 2007

Ho riflettuto, e ho compreso perchè l'uomo è una creatura straordinaria: in un mondo di diavolerie tecnologiche, di informazioni al fulmicotone, di velocità, progresso e trasformazione questi riesce a commuoversi sempre della folata di vento che anima il cipresso, di un cielo terso e stellato, del vento fresco di una sera d'estate. E in una realtà così freneticamente mutevole e impercettibilmente vivibile a trafiggere la nostra attenzione è sempre quel pugno di stelle, sempre le stesse, eppure sempre così diverse. Questa notte, sdraiato su una panchina lontano dalle luci della città, lontano dallo smog, io le osservavo quelle stelle. E pensavo a quanti uomini di cultura predichino l'autopoiesi dell'universo. Io non ci posso credere, sarà che ho la fortuna di non essere un uomo di cultura, ma non riesco a concepire come quelle stelle si possano essere appiccicate al cielo con tanta perizia da sole. Caspita lasciatemi credere ancora che una mano sapiente e innamorata le abbia incollate una ad una proprio per farmi commuovere questa notte, per farmi comprendere che in ogni istante stringo la mia dolce metà ovunque essa si trovi, purchè guardi le mie stesse stelle. Che meraviglia questa esistenza, che meraviglia con tutti i suoi dolori e le sue tragedie, con tutte le sofferenze che comporta, che meraviglia. Quanto si può amare di più questa realtà, semplicemente imparando ad amare il cielo stellato? Ferragosto sta per scagliarsi su questa notte, e mentre sento scoppiettare sintetici fuochi d'artificio tutt'intorno, mentre il fumo di cento falò stuzzica le mie narici penso: perchè diavolo non spegnete tutto, e vi accontentate per mezz'ora della notte così com'è, quella che ha ispirato Van Gogh e Chopin, perchè, perchè no?
Ti amo notte, quanto ti amo. E amo tutto ciò che porti con te, questi pensieri dolci, inni d'amore, carezze impalpabili di brezza. Quanto ti amo, fatti amare per sempre...
Sondaggio: estrema moderatezza o moderata estremità?

lunedì 13 agosto 2007

Ci ho messo tre giorni nominali a partorire questo post. Anche gli ultimi giorni sono passati senza tregua, tra un appuntamento e l'altro, e adesso, rinfrancato dalla visione del padrino due e da questa mezzanotte e un quarto che mi vede qui, ad ascoltare l'eco di un lido balneare non troppo lontano, ho qualcosa da dire.
Anzitutto sono tornato a Palermo, dopo quasi un decennio dalla mia prima ed unica visita. La mia delusione è ancora tangibile: l'ho trovata sporca, ostile e decadente. Ma non decadente di una decadenza prestigiosa o romantica, decadente di incuria, di disaffezione dei suoi stessi figli. Hanno salvato la giornata le bella compagnia, l'Africano, dolce decisamente goloso, il pane e panelle e la torta Setteveli. Tutto il resto è delusione. Delusione Ballarò e la Vucciria, delusione la Cattedrale e il pizzo richiesto per osservare Federico II nelle sue occulte spoglie mortali. Mi ha molto colpito l'ostilità di alcuni palermitani incontrati, che ho scoperto molto, molto distanti dai canoni di ospitalità che conosciamo qui, nella meravigliosa Sicilia Orientale che mi ospita, e di questo sono addolorato. Capitare per sbaglio in una via ed avere paura non è per nulla un buon biglietto da visita. Non credevo avrei mai potuto osservare un giorno una sicilianità così crudele e distante.
Ieri invece è toccato alla Fiera Campionaria Internazionale di Messina deludermi. Perchè non si tratta più di una fiera, non può definirsi campionaria, non è assolutamente internazionale se non per cinesi che vendono elettronica a basso prezzo e indiani che smerciano bigiotteria, e non rispecchia la sua ormai solo leggendaria messinesità. Inutile parlare di rilancio ogni anno, non ci credo più. Suggerisco a tutti i concittadini di investire in gratta e vinci i tre euro e cinquanta del biglietto piuttosto che visitare questo obbrobrio: regalarli ad un'Amministrazione che offre stand vuoti, sporcizia e disorganizzazione al limite dell'imbarazzo mi sembra troppo.
Questi i miei due giorni di silenzio, corroborati dal fedele router che pare tirare le cuoia. Di voi ho le notizie quotidiane dal cuore, i pensieri che mi accompagnano ogni giorno, che mi portano a immaginare angoli di futuro, un futuro che spero possa vedervi ancora una volta protagonisti nella mia vita. E anche questa notte, se sono qui a scrivere e a raccontarmi, lo devo a molti di voi, lo devo a questa vita che mi ha permesso di incontrarvi, lo devo al costante fluire dei pensieri ai quali offrite sicura dimora. Serena notte...
P.S. Non ho riletto il post... tanto sonno...

giovedì 9 agosto 2007


Che sia un momento particolare per me? Non posso negarlo, e basta un solo segno a farmelo notare: l'icona di Mail sul Dock indica un bel 49 rosso in questo momento. E se per qualcuno tutto questo potrebbe voler dire nulla, cerco di spiegare qualcosa: in questo momento ci sono quarantanove messaggi di posta elettronica nella mia casella, quarantanove messaggi che non ho avuto il piacere di leggere ancora, e che giacciono lì, in attesa di una bella selezione massiccia e contestuale deviazione nel cestino. Perchè non mi importa di tutto ciò che fino a un mese fa consumava le mie giornate. E' tempo di riposo adesso, riposo anche dagli svaghi, fuga dalle finte passioni. Ed è tempo di riflettere sull'amicizia, sull'amore, sulla vita, e su tutte quelle altre cose indispensabili quanto assolutamente non ovvie. E dunque credo di essere felice, perchè amo, perchè sono amico, perchè vivo. E perchè piano riesco a staccarmi da ciò che da un giorno all'altro mi appare meno utile, assolutamente indispensabile... Bella questa estate.

mercoledì 8 agosto 2007

Giusto per non lasciarvi a secco di immagini, ho aggiornato il mio account Flickr...

lunedì 6 agosto 2007

Non credevo fosse possibile poter vivere al centodieci percento. Non ci credevo fin quando non sono riuscito, guidato da mani amiche e sorrisi familiari, nell'impresa. Ma la cosa straordinaria non è poi questa: il miracolo è comprendere che potrei, che potrò giungere al centotrenta percento, e restare vivo.
Non sto a parlarvi di questi altri cento chilometri, perchè sono felice adesso anche su questa scrivania, a casa, stuzzicato da quest'aria di riposo. Comprendo che non erano i cento chilometri nè l'autostrada. Comprendo che siete voi a portarmi affettuosamente oltre il limite. E se in vino veritas, siamo persone felici tutti noi, siamo una felicità di persone.
Adesso so. So, ma non vi dirò cosa. Perchè chi avrebbe potuto comprendere cosa provo, l'ha già compreso. Chi non può ancora comprendere mai potrà comprendere. A volte si giunge allo spartiacque: la corrente mi ha trascinato assieme a molti altri da una parte. Dall'altra parte non so come si stia, nè mi interessa. Stiamo bene qui, e ci resteremo a lungo. Grazie ancora.


sabato 4 agosto 2007

Ancora una volta reduce da una giornata felice come un tramonto sul mare. Ancora una volta quel centinaio di km che non ti importa la destinazione ma lo benedici lo stesso. Ancora una volta essere ospite e sentirmi tremendamente a casa, le solite persone eccezionali, e l'antinomia tra ciò che dovrebbe essere solito e invece diventa ogni giorno eccezionale. Vorrei vivere sempre così, distrutto dalle fatiche e dalle piccole disperazioni di ogni giorno, felice e innamorato di questa vita, rinfrancato dalle immense gioie di ogni giorno.

Questa è per un amico, se ha voglia di leggere il testo, ed è anche per tutti noi...


Lucio Battisti, La compagnia...

Mi sono alzato
mi son vestito
e sono uscito solo solo per la strada
Ho camminato a lungo senza meta
finché ho sentito cantare in un bar
finché ho sentito cantare in un bar.
Canzoni e fumo
ed allegria
io ti ringrazio sconosciuta compagnia.
Non so nemmeno chi è stato a darmi un fiore
Ma so che sento più caldo il mio cuor
So che sento più caldo il mio cuor
Felicità.
Ti ho perso ieri ed oggi ti ritrovo già
Tristezza va
una canzone il tuo posto prenderà
Abbiam bevuto
e poi ballato
è mai possibile che ti abbia già scordato?
Eppure ieri morivo di dolore
ed oggi canta di nuovo il mio cuor
oggi canta di nuovo il mio cuor.
Felicità
Ti ho perso ieri ed oggi ti ritrovo già
Tristezza va
una canzone il tuo posto prenderà.

giovedì 2 agosto 2007

Dense di accadimenti queste giornate, sempre troppo poco tempo da riversare su queste righe. Perciò devo limitarmi all'essenziale: anzitutto un pubblico ringraziamento a Guccia: ho ricevuto i suoi racconti e prometto di dedicarle un post nonappena avrò finito di leggere il tutto con attenzione, comunque pochi dubbi in realtà mi assillano sulla qualità degli scritti. Sono certo di andare a leggere qualcosa che senza alcun dubbio mi emozionerà e mi segnerà positivamente.
Mi sono inoltre dedicato a qualche scatto in questi giorni: trovate aggiornamenti sul mio account Flickr...