sabato 24 maggio 2008

Un mese fa, una vita ancora.


Il sentimento, da una parte, è di grosso imbarazzo. Mi spiace non poter essere qui ogni giorno a scrivere qualcosa di nuovo che non sia mortificato dalla stanchezza delle mie ore, e ancor più mi spiace non poter seguire assiduamente tutti gli spazi degli amici conosciuti da quando apienavoce ha visto la luce. E sarebbe una mancanza di rispetto mettere da parte questo angolo che mi ha traghettato alla luce ben più di due anni fa. E se per anni mi sono rifugiato qui per scampare al terrore di una vita nei confronti della quale non mi sentivo propriamente all'altezza, oggi che le paure sono ridimensionate, e che l'entusiasmo lascia poco spazio a sentimenti preoccupanti, scopro che non sono più in grado di parlare apienavoce ogni giorno, e che è al mio nuovo quotidiano che devo dare la precedenza. E per fortuna nessuno di voi manca al mio quotidiano.
È un momento delicato. Giusto un mese fa la laurea, poi qualche gio
rno di terrore e infine l'inizio della pratica. Nuove conoscenze, nuovissime esperienze e un rapporto nuovo con tante emozioni. Comprendere che dovrebbe esistere una difesa tecnica e allo stesso tempo capire che, di fatto, non può esistere nessuna difesa tecnica se non per molti azzeccagarbugli. Affrontare un nuovo concetto di compassione, tanto pesante dall'essere riuscito a farmi provare pena per spietati criminali. Capire che non esiste verità alcuna da ricercare ma solo fatti da valutare. Capire che ogni uomo è parte di un insieme indissolubile di forze opponenti, che la vittima è la persona più prossima al carnefice, che le guardie amano i ladri più delle rispettive madri. Io non so come si possa essere tanto coglioni dal commuoversi ogni sera di una realtà, di una professione che è più stile di vita che altro, di un'arte che sottopaga i propri discepoli. Mi rimane questo sabato ser
a per ricordare lampi delle esperienze di due settimane, del primo compenso, un vassoio di paste di mandorla, dell'aria che si respira entrando in un Tribunale con un ruolo ben preciso. Ogni giorno mi avvicino a comprendere che la mia vocazione è quella del diritto degli uomini, il penale, che si allontana dalle cose e disprezza le volontà per diventare azzardo o emozione, rischio o avventura, tragedia o coraggio. Voglio vivere così per adesso. E quanto dimentico ogni giorno nel sonno che mi coglie improvviso, quanti anniversari, celebrazioni, commemorazioni mi sfuggono nel caos di questi giorni. Tant'è. Per adesso sono io, ma non sono mio.
E a tutti voi ancora un grazie, per i click a vuoto che avete dispensato in questi giorni, e uno scusate se non sono in grado di scrivere nulla che non sia uno sbiadito riflesso della mia nuova realtà. Tornerò forse un giorno come mi desiderate. Nonostante tutto per voi sono stato, e per voi resto.

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domenica 11 maggio 2008

Ei fu siccome nuovo.

Lo avrete notato, sono poco presente in questi giorni e credo che sarà così ancora a lungo. Ho iniziato una nuova incredibile esperienza. Sono entrato, pur con tutte le riserve che caratterizzano la precarietà del praticante, nel mondo della professione. È stato un impatto formidabile e intenso, e poco tempo è rimasto per le abitudini della vita che conducevo. Riesco a seguire ancora i blog degli amici ma è poco il tempo per commentare. Ho un po' di cartoline in sospeso ma vi prometto che le invierò presto. Per il resto, tutto nuovo. Tocco la mia felicità ogni giorno, sento finalmente di avere delle responsabilità, ho un sorriso idiota stampato sulla faccia da una settimana. Comincio a conoscere le aule di tribunale, con tutte le sciagure che ne impregnano l'aria. Non posso parlarvi dei casi che mi sono affidati, per ovvi motivi, ma posso dire che il mio dominusha ragione quando afferma che in questo mestiere spesso la realtà supera la fantasia. Ho conosciuto le aule-mercato delle udienze civili, ho conosciuto le manette dei detenuti e decine di dignità rapite. Ho provato pena per spietati criminali e disappunto nei confronti di un PM. Non esistono parametri su cui posso fare affidamento. Vivo solo di emozioni continue e inaspettate.
Ho compreso che un disegno è già tracciato sotto i miei piedi, e vi invito a non rinunciare mai. Quel cinque maggio di napoleonica memoria la mia vita è cominciata di nuovo. Non sono più lo stanco e insicuro studente di poche settimane fa. Sono di nuovo morbosamente curioso, sono instancabile, sono di nuovo generoso. Di nuovo con la vita tra le mani, di nuovo tremendamente coraggioso.
I miei post sono più rari, ma di voi non mi dimentico. Accompagnate le mie ore dietro la scrivania, i miei tragitti tra le aule e lo studio. Buona vita anche a voi.

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mercoledì 7 maggio 2008

Io sono.

Mentre mi accingo a vivere il mio terzo giorno da praticante sento il bisogno di comunicarvi che non solo ci sono, ma soprattutto sono. E oltre a essere impegnato almeno dodici ore al giorno, credo di essere tra le persone più felici al mondo, in questo momento. Cinque anni di sacrifici scacciati da poche ore di approccio a una professione più che incantevole. Speriamo di durare.

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venerdì 2 maggio 2008

Vuoti a rendere, Max Gazzè.

Prendi forza
Datti fiato
Questo è il tempo di decidere

Vuoi davvero
Esistere
O soltanto sopravvivere

Quante cose non ho mai fatto
Quante volte ho rimandato a un'altra volta
Quanti giorni non posso ricordare
Sottovuoti e vuoti a rendere

Non cercare
Di capire
Se è fatica o è paura

Senza rabbia
Né ossessione
Senza impegno ed ambizione
Col coraggio di sbagliare

Con le mani aperte come il mare
E la voglia di imparare
Questa volta non c'è un'altra volta
Vuoi venire insieme a me

Cammino a piedi nudi e sento l'umido
Sperando di scoprirmi uomo sulla Terra
All'improvviso un vento gonfia l'onda
Si infrange su di me
(mi fa rinascere)
mi lascio esistere

spero di esistere
ogni attimo di questa vita immensa mi spalanca
spero di resistere
oltre il bisogno di essere una storia o una leggenda
e di resistere
esperienze
sensazioni
fanno il tempo sopportabile

prendi forza
datti fiato
per esistere e resistere

senza ruoli e senza costruzioni
al di là del dover essere migliore
e anche se non mi ricorderò di un giorno
io sarò sicuro che ho vissuto

cammino ancora a piedi nudi e sono io
sperando di essere sempre uomo sulla Terra
e da lontano vedo ancora l'onda
si infrange su di me
(mi fa rinascere)
mi lascio esistere

spero di esistere
ogni attimo di questa vita immensa mi spalanca
spero di esistere
oltre il bisogno di essere una storia o una leggenda

spero di esistere
di aver dentro sempre tutta questa vita immensa
e di resistere
vivendo la mia storia anche se non sarà leggenda
ma sempre insieme a te.

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