martedì 31 ottobre 2006

Ore che vanno, ore che tornano semiconsuete. Persone andate forse per sempre, e persone che ritornano, che non si accontentono di attraversarla la mia vita, vogliono impregnarla della loro esistenza, vogliono viverla con me. Pomeriggi di studio, quello studio dei quindici giorni prima, telefonate surreali e l'illusione che ci scombiniamo per gioco, recitiamo la parte dei cattivi, degli intransigenti... ma in fondo ci vediamo nella nostra vera essenza e ammetteremo nella serata che è stato tutto uno scherzo, che gli equivoci quando sono finti dissolvono la loro spiacevolezza. Consoliamoci di noi, nel buio di pomeriggi cupi. Consoliamoci di noi, con parole che ristorano, con sguardi solo immaginabili. Consoliamoci di noi, affinchè possiamo essere noi a consolare ciò che va consolato...

domenica 29 ottobre 2006

Ora solare. E il buio mi raggiunge prima. Mi consolo pensando che anche le stelle giungeranno prima per chi vorrà vederle. E io proprio stasera vorrò vederle, con l'attesa che caratterizza tutte le mie nuove serate, con la trepidazione che divora ventiquattro, quarantotto, settantadue ore senza fiatare. Condizioni sempre nuove, profumi sconosciuti, mete nuove, nuove sicurezze e paure inedite. E chiedersi che sarà ancora una volta, osservare la vita con gli stessi occhi diversi ogni giorno, sempre la stessa domanda "cosa mi stai preparando, vita?" e sempre la stessa impercettibile risposta.
Non seve caricare di significati una serata, basta viverla. E lasciarsi guidare...
Altra giornata di silenzio quella di ieri, ma stavolta niente silenzio preparatorio, piuttosto silenzio commemorativo, di riflessione. Un anno fa, nella giornata di ieri, vi avevo visti sfilare, quasi ordinatamente, ininterrottamente, dalla porta di quell'aula tre che difficilmente potrò dimenticare così impegnata. E ricordo l'oggi dell'anno scorso: una mattina di telefonate, di riflessioni, del "come è andata". E' passato un anno e sento che le mie previsioni si verificano: sono diverso dall'anno scorso ma sono sempre io. E la laurea poco ha inciso su quest'evoluzione nonostante sia stata una tappa fondamentale. Credevo non avrei scritto a lungo su queste pagine, credevo mi sarei fermato lì, col dirvi grazie e stop. Invece un anno di parole rende più pesante la mia coscienza, e si trascina senza sacrifici.
Poter ricordare è sempre un privilegio, vivere momenti che si ricordano è un privilegio. Il carpe diem qui incontra il panta rei... ed è una sensazione meravigliosa.

giovedì 26 ottobre 2006

Due riflessioni quotidiane forse sono anche troppe, ma una mezz'ora sgombra da pensieri mi ha regalato la possibilità di leggere tutti gli arretrati delle notizie virtuali che colleziono, e su un particolare leggero, ma forse non così tanto, voglio soffermarmi. Abbiamo festeggiato qualche giorno fa i cinque anni di iPod, tra le tante curiosità che mi hanno bersagliato, ho colto l'occasione per osservare il keynote dell'evento di presentazione , un po' perchè ne avevo voglia, un po' per fingere di incrementare il mio vocabolario inglese. Premetto che non ho mai avuto una passione sfrenata per l'oggetto in questione, credo pure di poterne fare a meno anche oggi, e per molti anni ancora. Tutto nasce quando circa un anno fa (era il 3 ottobre), i cari colleghi decisero di donarmi affettuosamente un iPod shuffle, che, preciso, è solo un abbozzo di iPod e che mi ha accompagnato nei viaggi e nelle nottate torbide di quest'anno. Forse è per quel piccolo mattoncino bianco che adesso scrivo... ma è un'altra questione, vediamo se nella forma più che confusa riesco a ricondurmi all'oggetto del post, allora: ho osservato con attenzione il keynote, il solito Steve Jobs con i soliti jeans e il solito dolcevita stava per presentare al mondo la sua rivoluzione. E non è possibile nascondersi dietro un dito, chiamarlo "evento commerciale" o "oggetto di moda", l'iPod non c'era, oggi c'è ancora. Ed è strano vedere come tutti i presenti osservavano con aria quasi di sufficienza, perchè 'sta saponetta bianca in fondo non aveva poi tanto di speciale: 5 giga, mille canzoni in un pacchetto di sigarette. Ed è vero, sembrava pen poco allora, e sembra ancora meno oggi, davanti al nuovo ipod da 80 giga con video a colori e possibilità di vederci pure filmati, ancora più piccolo, poco meno che ventimila canzoni. Solo cinque anni in fondo, il tempo di una rivoluzione. Milioni di pezzi venduti (trentadue nel solo 2005), migliaia di accessori... diciamo che l'iPod imbandisce le tavole di molte famiglie :). Io le mode mi sono ben guardato dal seguirle, e questa sarebbe comunque troppo costosa per me, tuttavia non posso tacere il mio "buon compleanno" alla piccola invenzione che nella modestia della mia capacità di considerare può mettersi sul podio, assieme a telefono e tv. A volte a "pensare differente" si può anche imboccare la strada giusta...
Aspettano annidati tra le pieghe della memoria per giorni, settimane, mesi. Poi mentre non sai a cosa stai pensando riaffiorano, all'improvviso, ed è un impatto inevitabile, ed è un impatto che cambia il tuo modo di osservare certe cose. Questo è quanto è successo oggi anche a me, non ricordo quando, non ricordo perchè, non ricordo neanche se... ma è accaduto. E ho ricordato l'unico istante tra quelli di una vita in cui ho avuto la possibilità di essere artefice del mio destino. L'unico istante in cui ho saputo rispondere senza perdermi in un'analisi costi-benefici, senza concedere altre possibilità, senza fare "quello buono". Ho risposto per me, o forse la stessa risposta ha preso il mio posto. E mi vedo adesso, frutto di quell'istante. Da un'altra parte vedo i cocci che non sono miei... nonostante tutto non ho la forza di sorridere...

martedì 24 ottobre 2006

Distratto nella semplicità dei momenti, dalla velocità del tempo che passa. Pochi punti saldi. Pochi ma buoni. Tra uno e l'altro solo una grande distrazione. Non può deluderti un punto saldo, segna il tempo tra un respiro e un altro, anima flotte di pensieri e chiama a se innumerevoli cicli di attenzione, l'attenzione che merita. Un punto saldo è saldo pure quando sbagli, non cede sotto il peso della tua inadeguatezza, non rende memoria gratuita. Un punto saldo è sufficiente, basta a sè, basta per te...
Comunicazione di servizio che si trascina da un po': aggiunti nuovi link nella barra di destra, e appena aggiunto l'indicatore del mio status su skype... adesso sapete se ci sono :)
Poi c'è la serata di ieri, ma non è il caso di mischiare ricordi a diritto della navigazione, perciò vi rimando a più tardi. Buona giornata...

sabato 21 ottobre 2006

Post numero trecentossessantacinque. Può voler dire solo una cosa. Ed è l'unica certezza, in quanto in un anno ho invece voluto dire molto più di trecentossessantacinque cose. Ed è tutto molto strano: non credevo di resistere così a lungo su questa appendice della mia vita, su quest'isola saldamente in movivmento. Ed è strano osservare che ciascuno dei giorni consumati da un anno a questa parte sia oggi tracciabile, strano ricordare la sera in cui ebbi questa idea assurda e il giorno successivo in cui decisi davvero di scrivere il primo post. Sana incoscienza, e allo stesso tempo fonte di vita e àncora di salvezza. Ricordo molte delle notti in cui scrissi i vari post, ricordo gli eventi della mia vita che mi costrinsero a correre qui per credere di aver realizzato davvero qualcosa, ricordo che mancava una settimana esatta alla mia laurea. Ricordo... e con pazienza sono riuscito a creare una dimensione parallela della mia memoria, un solco visibile nella mia immaginazione. Vi invito tutti ad andare a rileggere quello che è stato il primo vero post, il post del ventuno ottobre duemilacinque: mi affacciavo sui vostri monitor, e soprattutto sul mio, che mai mi era sembrato così simile ad uno specchio, e affacciandomi chiedevo quasi scusa per il disturbo e precisavo che era questo il modo che preferivo per dire "grazie" alle persone che in quei momenti avevano reso la mia vita di nuovo una vita. Oggi chiedo di nuovo scusa per il disturbo, scusa per questi trecentosessantacinque post, e vi chiedo di poter continuare a sussurrare ancora una volta, ogni giorno, il mio "grazie". E sento, sento che questa non è una mia creatura, non è solo parte di me. E' anche parte di voi se vorrete concedermi questo onore. In fondo ho narrato me stesso nei vostri occhi, forse abusando addirittura della vostra persona, dei sentimenti che vi attribuivo. Sono quello di un anno fa, ma diverso. Ed una sola cosa non è cambiata nella mia vita: voi. Voi che ho conosciuto, voi da me riscoperti, te, da me ritrovata... Ed è stato un continuo distruggere e ricostruire e così sarà per sempre.
Scusate ancora per il disturbo, e datemi ancora la possibilità di leggermi nei vostri sguardi, fate che ancora una volta io possa dire "grazie", e accettate oggi che io mi ripresenti: "Piacere, sono io, e nella vita faccio colui che vive... di voi..."

venerdì 20 ottobre 2006

Il silenzio di questi due giorni è un silenzio preparatorio. Non so quanti di voi siano a conoscenza dell'"evento" di domani, non so a quanti possa poi interessare. Ciò che conosco è la mia voglia di optare ancora un'altra sera per il silenzio, e sperare di essere ancora qui domani, a poter dire "grazie" ancora una volta. A domani dunque, e che sia per tutti una felice serata...

mercoledì 18 ottobre 2006

Poi arriva la musichetta speciale, e sai che quel film volge alla fine, e gli eventi diventano catene, i personaggi cambiano atteggiamento, tutto prende a combaciare fino ai titoli di coda. E questa sera sta per chiudersi, e la musichetta speciale mi pervade, e rifletto ancora una volta prima di socchiudere le palpebre e vedere scorrere i vostri nomi sui titoli di coda di questa giornata. E anche questa sera a chiedersi che senso abbia, anche questa sera lottare per digerire poche righe di lacrime e un grande spavento. E sempre più spesso chiedermi perchè, e sempre più di rado giungere alla mia conclusione. Eppure non mi stanco finchè ci sono, finchè ci sei, finchè ci siet, ci siamo. E ancora una volta tutto pare risolvibile. Quell'abbraccio che non giunge a centinaia di kilometri ti lascia impotente, ma cosa non ti lascia impotente a mezzanotte e cinquanta, nel silenzio più profondo. Non sarei libero neanche di parlare a quest'ora, ed è per questo che il silenzio favorisce il riaffiorare delle parole più significative della giornata. L'ennesima giornata segnata dalle vostre parole, memorate e immemorabili: le notizie date, i complimenti ricevuti, le promesse scambiate... Adesso lenzuola fresche e voglia di calore, un omaggio lento alla tenerezza di cui amo circondarmi da qualche tempo... poi abbandonarsi al sogno che si mischia con la preghiera, e ancora una volta inseguire il perchè del giorno che mi aspetta domani, ancora una volta sperare di essere utile, di strappare un'altra promessa, di pronunciare un altro "ti sono vicino", e sperare che un'altra persona abbia motivo di complimentarsi con me, perchè se lo avrà fatto avrà anche dovuto riflettere e riflettermi, e io nel riflesso delle vostre vite vivo...

lunedì 16 ottobre 2006

Tornare, riprendere tutte le attività lasciate in sospeso, quelle piacevoli e quelle che si vorrebbero evitare. Arriva però il momento in cui tutte le attività si fanno da parte, e ci si accompagna solo ai pensieri degli ultimi giorni, alle persone care che soffrono e alla sofferenza che ne deriva. Le sorprese della vita non sono tutte piacevoli, e spesso, come dicevo credo quelche post fa, è difficile rinvenire un senso. E cosa ho da esprimere io allora? Proprio nulla, se non la serenità del servizio che si accompagna alla preghiera, riscoprirsi utili ancora una volta come qualche tempo fa, e sperare in un nuovo ritorno alla serenità di una vita. Basta un "ti voglio bene" per chi ha il coraggio di esprimerlo...

sabato 14 ottobre 2006

Una lunga giornata.
Lunghissima, tanto che non ricordo dove è iniziata e ancora vedo che non è finita. Il primo pensiero degno di nota lo lascio allo Stretto: per un isolano trovarsi sul mare e volgere la prua verso altri lidi è un'esperienza pesante, soffocante. E che strana parola "isolano"... soprattutto se si pensa che qualche manciata di secoli fa nessuno avrebbe potuto giurare sul fatto che la Sicilia fosse un isola. Qualche manciata di secoli fa allora non so come mi sarei sentito, non so se la mia impalpabile condizione di "isolano" avrebbe potuto incidere sul costruirsi del mio pensiero.
Poi due treni e un bus, una serata intensa e un mal di testa ancora persistente che mi ricorda essere sveglio. Stasera una figura che appare consueta nel mistero di una bellezza imprevedibile ma tranquillizzante, la consueta mano sfiorata, un consueto sguardo e quell'espressione che in una è mille. Un saluto che è ritrovarsi più forti, consapevoli di aver costruito un impalpabile in più, e mai l'impalpabile mi parve così denso...
E infine un materasso che non è il mio, rumori che non mi appartengono eppure si rivelano così ospitali, così benevoli. E su questo materasso i sogni di sempre, cuciti sulla mia pelle, tatuati sul mio corpo, presenti sempre e comunque... Per questa giornata, ancora una volta, grazie di cuore...
Stranezze su rotaia...

Scattata questa mattina sull'espresso Villa San Giovanni-Paola. Forse c'è un senso, io non lo conosco... praticamente su tutti i finestrini all'esterno compariva la scritta "entrata di sicurezza"... Tipo che se mi sento minacciato in stazione sfondo il vetro ed entro dentro il primo treno? Non si fa prima dalla porta? Boh... per le riflessioni dell'alba di oggi vi rimando a dopo.. buon week end!!!

giovedì 12 ottobre 2006

Nonostante tutto, nonostante questi giorni un po' sospesi, oggi sono arrivato ad una conclusione che non mi sarei mai aspettato da una persona come me: forse una vita sola è poca per vivere anche il minimo vivibile delle emozioni. Ho sempre pensato il contrario, si cambia. E le persone che ho accanto meritano di essere vissute per più vite, oggi lo sento...

martedì 10 ottobre 2006

E' lecito avere paura? Domanda idiota e risposta banale: si, fin quando sono gli eventi ad avere la capacità di imperare sulle nostre giornate. Dietro ogni angolo una dimensione diversa, ovunque l'occhio non arriva una realtà sconosciuta. La tristezza di un evento traumatico, la difficoltà di accettare conseguenze inaspettate. Eppure, dietro tutto questo, un disegno inafferrabile, un senso difficile da cogliere. E' stato un anno di eventi traumatici per me, e dietro ad ogni trauma una lezione. Innumerevoli lezioni. Lacrime proprie e altrui a segnare nuovi obiettivi, passeggiate dopo la caduta, scoperte a ritirarsi dell'alluvione. La consapevolezza di ritrovare inutili le questioni sulle quali ostinatamente continuavamo ad appuntare spilli solo poche ore prima. Poi la sorpresa, le sorprese. Poi una brusca inversione di marcia, ad inseguire l'ignoto dietro l'ennesimo angolo. E dove ci ha portato, dove ci porterà quello che ieri è stato, quello che oggi è dolore? Io scommetto: lontano. E non sono indovino nè alchimista, solo esperto, ed esperto perchè segnato dall'esperienza. Anche il trauma è riportarci alla vita, spostare la nostra attenzione su ciò che è veramente essenziale. Vale la pena pagare un prezzo così alto solo per tornare attenti? Direi no, certamente no. Ma non sono io, non siamo noi a decidere. Allora tanto vale l'impotenza di oggi se domani può semplicemente sfociare in un abbraccio commosso, e finalmente vero...

lunedì 9 ottobre 2006

Piccola comunicazione di servizio: Ho aggiunto sulla colonna dei link il feed XML Atom. Adesso immagino che questa sigla ai lettori più assidui dica poco, ed in realtà anch'io fino a poco tempo fa ai feed ero allergico. Fin quando... non li ho provati :). Il motivo è semplice: seguo appassionatamente numerosi siti e altrettanti blog, controllare ripetutamente ogni giorno un eventuale aggiornamento degli stessi diventava quasi un lavoro. Ecco a cosa può servire il feed: incarico un software (anche Firefox ha un newsreader integrato) di controllare per me gli aggiornamenti e di riprodurne il contenuto. Io risparmio così tempo e non mi perdo assolutamente nulla...

domenica 8 ottobre 2006

I capelli si staccano e rimangono lì. Come a firmare un'opera d'arte, come a sottolineare una presenza, passata e presente. Li ritrovo in macchina e sui vestiti, e non sono i miei. Sono capace di ammirarli, di studiarli uno per uno e poi raccoglierli con mani romantiche. I capelli sono ricordi di un istante, colori di una tavola. Sottili e fragili, eppure determinati, determinanti. Ogni ritrovamento accende un istante di tranquillità, e su ciascuno di quei capelli provo indegnamente ad arrampicarmi, in una sicura precarietà. Quei capelli non profumano ma rievocano un profumo, ed è strano osservare come un capello solo sia inodore, e mille invece dal nulla scatenino un potenziale inebriante. Quei capelli sono miei, res solo cedit si leggerebbe su un manuale di diritto, acquisiti in forza di una legge celeste, su di me depositati e quindi miei. E chi crede che io stia tessendo lodi ai capelli defunti cade in errore: in certe condizioni tutto diventa un mezzo tendende all'eterno precario che posso accarezzare. Qui il miracolo: godere di tutto il godibile, realizzare di non poter desiderare nulla in più, eppure sapere di non esserne padroni, comprendere che tutto può dissolversi in un istante. Diamanti, così duri eppure così fragili...
Potrei non aver voluto dire nulla, o, semplicemente, con la bocca aperta è difficile parlare. Spazio allora a ciò che non può sentirsi, spazio ad ogni palpito regalato e ricevuto in regalo. I muti non possono parlare e sono capaci di amare. I paraplegici non possono scrivere e sono capaci di amare. Muto e paraplegico per qualche istante, ma all'ennesima potenza. Perchè di fronte a certe manifestazioni, semplici manifestazioni d'esistenza, a nulla serve esprimersi, sapersi esprimere, potersi esprimere...

venerdì 6 ottobre 2006

Improvvisamente giornate sgombre di pensieri e piene di fatica. Perche per fuggire ai pensieri ci si rifugia nella fatica. Adesso ancora poco tempo per pensare, e qualche ora di riposo. Ed alla fine è lecito chiedersi: Perchè non hai ancora qualcosa per me oggi, vita?
Serena notte...

mercoledì 4 ottobre 2006

Ottobre secondo Guccini, da Canzone dei dodici mesi

Non so se tutti hanno capito Ottobre la tua grande bellezza:
nei tini grassi come pance piene prepari mosto e ebbrezza,
prepari mosto e ebbrezza...
Lungo i miei monti, come uccelli tristi fuggono nubi pazze,
lungo i miei monti colorati in rame fumano nubi basse,
fumano nubi basse...
Ho scritto poco in questi giorni, ma la vita reale, quella vera, ha sottratto tutto il tempo utile alla compilazione di questa che è una vita surreale perchè volta eslusivamente all'emozione. E così oggi scrivo e due dottori si sono aggiunti alla schiera limbica dei dottori senza titolo. Giornata formidabile quella di ieri, iniziata con una sorpresa e conclusa a due passi dall'alba nell'incredulità di un incidente di emozioni. E le odi vanno riservate per oggi ad un banchetto degno dell'Amicizia. E oltre il cibo, oltre le cascate inebrianti di profumato mosto adeguatamente fermentato, tanta, tanta possibilità di esperienza. Dire grazie ancora una volta è superfluo, ricordarci attorno ad un tavolo a ridere e ad assorbire assieme anche qualche travaso di bile è una condizione che non si remunera con un semplice grande grazie. Per questo vale la pena tacere e godere del ricordo di improbabili rime e squallide battute. Poi due occhi e una carezza solo immaginata, impossibilità di comunicare eppure grande comunicazione, telepatia progettuale...
E due P.S: il primo, una parentesi che apro "(" e chiudo ")" nell'indifferenza che merita la cattiveria, giusto per appuntare una vergogna che mi accingo a non considerare da questo momento... e sperare come cita il saggio Dott: "solo la bellezza salverà il mondo";
Il secondo: Dopo aver conosciuto L'Esimio Titolare, irresistibile il desiderio di regalarmi un ineguagliabile caminetto Aliberti.
Adesso posso prepararmi tranquillamente per la lezione.. calorosi saluti!

lunedì 2 ottobre 2006

Alchimisti nel tempo libero, e capacità di mutare il piombo in oro. Ecco cosa vorrei dal buio di questa sera. Sono stati giorni intensi, e avrei tanto e troppo da raccontare: chiacchiere, sorprese e viaggi. E invece è il piombo a prendere il sopravvento, a farmi mettere da parte ricordi ed emozioni che forse andranno dispersi. E non sono neanche alchimista, e il piombo che ho piombo me lo devo tenere. Nessuna formula misteriosa, solo con il mio piombo. Eppure è nel romanticismo insito nelle cose credere che la formula da qualche parte si trovi. Non questa sera, e non vale ricorrere alle meraviglie dei miei ultimi giorni: non è lecito ingannarsi. Piombo, forse l'unico autentico piombo da qualche mese a questa parte. Questa sera devo tenermelo così, e chissà che non mi aiuti a impallinare qualche cattivo pensiero...
Ci sono... molte cose da condividere e neanche cinque minuti per esprimerle... confido nella nottata di oggi...