domenica 30 marzo 2008

Per quanto il test sia approssimativo.

sabato 29 marzo 2008

Chiuso per inventario.

E' questo lo stato d'animo di chi, come me, si trova tra la riorganizzazione e lo spavento, tra il desiderio di capire e il timore di non essere all'altezza, non poter essere all'altezza. In questi giorni ho abbozzato numerosi post per poi cancellare tutte quelle prime righe povere, inconsistenti. E mi sono abbandonato al silenzio di una saracinesca socchiusa. Dietro questa saracinesca la vita va avanti e riesce a regalare pure qualche soddisfazione. Di altri momenti di sollievo ho bisogno, della spensieratezza del gioco. E ho bisogno pure di consenso, quale indice più forte di una fragilità indesiderata? Ricomincio a scrivere e riapro. Certo del fatto che nessuno ha sbagliato mai, e tutti hanno sempre una propria ragione...

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sabato 22 marzo 2008

Il desiderio incontenibile di tutte le mie notti.


Vederla mi scuote. E basta l'ombra eterea di un collegamento internet per scuotere i già svegli sensi di un piccolo uomo innamorato. Svaniscono le fatiche di giorni appena sostenibili davanti quell'ombra che si muove e si ripropone discreta sui pixel di questo monitor che adesso mi vede memore narratore di emozioni inenarrabili. Ragazza o donna? Angelo o timido e discreto indice direzionale? A me non importa poi così tanto, a me interessa tendere alla felicità imperfetta e precaria di tutti i nostri giorni. A me interessa la vita fine a sé stessa, quella per cui Vale la pena svegliarsi senza pena e avere qualcosa da fare, qualcuno a cui pensare, una meta da raggiungere o un obiettivo da sfiorare. Nel sonno bramo ogni centimetro di pelle, agitando arti disarticolati senza lei. Nel sonno dipingo agitato i paesaggi che immagino nel fragore della notte che mi consegna all'oblio, e scorgo tra pennellate di un impressionismo pesante laghi e vallate erbose di un verde spremuto all'osso, come si spremono i bei sogni. All'alba mi sveglio di elettricità sentimentale, pronto a scattare da un letto a voler coprire le più disumane distanze a piedi o in bici, caparbio corridore dell'amore aperto al sudore delle passioni. E correrei da lei su una gamba sola o senza gambe, correrei da lei sfidando la gravità e umiliando ogni ostacolo, correrei per il gusto di correre, per il vizio di arrivare stremato tra braccia forti di calore. Ogni boccone del mio pasto è consumato a piedi nudi, tra i profumi di questa primavera nuova ogni giorno, tra le api che approfittano della dolcezza dei miei pensieri per faticare di meno. E le formiche ancora intorpidite tatuano spirali dal significato inafferrabile sulle caviglie. E sono tutto per i miei sentimenti, tutto inebriato da profumi, ricordi e visioni. L'unico cruccio è diventare improvvisamente vittima di una spietata balbuzie quando dovrei esprimermi in termini degni delle emozioni che mi sminuzzano e rimpastano. Torno alla mia vita, con il cuore che a furia di fremiti potrebbe crollare teneramente spappolato al suolo. Che fine gloriosa sarebbe, tesa a cancellare tutti i morti in battaglia che la storia ha glorificato...

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mercoledì 19 marzo 2008

Umani silenzi e superficialmente profondissima quiete.

Un interminabile silenzio. Ma di quei silenzi che scorrono lungo binari chiassosi e pieni di vita, frenetici e spossanti. Un interminabilmente rigenerante silenzio, di quelli che non aspirano alla completezza, e che ti lasciano a un passo dalla calma che avresti voluto rinvenire, costringendoti a correre di nuovo, e inseguire passo dopo passo quella tranquillità che si intravede sempre lontana, insensibile agli avvicinamenti della vita, imperturbabile nella sua calma essenziale. Ho tentato di riposare stancandomi di vita, ho raggiunto la calma non attraverso passi lenti in sentieri verdi e silenziosi, ma ad ampie falcate, insostenibili per un cuore non da atleta eppure sostenute. E' stata una settimana che mi ha messo sul percorso il ricercatissimo repertorio degli eventi ammirevoli, dalla vita che nasce alla pagnotta consumata all'ombra dei pini in numerosa e piacevole compagnia, dal timore di ogni scelta alla paura di aver ferito, dalla porta che ti apre amica al Dottore che con diversi minuti di ritardo si affaccia alla finestra con gli occhi del sonno. Attimi, istanti che non passeranno, impressi indelebilmente tra righe cerebrali e tortuose sinapsi. La quiete prima di aggredire l'ultima preda dell'ultimo capitolo di questo tomo della mia vita che si appresta ad essere collocato con amore da bibliotecario novantatreenne. Anche oggi teso all'incompletezza che ormai si identifica nel mio infinito.

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mercoledì 12 marzo 2008

Galeotto fu il libro e chi lo lesse...


Riflettevo all'ombra di questa pretesa cultura giuridica che dovrei avere ormai nelle vene, e riflettevo con il peso di qualche migliaio di pagine sul cuore e altrettanto sotto il culo, a sostenere cotanta massa ragionante. Ho un rapporto splendido con i miei libri, ed è più che altro un rapporto tattile, perché quando non so leggerli quantomeno i libri io li accarezzo, e li amo. Li amo anche quando sono scritti con i piedi, anche quando non raccontano una bella storia e preferiscono snocciolare numeri e rubriche. Bat mi disse una volta che il mio amore per i libri si palesa dal modo in cui li tengo in mano, da come li sfoglio. Ieri mi sono occupato dei miei sudati libri di diritto, li ho tutti buttati giù dallo scaffale e riposti nuovamente con cura secondo un ordine più passionato che ragionato. Qualcosa manca, è andata smarrita a seguito di qualche prestito, o non è stata degna di essere posta dorso a vista, ma poco importa. E' presto per dire cosa sia stato o cosa sarà di queste migliaia di pagine, è presto per vedere fruttare centinaia di concetti che giacciono chissà dove. Io ieri solo una cosa ho realizzato: al tatto un volume Giuffrè è più amabile di un Giappichelli. E dietro questa piccola perla di idiozia preferisco nascondermi e tacere.
Un sentito ringraziamento va a Ale, Chiara, Giorgio e Rita che mi hanno regalato una serata semplicemente splendida.

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martedì 11 marzo 2008

E' (quasi) finita.

Di nuovo qui, reduce da giornate insostenibili sotto molti punti di vista, di nuovo vivo. Da ieri non ho più esami universitari da sostenere. Si chiude la mia rispettabile carriera con un venti strameritato in diritto processuale civile. A tutto questo era dovuta la mia assenza degli ultimi giorni, giorni segnati da un'ansia quasi dolorosa, giorni in cui la mia ulcera autolesionista della mano ha fatto i conti con i morsi più subdolamente aggressivi di sempre, giorni privi di coraggio ma con tanto coraggio da dover dispensare. Una quarantina gli esami di questi anni, affrontati ogni volta con il proposito di studiare come una studente serio la volta successiva, un proposito sempre disatteso, unico vezzo, unico colpo di testa che la mia fama di artista fallito mi ha concesso. Eppure ce l'ho fatta anche io, rocambolescamente, costretto a sacrifici più grandi di me, schiacciato dalle ansie delle notti preesame. Sempre più consapevole, sempre più preparato a questa vita, sempre più ricco di voglia di viverla, questa vita. Mi butto sulla tesi adesso, su quelle teorie sul concorso esterno nel reato associativo che cominciano a darmi ragione. Caspita, sono soddisfatto, ma troppo. Soddisfatto e sempre più consapevole. Poco importa che domani le fatiche saranno altre, i dolori saranno maggiori e le ulcere si riapriranno, saranno sempre fatiche, dolori e ulcere diversi da questi. E con me altri hanno voltato pagina, e altri ancora lo faranno nei prossimi giorni. Non siamo più studenti in erba, timorosi di affrontare diritto privato e consolabili con il noto brocardo privato mezzo avvocato. Siamo diversi, gli stessi ma non più quelli di allora, e abbiamo voglia di domani, lo sento.
P.S. A fumaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!

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mercoledì 5 marzo 2008

Principe(ssa) del Foro.

Piangono le aule di Tribunale di tutta Italia. Si è spenta nella serata di ieri, provata da una grave malattia, l'Avvocato Tina Lagostena Bassi. Molti di noi l'hanno conosciuta solo in seguito alla sua comparsa sul piccolo schermo di Forum, la fortunata trasmissione televisiva. Gran parte del suo lavoro invece lei lo aveva già svolto negli anni, impegnandosi con ammirabile passione sia in Aula che offrendo preziosa collaborazione alle Istituzioni soprattutto in materia di pari opportunità. Una vita spesa a lottare a favore dei più deboli e delle categorie svantaggiate. Le siamo tutti debitori, anche se in questo caso nessuno potrà avvalersi della facoltà di decidere in via equitativa, come lei amava fare.
Sperando di avere la forza di saperti prendere come esempio, a rivederci.

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sabato 1 marzo 2008

Scherza coi fanti e pure con San Remo.

La polemica si fa sugli ascolti, e io vorrei essere per un anno il direttore artistico di questa così sciupata manifestazione. A me della polemica interessa poco, e poco interessa pure degli ascolti, perché io ho la ricetta per rendere sopportabile pure Sanremo: YouTube. In mezz'ora ho ascoltato tutto quanto potesse interessarmi e, devo ammettere, mi è sembrata una buona edizione quella di quest'anno, ove per "buona" deve intendersi la possibilità di ascoltare tre o quattro pezzi decenti. Tanto buona da costringermi, ieri sera, all'ascolto semi-integrale della manifestazione canora, ove per "semi" deve intendersi che certi pezzi, dopo i primi sei o sette secondi mi costringevano a volgere il pollice del comando remoto altrove. La prima delusione è affiorata alla vista della giuria di qualità, soprattutto quando ha cominciato a palesare le proprie valutazioni. Fede per fortuna ha aperto la bocca con parsimonia, ma quando l'ha fatto non si è certo risparmiato nella profusione di parziali idiozie, ove per "parziali" deve intendersi il termine che in linea teorica dovrebbe mettermi al riparo da una astrattamente possibile querela. Se però la giuria in studio (non ce la faccio a definirla "di qualità"), salvo elogi nostalgici del passato cutugnano e littletoniano e intraprendenti slanci di generosità nei confronti di Tatangelo (che almeno un po' di fischi se li è presa al ritiro del premio) e Moro, ha in linea di massima espresso un giudizio condivisibile, ove per "condivisibile" deve intendersi non scandaloso, è stata la giuria demoscopica, unita ai televotanti casalinghi, a rendere bene l'idea delle condizioni del nostro (per dignità e amor patrio lascio gli aggettivi sulla tastiera) Paese e a farmi ricredere definitivamente sulle possibilità, che prima di ieri sera ritenevo quasi nulle, in capo a Berlusconi, di tornare al potere. E così mi tocca vedere Sergio Cammariere schiacciato da Meneguzzi, Finley e Cutugno, che ci vuole pure un certo sprezzo del pudore per riportare certe notizie. Bennato si accaparra il decimo posto, sovrastato da Little Tony (che almeno non correremo il rischio di vederlo al prossimo Sanremo, pare che si sia ritirato. E comunque faceva un po' di tenerezza, e il nono posto non lo demerita) e nientepopodimeno che Gianluca Grignani. Tricarico non compare in classifica, ma almeno può consolarsi con il premio della critica. Sebbene non fosse il mio pezzo preferito, quello di Tricarico, Vita tranquilla, è stato l'unico a commuovermi quantomeno per la spontaneità e sincerità dell'interpretazione. Meritavano di più L'Aura e il conterraneo (mio) Venuti. Scandalosa l'esclusione di Max Gazzè, che presentava uno dei più bei pezzi d'amore sentiti negli ultimi anni, mi premurerò di acquistare l'album nonappena farà capolino su iTunes music store. Stupido e inutile il pezzo di Tiromancino (e mi spiace). Non mi è piaciuto il pezzo di Frankie Hi Nrg, banale e soprattutto accostato palesemente alla copertina di Storia di un impiegato di De Andrè, copertina che tra le altre cose Pippo Baudo (direttore artistico) non ha riconosciuto.

Mi costringo così a pubblicare la mia personale classifica:

Ma chi l'ha vinto in verità questo festival? Ah, quelli come i Jalisse.

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