Signor Briguglio, mi parli della discordanza tra morale e politica riguardo alla pace perpetua. E io occhei, ho raccolto tutte le energie rimaste a soffocare tra un neurone e l'altro e ho cominciato a parlare, e ho detto pure cose sensate per i primi quarantacinque secondi. Ma lei no, voleva parare altrove, voleva fare presto. Fu così che mi interruppe. E fu così che cominciai, quella mattina di febbraio, a sparare cazzate. Ma non cazzatelle così, superficiali e campate in aria. Cazzate ben confezionate e curate, da sembrare inevitabilmente e inequivocabilmente cazzate. Puntando un po' sui residui di intelligenza che ancora gratto dal fondo del barile, e soprattutto sulla compassione, sentimento che ancora oggi è ospitato dai cuori dei giusti, porto a termine la mia missione passando attraverso una specie di domanda che ancora non ho capito e, infine, approdando a Hobbes e la Jurisprudence. Peccato che, essendo mediamente preparato sulla Jurisprudence, mi sia ovviamente soffermato solo su Hobbes, fantasticando dell'omominilupus e di altre cose che non credevo neanche di sapere, tralasciando l'Utilitarismo Benthamiano, Austin, i Neorealisti Statunitensi e infine nientepopodimenoche Hart e la Jurisprudence Analitica (da non confondere, ovvio, con l'Analitical Jurisprudence che è decisamente un'altra cosa).
Adesso meno uno, poi potrò finalmente dedicarmi al favoloso mondo del concorso esterno nel reato associativo (che, vi anticipo lo scoop, non esiste. E chiaramente solo un genio poteva scegliere di sacrificare la sua tesi a un quid che non esiste).
Come potrei però trascurare i veri artefici (con l'accento sulla e) di questo ennesimo gloriosissimo successo? E' sempre la stessa storia, io ci metto il mio, marcisco tra divano e scrivania, mi siedo davanti alla cattedra e comincio a balbettare. Dietro tutto questo però c'è una struttura di un certo livello, mica noccioline. Ci siete voi dietro tutto questo, chi più chi meno, chi con i pensieri, chi con le parole, chi con i sms, chi con le mail, chi con altre particolari manifestazioni. E allora non so in quanti frammenti andrà divisa la mia pergamena di laurea, ciò che conta è che la mia felicità sarà in misura inversamente proporzionale alla misura dei pezzi. Spero di essere capace di darvi la possibilità di farne polvere.
Aspettatevi in questi giorni un dettagliato post sull'unico, originale e inimitabile soldato dell'autonomia, l'Onorevolissimo
Cateno De Luca.
P.S. Non ho preso trenta.
P.P.S. Non ho preso neanche ventotto.
P.P.P.S. Beh, neanche ventisei.
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