sabato 31 marzo 2007

Esiste l'indipendenza? Fortunatamente no. Sarebbe impossibile sciogliere la nostra esistenza da quel fulcro più o meno distante, più o meno parte di noi, ospite o padrone di casa. E in fondo per cosa vivremmo se non per soddisfare ciò per cui siamo indotti a un ragionamento, a un'azione qualunque? Potremmo vivere solo per noi stessi? E a che scopo? Potremmo sganciare il nostro essere dall'essere che non siamo ma per il quale siamo? Tutte domande (inutili), e queste parentesi esistono perchè nessun aggettivo si addice al sostantivo "domanda", lemma incompiuto per eccellenza anche nell'accezione Gadameriana. Non esistono aggettivi parziali per sostantivi parziali. Esistono aggettivi compiuti per pensieri densamente tangibili. E mi sento come la bottiglia d'acqua diffusamente abitata da quello che a Messina chiamiamo lippu, parsimoniosa e incostante nel far sgorgare ciò che contiene, sgradevole e sgradita quanto affascinante e affascinata. Inutile e incompiuta, emarginata osservatrice. Per quanto tutto sia così solo stranamente bello, non potrebbe essere meglio, un po' come le tele Picassiane...
Raggiungere le lenzuola con la consapevolezza di aver scoperto di essere capace di un amore più grande, e allo stesso tempo aver capito che un amore più grande è capace di me. E' un'emozione che vi auguro con tutto me stesso. Mi sembra di sfiorare il pavimento, mi sento riconciliato davvero. E la cosa più assurda è che non so spiegare come questo stato d'animo si sia insinuato tra le pieghe della mia malinconia perpetua. E' capitato e basta, come la pioggia col sole, come un deragliamento a bassa velocità. In fondo siamo prede, fuggiamo dai nostri stati d'animo per essere catturati e divorati dagli stati d'animo che vorremmo nostri. Ed è una fuga a lieto fine, un epilogo naturista. Possiate sentire questo profumo, in questo momento, proprio adesso, nella sottile coscienza del sonno. E possiate svegliarvi domani con un sorriso ignaro, ignari voi stessi. Dolce notte...

giovedì 29 marzo 2007

Diciamo pure che c'è veramente molto poco di artistico in questa foto, ma sia uno scatto ad imperitura memoria, a testimoniare uno tra i tanti momenti piacevoli passati insieme. In fondo nessuno di noi può permettersi capolavori alla parete, nessuno di noi beve Sassicaia ogni giorno, nessuno di noi ha i mobili costruiti da Geppetto. Ed è forse proprio a causa di questo tendere all'imperfetto che la vita merita di essere disturbata ogni istante. L'eccellenza è nemica del miracolo quotidiano, e di questo scatto poco nitido, incolore e sfocato io faccio il manifesto dell'essere per come si è veramente: normali nella nostra specialità.

martedì 27 marzo 2007

Scopri ogni giorno cose nuove, e sembra la pubblicità di un omogeneizzato. Ma è così. Ad un tratto, mentre ascoltavo ciò che iTunes voleva propormi ho cominciato a ricordare, a ricordare di una sera di qualche mese fa, di una sera e di molte sere. Ho ricordato di come sia bello poter umiliare il proprio pragmatismo, la propria vomitevole precisione in maniera spensierata, con una leggerezza che di certo non mi è propria. Era un martedì, un mercoledì forse, e ho avuto il coraggio di entrare in una pizzeria, deserta, alle ventitre passate. Si percepiva aria di chiusura, pareva fossimo riusciti ad entrare solo per uno scherzo del destino, solo perchè il cassiere aveva dimenticato di chiudere a chiave la porta di ingresso. E' stato romantico: una sera a perdersi e a parlare, a giocare, a sognare... e poi la fame, e la voglia di mangiare. La corsa pazza per trovare un locale aperto, afferrare e spingere una maniglia. Non potevano più buttarci fuori. E per me, da sempre abituato ad essere il primo cliente della serata, è stato un piacevole shock. Dovremmo, dovrei rinuciare più spesso a una piccola parte di me stesso, sempre e a piccole dosi. Riusciremmo, riuscirei a capire molto più di me, riuscirei a ritrovarmi dove non mi ero mai incontrato. Finalmente vita, vita vera: molti più sacrifici, molte più delusioni... ma anche molta più gioia sincera, felicità vera.
E vi lascio con uno di quei consigli che mai siete disposti ad accettare: dite al vostro iTunes di suonare Augustìn Barrios "Mangoré", Cueca. Nessuno se ne pentirebbe. E se trovate la versione di Eliot Fisk aggiornatemi, io per il momento ascolto quella di John Williams.

lunedì 26 marzo 2007

Il pomodoro cinese: ecco l'incubo dell'Europa indifesa. Prendi una trasmissione tipo, che so, unomattina, occhio alla spesa o simili. Prendila in un giorno a caso, prima o poi si parlerà dell'incubo del pomodoro cinese. Parte il servizio dai toni tragici, che mostra queste pericolosissime lattine contenenti nientepopodimeno che (rullo di tamburi e suspence) pomodoro cinese. Non antrace, non scorie radioattive: pomodoro cinese. E tutti a demonizzare sto povero pomodoro, che è rosso per i coloranti, morbido per gli emollienti, liquido per gli eccipienti... insomma non è pomodoro, è un prodotto cinese. Adesso, io in Cina non ho mai avuto la fortuna di andarci, confido quindi nelle esperienze di qualche lettore, tuttavia credo che anche in Cina il pomodoro non sia poi così diverso dal nostro. Credo sia rosso pure quello, rosso e gustoso. La TV deve comunque disprezzarlo perchè è cinese, perchè i prodotti cinesi sono scadenti, sono il male, perchè i cinesi si sono messi a fare concorrenza ai negozianti italiani, aprono i negozi nelle stesse vie e vendono di più, aprono sempre più negozi e hanno successo. E poi i cinesi sfruttano i bambini, commerciano organi, foraggiano la mafia (cinese). Dei raccoglitori di pomodoro in Puglia o in Sicilia che lavorano sedici ore al giorno per dieci euro non ci si preoccupa molto, sono in nero, è come se non esistessero. Della mafia (siciliana) nulla da dire, piuttosto si fà silenzio, quel silenzio a lei tanto congeniale. Le sofisticazioni alimentari in Italia non esistono, per carità. C'è solo lo sfruttamento cinese, la mafia cinese e le sofisticazioni cinesi. E 'sto santo pomodoro diventa una specie di capro espiatorio. Io credo che ogni sistema produttivo debba essere autoctono per tante ragioni, e debba rivolgersi solo in via eccezionale a più o meno probabili importazioni. Ciò non vuol dire che se in Italia mangiamo il pomodoro cinese siano i cinesi a commettere un delitto, evidentemente sanno vendere meglio di noi. E il pomodoro cinese è sofisticato come quello italiano, nè più nè meno. E' prodotto con lavoratori sfruttati per la stessa percentuale italiana, nè più nè meno. Forse la verità è che ci stiamo imbarbarendo, nel duemila si parlava di globalizzazione, di cittadini del mondo. Oggi si parla di dazi e dogane, si parla di minaccia cinese, si parla di tante cose strane. La verità è che i cinesi sanno commerciare meglio di noi, vendono a cinque euro una maglietta che alla produzione ne costa tre. Noi la stessa la rivenderemmo a 50. Questo potrebbe essere considerato buon commercio, potrebbe persino essere conveniente a molti. Non a tutti però. E se i negozi cinesi si moltiplicano invece di chiudere come i nostri, è evidentemente perchè chi lavora in officina non può pagare cinquanta euro per un bene che ne vale cinque. E finiamola con la storia dei beni di lusso, dell'alta qualità, del made in Italy. L'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro, non sul lusso nè sul made in Italy. E il cittadino italiano compra come preferisce, e a volte può preferire di acquistare al prezzo giusto. Se la crisi fosse un concetto generale chiuderebbero tutti i negozi indistintamente, e tutti i negozi indistintamente sarebbero in crisi. Chissà perchè invece quelli cinesi si moltiplicano e gli italiani chiudono e lamentano crisi. Credo sia giunto il momento di prendere lezioni di marketing, di osservare in umile silenzio. Perchè è arrivata l'ora in cui abbiamo poco da insegnare. Tutto ciò potrebbe farci bene.

domenica 25 marzo 2007

Le persone che conosci si dividono in tre ben delimitate categorie: a) chi non crede in te; b) chi ha creduto in te, e c) chi chi crede in te. Le persone che fanno parte alla schiera di a) non rilevano ai fini della nostra indagine e non vanno considerate in alcun modo. Le persone che fanno parte di c), neppure hanno bisogno di una dispendiosa rassegna in esame: sono quelle che ti fanno andare avanti e di cui parli ogni giorno, alle quali ti aggrappi, sulle quali ti sostieni. La categoria spinosa è la b). Dopo una lunga seduta riflessiva traggo le mie conclusioni: quando tutti gli individui sub c) transitano sub b) vuol dire che hai fatto una cazzata difficilmente reversibile. Se rimane annche solo un soggetto nella categoria c), sono tutti i transitanti sub b) ad aver fatto una cazzata difficilmente reversibile. Nota Bene: è inutile che si dica "vado per la mia strada" in caso di osmosi ex c) apud b): la cazzata l'hai fatta, qualunque cosa tu creda.

sabato 24 marzo 2007

Avevo scritto tante cose, poi ho preferito selezionare tutto e dare un deciso colpo di backspace. Che sia questa una metafora del mio attuale modo di esistere? Non credo.

venerdì 23 marzo 2007

Accarezzo la fine di una settimana strana, sofferta. E mi ritrovo in una pace inquieta. La pace inquieta che pare impregnare tutto ciò che mi circonda. Un po' come questo, che stamane era l'oceano di Messina.


E resto impressionato ma avulso da questa realtà, forse non sono più del mondo, non sono più di nulla. Ogni maestro non dovrebbe evere scienza ma intuizioni, mi illudo di questo e tento una sopravvivenza neutrale. Lo so che la prossima potrebbe essere la mia pagina...

giovedì 22 marzo 2007

Un secolo fa credo esistessero gli adolescenti, solo non c'era un Federico Moccia che potesse raccontarli con la libertà di oggi. O forse erano le loro storie, le loro vite ad essere più compìte, più discrete, più vere. Forse la loro pelle profumava davvero, forse non era coperta da polveri e odori estranei. Forse era un rischio incontrarsi in un abbraccio fugace, un rischio vero. Chi può dirlo? E forse anche questa diventa un'inutile speculazione.

martedì 20 marzo 2007

In silenzio ho guardato un po' de "Il favoloso mondo di Amelie", giusto per stemperare la malinconia, giusto per sentirmi meno solo in quel pozzo di sospesa immaginazione. E capisco forse che, nella profonda ignoranza cinematografica, resta uno dei miei film preferiti. C'è fissa una voce che mi sussurra "non hai capito nulla", ma non posso ascoltare. E mi illudo di capire. E giusto per sentirmi meno solo mi affaccio qui. Se mi volto vedo il buio alle mie spalle, e il buio oggi sarebbe pure la mia introspettiva. L'unica verità è la mia stanchezza, l'unico desiderio sapere cosa io debba desiderare adesso.
Per fortuna non ci sono solo io, e solo per merito vostro questa non è stata una giornata da dimenticare...

lunedì 19 marzo 2007

Nessun esame per oggi, tutto rimandato a domani. Ma il sapore di questa serata è strano: non è come ogni sera prima di un esame e sono stranamente tranquillo. Oggi a parte l'ulcera da attesa è giunto il primo gelato, e mi basta per capire che si va avanti, con o senza esami, con o senza soddisfazioni più io meno immense. Per oggi basta questo, anche se non mi sarebbe dispiaciuta la serenità di chi non ha nulla da fare domani. Pazienza, altre sedici, venti ore e nel bene o nel male avrò da rimettermi in marcia, avrò da programmare una nuova destinazione...

domenica 18 marzo 2007

Libri socchiusi per stasera, e solo tanta voglia di arrivare a domani. Saremo in tanti sulla stessa barca, come sempre. Ed è allora a tutti noi che è diretto l'ultimo pensiero di questa giornata, con la speranza che le nostre povere braccia possano condurci a porti tranquilli...

sabato 17 marzo 2007

Una volta ogni due mesi dal nulla sorge l'idea per il romanzo del secolo: la metto da parte e dopo una settimana di insistente martellamento dell'autocoscienza creo il nuovo file. Scrivo la prima pagina, registro il file e mi dico: "una pagina al giorno per un anno sono 365 pagine, un romanzo vero". E quel concepito resta sospeso nel limbo di una cartella, in mezzo a tanti altri. Due mesi e se ne aggiungerà un altro. Comincio a credere che il romanzo del secolo sarà un florilegio di 365 prime pagine di 365 romanzi del secolo diversi. Ci vorranno 730 mesi...
Comunicazione di servizio: chiedo scusa a tutti i visitatori del blog, ma a quanto pare, causa problemi dovuti alla moderazione dei commenti, potrebbero non essermi pervenuti i vostri interventi degli ultimi due giorni. Qualora dunque non abbiate potuto osservare la pubblicazione di un vostro commento siete pregati di ritentare: non ero io che censuravo ma blogger stesso... Il problema dovrebbe essere ora risolto.

venerdì 16 marzo 2007

Troppo ignorante secondo le lettere per essere un letterato, e troppo ignorante secondo le norme per essere un giurista. Eppure scrivo, e studio. E' nell'incompiutezza di ogni esistere che dunque possiamo concretizzare la nostra consapevolezza. Perchè non esiste un cerchio che si chiude in sapienza, non esiste il compiuto della conoscenza.
Non ci sono solo speculazioni oggi, c'è pure una sorta di compleanno. Ed è una ricorrenza agrodolce, l'immagine di un giorno che sarebbe stato meglio non celebrare, la cui esistenza però non è stata infruttuosa. Di raccogliere frutti dall'albero della disgrazia un po' mi vergogno. Non posso in ogni modo dimenticare che sono uomo solo da un anno, che ho imparato qualcosa dalla vita un anno fa, che ogni giorno a noi riservato in fondo è un giorno per speculare ma anche un giorno da vivere. E forse è per questo che da un anno a questa parte i valori non sono più ordinati allo stesso modo. E' vero, troppo ignorante per essere qualcuno, ma troppo felice per non essere considerato un vivente. Qualcuno potrebbe anche decidere di non vivere, un vivente però è qualcuno solo per il fatto di aver capito la parentesi che apre una vita...
E allora grazie per ogni lezione, ma la prossima volta, ti prego, fa che sia sulla mia pelle...

giovedì 15 marzo 2007

Paesaggio notturno. E' un non viverlo, un non poterlo assaporare tutta la notte. Non puoi dormire alla sua ombra. Semplicemente lo abbandono così ogni notte per ritrovarlo svanito al mattino. E non è nulla di trascendentale, nulla di essenziale, nulla per cui valga la pena rattoppare parole... Perchè lo pubblico allora? Perchè al primo che indovina di che paesaggio si tratta verrà offerta una gustosa granita con brioche! Notte...
Giusto qualche comunicazione di servizio per il momento: ho snellito la barra laterale, ho tolto la sezione dei post precedenti, praticamente inutile, e tolto qualche bottone superfluo. In cambio ho dato una rinfrescata alla senzione links con qualche aggiunta. Spicca tra i link quello con il quale potrete inviare numerose le vostre donazioni!!! (Ho deciso che non andrò a lavorare, mi sostenterò così). Resta un quesito da porre agli esperti di html: nella barra laterale, come faccio a lasciare una riga di spazio tra un bottone e l'altro (come ad esempio già c'è tra "powered by blogger e il resto) ? E inoltre: la sottile riga di puntini che separa archivi da link come la riproduco? Grazie in anticipo!
Quasi dimenticavo: anche se ci sta malissimo ho deciso di aggiungere il mio wee mee! Pure questo sulla barra laterale, magari gli amici potranno creare il proprio ed aggiungerlo alla schiera!

martedì 13 marzo 2007

E' capitato che, improvvisamente, in questo momento io abbia voglia di dire molte e molte cose, di molti e molti campi diversi del mio non sapere. Cerco quindi di fare un po' d'ordine.

post a) Ieri è stata una giornata mostruosa, una di quelle che per quanto sono mostruose non ti consentono di correre su un blog a raccontare di come sia passata anche quella, piuttosto pensi solo a chiudere la porta della tua stanza alle spalle, rifugiarti sotto le coperte e svanire nel buio, quasi a non farti vedere neanche dai muri, dall'aria... da nulla. Ma è passata pure quella, a rafforzare forse le articolazioni dell'esistenza, o forse a celare crepe che non vorremmo vedere emergere mai. Ma oggi è questione di fiducia se non di fede, e non sento crepe addosso, anzi. E di nuovo ritrovo la mia serenità fatta di abitudini sorprendenti e parole di una dolcezza non sperimentabile. Ritrovo me stesso, il mio corpo in un altro. E posso continuare a sperare.

post b) Una delle meraviglie di questa tecnologia che esiste ma esiste per finta, forse la mia piccola meraviglia preferita, è la possibilità di spulciare le dinamiche degli accessi a questa pagina. Quotidianamente comincio con gli accessi da altre pagine e passo in rassegna i "soliti" amici digitali, tra ultimi arrivi e "donatori" abituali ritrovo Zagara, Ricominciodalbasso, Hronir, neo_scapigliato, Diplod e poco altro. Terminata l'analisi degli amici mi dedico agli accessi tramite chiavi di ricerca, che costituiscono uno strumento di comprensione varia e umana che non ha eguali. In pratica io posso vedere cosa uno sconosciuto abbia cercato su un qualsiasi motore di ricerca per capitare qui. E con voi oggi analizzo gli accessi di questo marzo (in grassetto ciò che i fruitori della rete hanno digitato per capitare da queste parti): nella topsexteen di questo mese al primo posto troviamo la ricerca "Mario Schifano", e fin qui poco da discutere. Al secondo posto "vento nel vento" download, e qui si tratta di un amico che non ha i soldi per acquistare un disco di Battisti. Il terzo posto mi lascia perplesso, si cercava tra milioni di pagine acqua bollita più pura, cosa cercava secondo voi quest'amico? Il quarto posto Amantea, anche qui niente da discutere, il quinto dissertazione lupo steppa, forse qualche studente aveva bisogno di aiuto per compilare la scheda di lettura di un libro mai letto. Sesto posto esame di mantù, non ho idea di cosa possa trattarsi. Settimo e ottavo quasi un ex aequo: favoletta Saba e favoletta e Saba. Nono Majakovskij nuvole e ci mancherebbe. Mario Benedetti ancora per il decimo posto. Torna Saba protagonista all' undicesimo: perchè umberto saba desidera una vita fuori dal normale? Credo che anche qui si tratti di compiti per casa che non possono più svolgersi se non con l'aiuto di internet. Il dodicesimo posto è in assoluto il mio preferito: ritrovare la fiducia esami andati male, riesco a percepire il dramma di questa persona, e sono pervaso da un forte senso di compassione per il fatto che si possa porre una richiesta del genere a Google, la vita è da un'altra parte... al tredici san pietro casserta ora pro nobis. Quattordici sfilata scuola giulio agricola, qua ho un'idea. Al quindicesimo posto troviamo silenzio or silenzi commemorativo or commemorativi, e suggerirei che bastava silenzi* silenz* commemorativ* per risparmiare un po' di battute ed ottenere lo stesso risultato. Dulcis in fundo di nuovo vladimir majakovskij a piena voce, alfa et omega della mia esistenza virtuale e sempre presente nelle varie topsexteen. Io non credo di essere riuscito a rendere l'idea di cosa vi possa essere dietro l'istante in cui ogni anima persa nella rete tenti la sorte di cliccare su quel "cerca con google", ma è un gioco più grande di me a quanto pare, ed è un gioco che calpestala mia capacità di comprendere. Quantomeno ci ho provato.

Ci sarebbero anche un post c), un post d) e forse anche un post e) ma non ho il tempo di tediarvi ancora per il momento... a presto!

domenica 11 marzo 2007

Non so quando decisi che la mia vita non sarebbe stata su un palco. So però che l'ho fatto perchè ci sarebbe stato poco spazio per le scene tra i miei giorni. Beffe del destino, ma proprio tanti anni dopo comincio a capire che, rinunciando al palco "vero", è tra le file del pubblico che è in scena la vera finzione. Ogni giorno è un mostrarsi diversi, ogni giorno è una parafrasi del Giano bifronte, ogni giorno agire alla luce e vergognarsi nell'ombra. E non c'è pentimento, solo realtà. Non c'è deplorevolezza perchè della realtà non ci si può pentire. Quanto sono fortunati allora i personaggi, che non soffrono di evoluzione e restano coerenti, come sono stati creati. Tra le persone invece si cambia ogni giorno, ce lo impone il tempo. E il tempo non è regista ma abile burattinaio.

venerdì 9 marzo 2007

Dov'è che troviamo pace, dove possiamo stenderci sulla sabbia di un inverno d'agosto? Dove quella mano, dove gli occhi ai quali non possiamo rinunciare? E dove è possibile allestire un lauto banchetto per cibarsi solo delle molliche? Dove tutte queste realtà estemporanee, nature morte o cortometraggi? Io non lo so, come tutto il resto.

giovedì 8 marzo 2007

E' con tutta la passione di cui sono capace che mi permetto di dare un colore a questi pensieri. E lo faccio perchè si tratta di un atto dovuto alla mia coscienza, alla mia intera esistenza forse. Questo è un post per tutte le donne della mia vita, per quella decina di anime che da sempre mi fornisce il coraggio e la voglia di continuare. Tutti i momenti importanti della mia vita hanno visto la presenza di una nonna, di un'amica, di un'amante. E per una nonna, per un'amica, per un'amante sono stati i momenti più dolorosi della mia esistenza. Per una nonna, per un'amica, per un'amante i momenti di gioia, i traguardi, le scoperte. E' tutta femmina la mia (seppur scarna) creatività. E potrei essere molto più orgoglioso di una figlia femmina che di un maschio, lo sento. Perchè ogni ragazza ha tutto ciò che noi "uomini" non possiamo neanche immaginare, e solo per questo ci sentiamo simili, sentiamo di appartenere alla stessa specie. Voi vivete e siete vissute care amiche, noi cerchiamo di vivere e non sappiamo lasciarci vivere. Voi sapete bruciarvi, noi dobbiamo ancora imparare ad accendere il fuoco. Voi sapete svegliarvi piano la mattina, noi ci alziamo dal letto e basta. Avete il dono del pensiero e della parola, noi semplicemente sappiamo più o meno come pensare e parlare. E di questo, delle lezioni quotidiane, del modo in cui vi lasciate osservare devo ringraziarvi. Di questo, del vostro essere così diverse e così irraggiungibili non posso che vivere.

mercoledì 7 marzo 2007

Probabilmente vi sarete trovati una volta nella vita fermi ad un semaforo dietro una Nuova Panda. Meno probabilmente lo zelante conducente che vi precedeva decideva in quel momento di dare una rinfrescata al parabrezza. A me è capitato, ed è gioioso notare come la Nuova Panda sia un'automobile più che altruista: gli ugelli che dovrebbero distribuire il detergente sul parabrezza sono progettati per servire anche la vettura di chi sta dietro, e non solo! Oltre a me hanno potuto usufruire del rinfrescante dono anche il fruttivendolo all'angolo che esterrefatto non si capacitava di una pioggia così improvvisa e col cielo completamente sgombro da nubi, e un riconoscente centauro che ha rischiato l'impatto con l'asfalto dopo essere stato investito dall'esuberante getto. Tutto ciò non per recriminare qualcosa: l'ingegnere della Nuova Panda avrà sbagliato qualche calcolo, come io sbaglio quotidianamente la scelta delle parole da spalmare quassù, come io quotidianamente ometto un controllo sulle decine di gesti figli dell'istinto, come io mi ritrovo nella mia piccolezza dopo essermi disegnato imponente...

lunedì 5 marzo 2007

Ogni tanto ci vuole una formula magica: capita quando non ho bene in mente cosa ho intenzione di scrivere, e comincio con un due parole e poi dito pesante sul backspace a cancellare quanto appena digitato. In questi casi narrare cosa accade veramente quando i caratteri appaiono a video per essere immediatamente cancellati aiuta. Bisogna parlarne per esorcizzare questa eclissi curiosa. Ed ecco che sono già partite cinque righe e il backspace non è più intervenuto. Non ho più cancellato nulla, così come non ho ancora scritto nulla e sarebbe ora di cominciare. In realtà non mi va, è un periodo un po' complesso, vissuto tra linee di panico e momenti di euforia, istanti di gioia e profonde stanchezze. Ciò che non cambia grazie al Cielo sono le persone che mi circondano, quelle nuove e quelle vecchie, quelle che mi fanno notare che forse questa pagina sta andando un po' a puttane e mostra solo inutili sproloqui, quelle che mi accompagnano a colazione e mi offrono il pranzo, quelle che tendono una mano quando vivo difficoltà incoffessabili, quelle, o forse dovrei dire quella, che ha capito che non sono poi tutto questo gran capolavoro di persona e tuttavia ha deciso di continuare ad accompagnarmi tra le difficoltà, tra le montagne russe del mio umore, tra manciate di difficoltà... in fondo è vero, non sono se non per il riflesso che genero dagli sguardi dell'anima di chi mi assiste, di chi mi aiuta, di chi mi vive. E non mi sento solo, questa è l'unica salvezza... Buonanotte amici miei...

sabato 3 marzo 2007

Ma può tutto ciò che accade avere un senso? Mi spiego meglio: prediligo radermi con il rasoio elettrico, solo sporadicamente utilizzo la comune lametta e relativa crema da barba. Per questo motivo una bomboletta di crema da barba (utilizzo il gel, che se possibile è ancora più longevo) resta nel mio armadietto molto tempo. E quando dico molto tempo intendo davvero molto ma molto tempo. Si parla di anni, si parla di un tempo così lungo che il lamierino esterno della bomboletta lascia spazio alla corrosione della ruggine. E fin qui nessun problema. Sta di fatto che la bomboletta è diventata sempre più leggera, saranno passati tre o quattro anni, e il gel al suo interno si è esaurito. Da uomo previdente già qualche giorno prima dell'esaurimento avevo provveduto all'acquisto di un nuovo flacone: dal gel antiinvecchiamento alla vitamina E, sono passato al gel "pelli sensibili". Ok, non è un criterio logico ma non è di questo che vi parlo stasera. La vecchia bomboletta, dicevo, si è esaurita. Tutto contento io ho provveduto a eliminare il vecchio contenitore arruginito e ho dato fiato alla nuova lucida bomboletta. Mi rado tranquillamente, fingendo di sentire l'immensa differenza tra l'effetto antiinvecchiamento della vitamina E e il grasso protettivo abbraccio dell'aloe pelli sensibili. Termino le operazioni di rasatura, ripongo il rasoio nel suo astuccio, prendo il tappo di plastica della bomboletta, lo forzo nella sua sede e, senza una ragione plausibile sto coso di plastica prende il volo e piomba dietro la lavatrice. Quando una cosa finisce dietro la lavatrice a casa mia, è come dire che sia stata risucchiata da un buco nero. Margherita Hack potrebbe studiare per lunghi anni e a zero spese il retro della mia lavatrice. Ora mi chiedo, perchè proprio il tappo della bomboletta nuova? Dico, tre anni di bomboletta vecchia, la butto col suo tappo lercio... non poteva finirci questo? No, giusto il tappo nuovo dietro la lavatrice. E ora mi tocca tenermi per tre quattro anni una bomboletta senza tappo, che raccoglierà chili di polvere sulla sommità. Perchè? Perchè tutto ciò non è successo con la bomboletta vecchia?
Umberto Saba, Favoletta

Tu sei la nuvoletta, io sono il vento;
ti porto ove a me piace;
qua e là ti porto per il firmamento,
e non ti do mai pace.

Vanno a sera a dormire dietro i monti
le nuvolette stanche.
Tu nel tuo letticciolo i sonni hai pronti
sotto le coltri bianche.

giovedì 1 marzo 2007

Sono fuori di me, forse perchè ho perso qualcosa di me, forse perchè ho ritrovato tutto di me. E non mi importa, non mi importa perchè fin quando c'è il sonno c'è anche la possibilità di sognare, di dimenticare, di rivivere, di esseredivorati e di divorare. Suzanne di Leonard Cohen mi accarezza le orecchie in questo momento, e mi sento davvero tra la spazzatura e i fiori. Vorrei non finisse mai tutto questo, tutto questo che non oso e non so definire, tutto questo sfuggirmi tra le mani di momenti indimenticabili e prime volte, misti agli strascichi di recenti sofferenze. Non è mai tutto come vorrei, per fortuna. Ma ho sempre la mia scommessa tra le mani, la forza di investire ogni giorno di più, la paura di poter perdere tutto e l'adrenalina della non impossibile vincita. Come sciarpe a marzo, come sandali a settembre, come ombrelli ad aprile questa vita: in bilico tra evanescenza e presenza pregnante, in bilico tra evidenza e sbiadimento. In bilico tra la vita e la vita. Non c'è possibilità di scampo (per fortuna). E ho solo il compito di mantenermi impegnato.

Come soffre chi s'offre quando soffre?
Forse lo so, e per questo m'offro.