sabato 30 giugno 2007

Quanto Vale quest'anno, queste ultime trecentosessantacinque porzioni di esistenza finalmente esistite, finalmente vissute? Fossi in grado di rispondere lo farei, ma non è compito mio leggere tra i vapori di ogni mattina che si infrangono sulla luce di una meravogliosa notte che si dilegua. Non è compito mio interpellare queste mani che hanno imparato ad accarezzare. Non è compito mio interrogare queste labbra orfane mentre scrivo e memori dell'ultimo bacio, vive solo dell'attesa al prossimo. Non è compito mio chiarire con queste ginocchia il perchè di quei cedimenti affettuosi. Non è compito mio auscultare questo cuore impazzito che fugge ogni volta alle tachicardie degli incontri. Nulla è compito mio, e il macchinista non pedala sul locomotore, nè spinge dall'ultima carrozza, conduce semplicemente senza guidare, conduce e si lascia guidare da binari fissati al suolo da una logica superiore e diversa. E mi riscopro macchinista a intravedere mete consuete come se non le avessi mai viste se non in cartoline quotidiane dalla vita. Adesso che vedo davvero non avrei più bisogno dei miei occhi, e adesso che sento davvero potrei anche rinunciare a queste stupide orecchie. Adesso che non ci sono crepe su questo pavimento mi piacerebbe cadere, con la tranquillità di chi sa di cadere dove non ci si ferisce. Adesso che un senso c'è, cosa importa di me? Cambieranno le porte dalle quali ti vedrò affiorare, e saranno giorni diversi, ora sei la mia attesa e ti vedo sbucare da un portone serrato che libera colori immagini e suoni appena lo spingi, domani sarò io ad aprire un'altro portone, ma solo per scherzo, perchè apertolo non potrò certo farti uscire, e mi farò scudo, ti allontanerò dalla soglia per ricondurti dentro, e vorrò che nessuno ti veda affiorare per poterti vivere meglio da questo interno. E dei tuoi colori, dei tuoi suoni, delle tue immagini e dei tuoi sorrisi tesserò la tenda che mi riparerà dalle insidie della vita. Mi vedrai un giorno alla scrivania, a scrivere per te, e penserai all'immagine buffa di uno che non è poeta e perciò scrive senza sigaretta, senza sigaro o pipa, senza un bicchiere di vino accanto... però scrive. E ti chiederai dove risiede la sigaretta che non fumo, il vino che non bevo. E non lo saprai. Io però sento la tua musica, e non mi serve altro per scriverti, mi basta stuzzicarmi le labbra e cavalcare il brivido che percorre la schiena, mi basterà tamponare la fronte col palmo, mordere il dorso della mano, roteare la testa come in questa nuova, strana sera. Vorrei avere il coraggio di non smettere mai, di non cedere a quel PUBBLICA POST tutto così arancione, vorrei avere il coraggio di fare un mela+a, selezionare tutto e mandare queste parole dove non si vedono, dove non si leggono. Ma il coraggio non è dei finti poeti nè di quanti amano questa esistenza fino alla frustrazione del vivere ogni singolo atomo, ogni singolo istante. E così cedo, sopraffatto da quella paura indominabile che anche adesso mi spinge a sussurrarti con la soddisfazione di una vita questo semplice, definitivo, fresco e intenso ti amo...

giovedì 28 giugno 2007

Da un paio di giorni penso al povero Barabba. Sì, quello originale di duemila anni fa, nessun altro. Perchè il passare dei giorni porta con sè il pregio di sbiadire e decomporre le meschinità umane. Barabba era prigioniero, avrebbe scontato la sua pena e sarebbe scomparso dalle pagine della storia, avrebbe avuto la possibilità del pentimento personale e della redenzione, qujantomeno l'oblio era garanzia della sua imperfezione. Quale colpa lo ha costretto a duellare con un Cristo a cui si doveva recare torto? E da quel giorno sempre in prima pagina, "Liberate Barabba" l'omicida. Nessuna possibilità di redenzione per lui, nessuna giustizia dell'oblio, nessun livello. Barabba l'omicida, nei secoli dei secoli...

martedì 26 giugno 2007

Ok, primo giorno di allenamento con l'apple nike plus. Sveglia alle sei questa mattina, yogurt e cereali, pantaloncini scarpe da tennis e via. Ho raggiunto in bici il campetto di terrabattuta vicino casa, ho fissato il ricevitore alla scarpa e ho acceso il fido ipod nano. Scelgo di correre su playlist casuale, mi affido dunque alla voce della signorina sportiva e comincio a correre. Diciamo che non sono stato molto fortunato, in quanto i primi due pezzi proposti dal prodigioso amico musicoforo sono stati Venerdì Santo di Guccini e Quattordici luglio di Carmen Consoli, certamente non il massimo per avere uno sprint iniziale degno di questo nome. Tuttavia, come potete osservare dal grafico a fondo post, l'avvio è stato sostenuto. Mesi di immobilità però si sono immediatamente fatti sentire e il ritmo è andato a decorrere sino all'innesto della powersong. Ma vediamo come funziona: all'inizio dell'allenamento è possibile impostarne la tipologia: si sceglieranno come obiettivi o la velocità, o il numero di calorie che si vogliono bruciare o il numero di minuti da dedicare alla corsa. Mi sono affidato a quest'ultima opzione e ho stabilito che avrei corso per quarantacinque minuti. Sostanzialmente l'ipod nano accoppiato al kit nike+ ti lascia correre in compagnia della musica stabilita, interrompendoti gradevolmente (effetto sfumatura degno del nano) ogni cinque minuti, dichiarando di aver completato la minisessione di cinque minuti e informandoti della distanza percorsa e la media minuti per kilometro. Interruzione straordinaria alla metà dell'allenamento, dopo la quale i minuti saranno indicati x minutes to go. Gli ultimi cinque minuti sono invece scanditi nominalmente. Interessante l'effetto della powersong, lo potete osservare sul grafico: praticamente prima dell'allenamento si sceglie una canzone (nel mio caso Something to believe in degli Offspring dall'album Smash) che si ritiene possa dare una marcia in più e la si sfodera a comando nei momenti di difficoltà. Eccezionale la possibilità di poter mantenere lo storico degli allenamenti, fissare i più svariati obiettivi e potersi confrontare con utenti di tutto il mondo tramite il sito nikeplus.com. Come è andata lo vedete qui sotto, per quanto il nike+ non sia altro che un cazzillo, devo ammettere che è very addictive, e certamente costituisce una motivazione in più per i poveri tecnologhi pigri che necessitano di recuperare la forma smarrita dietro libri e piacevoli cene tra amici.
Certo, la voce di Vale sarebbe molto più simpatica, la signorina nike è troppo professionale e ti fa sentire una vera sappa.

lunedì 25 giugno 2007

Potrei anche raccontare una storia questa sera, ma non è fondamentale. E non è mai fondamentale raccontare storie quando una storia qualcuno te l'ha scritta addosso. E così è successo di nuovo: tutti sulla stessa barca, qualcuno al timone, qualcuno a remare e qualcuno solo a prendere schizzi. Ma tutti assieme, come ieri, come sempre. E come sempre il successo di uno è successo di tutti, e la sconfitta di uno è sconfitta di tutti, e per questo si può essere tutti tristi e tutti felici allo stesso tempo, purchè si sia tutti assieme. E una cosa mi piace di voi, amici miei: che non avete mai bisogno di essere adulati o pregati per fare qualsiasi cosa, purchè si stia assieme. Caspita io lo so che nessuno di noi aveva voglia di spaghetti aglio olio e peperoncino dopo una mattinata di stress da esame e con la temperatura attorno ai quaranta gradi. Ma non si è esitato un istante. Caspita siamo assieme: allora si fa. Vita vera anche oggi: il solito retrogusto amaro accompagnato dall'entusiasmo e dalla voglia di fare, il nervosismo impetuoso e la pace di uno stare assieme che è più un senso da ritrovare che significato da ricercare. Ecco la mia nuova vita, ecco la speranza di poter vivere nuova vita ogni istante...

domenica 24 giugno 2007

Preferisco scrivere qualcosa domani, ogni cosa detta oggi potrebbe essere usata contro di me nel giudizio della vita. Sperando che tutto ciò valga la pena, questa pena...

sabato 23 giugno 2007

Profondo stress. Sarà il caldo, saranno i miei neuroni incandescenti o la mia scarsa attitudine allo studio... certo è che sto vivendo un sacrificio sopportabile a fatica. Tra quarantotto ore forse tutto sarà compiuto, e per me potranno essere altri due giorni di estate.

venerdì 22 giugno 2007

Finisce così anche questa giornata, come la candela che improvvisamente boccheggia e soffoca, come la bottiglia che lancia veloce l'ultimo rivolo e infine l'ultima goccia, come la porta che si serra provando della luce una stanza vuota e senza finestre. Finisce così tra la stanchezza degli occhi e la viscosità di una mente che non ha più cosa recepire. Tre giorni ancora, poi solo il mio vento...

giovedì 21 giugno 2007

Io so che dovrei scrivere qualcosa, e lo so un po' perchè lo so, un po' perchè lo penso, un po' perchè lo sento tra le rughe della pelle della mano. Ma non riesco ancora a realizzare questi due giorni. Un po' perchè tutte le mattine mi alzo, e credo di dover fare qualcosa per essere migliore, e quasi mi vergogno di vedere la mia immagine riflessa allo specchio. Poi tutto a un tratto mi ritrovo su queste pagine e divento secondo voi poeta, taumaturgo, amico. E' difficile per me comprendere, faccio fatica. E di questo mi scuso ancora, e mi pento. Quando il dottore mi ha chiesto di pubblicare qualcosa di non mio senza prima leggere io mi sono fidato, e in pochi secondi quella pagina è finita qui. Non sono riuscito a frenare le lacrime ieri, mi sono sentito un porco vestito di perle. E mi sono preso un po' di silenzio ma non è bastato. La mia unica fortuna, la mia unica forza siete voi, ed è un voi in senso molto lato. Quando ebbi la forza di ricominciare a scrivere quel ventuno ottobre duemilacinque, dopo più di cinque anni di censure, non mi pareva vero. E nonostante cioò mi pareva familiare. Ero convinto che la foga di quelle prime battute sarebbe svanita presto, che questo blog sarebbe sopravvissuto all'usura giusto di un paio di mesi. E sono ancora qui invece, a pensare ogni istante un pensiero diverso, a ringraziare il Cielo di queste pagine, di tutto ciò che mi ha permesso di essere ispirato. Dei momenti all'università, dei discorsi tra colleghi... E ogni giorno mi sveglio, e mi ripeto che non sarò mai un buon avvocato, mai un buon dirigente, mai un buon qualsiasi cosa. Mi ripeto che una strada sola posso percorrere: quella di essere un buon uomo, un buon amico, e diventa la strada per me più importante, forse l'unica accessibile. Nonostante ciò riesco a infliggere delusioni e sfregi di stima. Spero di essere sempre alla vostra altezza, di riuscire a gioire domani con la stessa semplicità con la quale oggi gioisco, e di soffrire con la stessa spontaneità con la quale ogni giorno soffro. Non sono più solo, è vero, ed è tutto grazie a voi, vecchi e nuovi, andati e rimasti. Allora forse qualcosa di buono ho combinato anch'io, perduta tra i miei gesti, le vostre premure e queste pagine. Forse allora non sono destinato all'oblio, come tutti i gesti compiuti senza passione, forse è così. Beffe del destino, centinaia di ore passate a scrivere su questo blog e la grande gioia di sapere che mai e poi mai potrò scrivere la pagina più bella. E' stata già scritta, ed è bella perchè meglio delle altre mi mostra come io sia riuscito a vivere per mezzo di voi, tra di voi e in funzione vostra. Resterà a perenne memoria un link sulla barra di destra, come ogni vostro gesto, ogni vostro sorriso resterà tatuato nella mia carne per sempre. Posso dirvi ancora una volta "grazie"? Ancora una volta mille parole non sono bastate a chiarirvi ciò che avevo in mente di dire, gli omaggi che avrei voluto tributare... Ancora una volta mi compiaccio di questa incapacità: evidentemente sono in grado di emozionarmi in misura nettamente superiore alla mia capacità di esprimermi. Forse per questo sono fortunato, e fortunato sono perchè per mezzo di voi io l'ho scoperto...

mercoledì 20 giugno 2007

Chiedo scusa a tutti i frequentatori di questo blog, ma oggi a scrivere non sarà l’ ormai famoso e poetico dott. Briguglio Gianfranco. Mi sono preso la libertà di lasciare qui una traccia non perché migliore di altri ma solo per il maggior tempo libero che mi concedo dopo pranzo. Così in questa pausa caratterizzata dal collasso glicolico vorrei a tutti parlare di un nostro amico che incensa sempre tutti ma che dimentica sempre di incensare a sufficienza se stesso.
Ormai quasi cinque anni fa ci affacciavamo, boriosi studenti di legge, alla consapevolezza che avremmo cambiato il mondo grazie alle nostre brillantissime teoria strampalate su responsabilità oggettiva e inizio della soggettività. Tra le lunge e strette panche dell’ aula 2 facevo amicizia con un tipo un po’ strambo dal passato comunista e con il porta occhiali ad astuccio attaccato al collo. In quel tempo era un semplice collega che rispettavo e apprezzavo per le sue capacità intellettive e la sfiga agli esami. Con il passare del tempo e numerosi schiticchi ho invece conosciuto un amico su cui poter contare e sempre disponibile, ma come si dice “è nei momenti difficili che le vere amicizie si stringono” o meglio è in quei momenti che ti aggrappi ai veri amici e io sono stato uno di quelli che si possono onorare di aver fatto da zattera al dottore. Non lo dico per incensarmi ma aiutare uno che aiuta sempre tutti è difficilissimo perché non ha mai bisogno ma è sempre lui ad aiutare. Da quei pazzi giorni è nata un’ amicizia non tra colleghi ma tra uomini, non tra compagni di penale ma tra marinai nello stretto della vita. Ho voluto rubare questo blog oggi per dire grazie: dottore è con la pelle d’ oca che scrivo ma è giusto che ci sia…che vita di merda quella di chi scrive di un amico senza provare emozioni.
Dottore ti meriti i grazie di chi sapeva che c’ eri tu ad aiutarla quando ferma in un letto temeva il buio della notte; dottore meriti i grazie di chi aveva bisogno di supporto per una procedura penale insuperabile; dottore meriti i grazie di chi godeva della tue dolcezze ospitandoti nella sua casa; dottore meriti i grazie di chi in piena avventura politica si rivolgeva a te per consigli: dottore meriti i grazie di chi ti nomina nel suo blog per essergli rimasto nel cuore; dottore meriti i grazie di chi ti ha accompagnato con una mano sulla spalla a ricevere lo spirito; dottore meriti i grazie di chi non sapeva cos’ era il tramonto e con te lo ha imparato; dottore meriti i grazie di chi ha avuto un posto tenuto da te in aula; dottore meriti i grazie di chi hai fatto sentire un vero uomo; dottore meriti i grazie di chi non ha saputo chi eri; dottore meriti i grazie di chi hai asciugato le lacrime con un sorriso; dottore meriti i grazie di chi ha scoperto che il miele è fatto dalle api; dottore meriti i grazie di chi ti ha sulle palle; dottore meriti i grazie di chi aveva bisogno di te e ti ha sempre trovato. Dottore infine permettimi di dirti grazie per tutto quello che hai fatto in silenzio senza vantarti, per tutte le volte che c’ eri e non ti facevi vedere, per le parole che hai detto ma ancora di più per quello che non hai detto.
Dottore sono certo di aver dimenticato qualche grazie ma mi rendo conto che quando a scrivere è il cuore le parole a volte sono limitative.
GRAZIE e non l’ ho dimenticato BUON COMPLEANNO….Luigi

martedì 19 giugno 2007

Così chiudo il libro, esco ad affrontare il balcone, l'eco di lontani fuochi d'artificio che non riesco ad individuare. Sfioro la ringhiera, è fredda. Mi ci appoggio con desiderio. E davanti a me si apre una realtà seminotturna: un gatto passeggia furtivo tra luci gialle che incontrano l'ombra delle auto parcheggiate. In penombra la signora sola di fronte sistema il bucato, un bucato di donna sola. La vegetazione del giardino pare riposare. A mani nude immagino la fotocamera, e mi chiedo se questo possa essere un paesaggio da 400 o 800 iso, da 1/5 di secondo o più. Mi sento mancare al sentire tanto invito al riposo.
Vorrei scriverla questa notte, ma le immagini sono più delle parole, le speranze più dei ricordi, i pensieri più del riposo. Intravedo lo Stretto e mi riscopro innamorato, innamorato come chi non sa dominare le passioni e di passioni cerca di dominare un'esistenza qualunque. Da uomo qualunque mi rassereno della porzione di vita che mi è data, della terra che calpesto, dell'aria che respiro... e del dolore che percepisco. E come possa esserci serenità nel dolore è un po' un mistero, ma poco importa. Come poco importa una vita quando si ha la consapevolezza di viverla. Perchè la vita è come tutto ciò che contiene: aperta allo sfruttamento, rispettosa nell'essere consunta...
Ok, sono in attesa di qualche notizia, sopraffatto dal sudore, oberato di pagine ancora da sfogliare e con pochi e inutilizzabili scampoli di valia. Per questo oggi consigli per gli acquisti: vi invito a leggere le pagine di Fabrizio Venerandi, autore conosciuto in via incidentale (angolo via dei mille) e dal quale non mi sono più potuto separare. Non ho nessun rapporto con lui, a scanso di equivoci la mia segnalazione è assolutamente volontaria e fuori da qualsiasi richiesta dell'autore che non conosco personalmente. Particolarmente consigliate le pagine io e Cecilia. Da oggi linkato anche qui a destra.
Detto questo, credo di aver bisogno di una doccia, e anche presto.

lunedì 18 giugno 2007

Caldo estivo che urta la sensibile rugosità delle pagine intrise di grafite, colme ormai di aloni e stanche anch'esse. Voglia di ricordare certi gesti, certi sapori. Voglia alimentata e supportata da due consigli per l'ascolto: Isaac Albenìz Suite Espanola - No. 1: Granada e Suite Espanola - No. 3: Sevilla, interpretazione del Maestro Andrès Segovia.
Eppure, l'allegro saltellare di quelle note non mi regala ancora il cielo nè il mare. Recluso di carta sfoglio ancora qualche pagina, e continuo a immaginare...

sabato 16 giugno 2007

Ahimè, Messina is burning... E se è innegabile che molto di vero è raccontato in quei due minuti, mi piace pensare, anche da mauroliciano, che quella narrata sia l'altra faccia della Messina vera, di quella che dalla battigia si inerpica fino Dinnammare, la Messina di scienza e cultura, di astronomi e giuristi, dei primi operai uccisi ad una delle prime manifestazioni dell'Italia Repubblicana, la Messina di ingegneri e letterati, di artisti, eroi e santi. E non è un dramma considerare che chi esiste davvero non si guadagna due minuti di celebrità su youtube, piuttosto rimane ancorato alle pieghe della storia. Tra cento anni avremo ancora Antonello e Pugliatti, Maurolico e Evemero... dei nuotatori, e delle vasche al duomo nessuno si ricorderà più...

giovedì 14 giugno 2007

Estate che non è ancora estate. Voglia di Sunfish, voglia di un'imbarcazione senza il disturbo del motore. Vorrei tanto sentirmi libero ma ancora non si può, e il Sunfish resta sulla battigia ad aspettarmi. Voglia di Colli Sarrizzo e Pagnotta alla Disgraziata di Don Minico. Voglia di sere limpide e fresche dopo giornate torride. Voglia di ricordare l'ultimo anno, e di osservare come tutto sia poi diverso. Voglia di essere finalmente me...

mercoledì 13 giugno 2007

Piccoli riti dal significato oscuro: dopo le fatiche e lo stress dell'esame, questa mattina mi sono svegliato, Ho controllato i dati di temperatura e umidità, ho compiuto le abluzioni del caso, sono corso nello studio e ho acceso la mia meravigliosa Tivoli Audio Model One. Indossati pantaloncini, polo e infradito etniche sono andato a comprare una succulenta granita limone con poca fragola. Tutto come un giorno d'estate vera. Con l'unica differenza che la mia estate per il momento è durata venti minuti. Tornato a casa non sono andato a recuperare un telo da mare, ho piuttosto ripreso il libro di amministrativo. E' di nuovo giornata da studiare, ma almeno posso dire di aver vissuto la mia piccola intensa estate.

martedì 12 giugno 2007

Uhm, come dire... inaspettatamente e grazie al vostro prezioso contributo di incoraggiamenti e preghiere ce l'ho fatta. Cioè non nel senso che sono stato bravo, cioè, pure. Cioè va. Una cosa sola ho fatto di splendido: colto dal solito attimo di defaillance che faccio? Invece di cadere nel panico come sempre mi invento la balla dell'anno: ho argomentato con sguardo impegnato e profondo che gli aeromobili sfruttati dopo anni di leasing vengono venduti alle compagnie dei paesi in via di sviluppo e poi cadono giù. Cioè va, l'ho detto con voce drammatica che sembrava quasi vero. La cosa spettacolare è che la Prof mi guardava con ammirazione! Cioè va mi sono inventato dal nulla un casino allucinante! E lei ci ha creduto! A parte questo, non è che ho preso trenta perchè me lo fossi meritato, o forse me lo sono meritato, ma non è che ho preso trenta perchè me lo sono meritato, ho preso trenta solo perchè la Prof confermava per la sua materia o il voto di diritto internazionale o quello di diritto della navigazione, fortunatamente io in navigazione avevo trenta e così... trenta! Cioè va, capite? Mi sono inventato una cosa assolutamente non documentata, e ho pure affermato che sta cosa non c'è sui libri perchè è tutto complottato, e lo sanno solo le Organizzazioni Non Governative ma presto avviseranno l'ONU. Altro che romanziere... A parte questo, sarebbe potuta andare meglio a Vale e Tere... ma si può buttare via un ventotto? Io direi di no, anche perchè all'annunziata i cittadini rimarrebbero scoperti (questa la capiscono solo i messinesi). E allora sapremo come rilassarci stasera, e solo per una sera, per una notte. Perchè domani si ricomincia, ma domani varrà meno di questa notte, non fosse altro perchè la sera che viene è sempre più dolce del mattino che arriverà, quando non sei solo...
Cioè va, come avrete capito io sto post non lo rileggo.

lunedì 11 giugno 2007

Tutto rimandato a domani in tarda mattinata... anche questo è routine...

E adesso come seguirò il WWDC '07?

domenica 10 giugno 2007

Ennesima notte prima degli esami. Non riesco a farci l'abitudine e come ogni volta inutile ogni pronostico, inutile valutare conoscenze e prontezza dei riflessi: il registro è già scritto con succo di limone, sarà la fiamma sul retro del foglio a far apparire ciò che già è conosciuto. Andrò a dormire come sempre, sveglia come sempre, doccia come sempre, cravatta come sempre, viaggio come sempre, appello come sempre, esame come sempre, incazzatura come sempre, gioia come sempre... Routine insostenibile ormai. Mentre aspetto la fine mi accontento di qualche sogno, di poche aspettative. Anche lì fiumi di succo di limone, ma nessuna fiamma per scomodare l'evidenza dal torpore...

sabato 9 giugno 2007

Avvolto da un silenzio estivo che non è silenzio, quasi libero dai libri per questa sera, e tanta, tanta voglia di ricordare la giornata di ieri. Perchè a volte vivere certi momenti assume un significato molto più profondo di quello che ci si sarebbe aspettato nel solo immaginare. E non importa se il trio feminò azzarà gangemi è riuscito a sfocare novecento mega di foto tanto da lasciare superstiti solo una trentina di trecento scatti. Non importa perchè certi momenti imprimono carne e mente molto più di quanto si possa imprimere una pellicola o un sensore CCT. Già in mattinata il Dottore mi esortava a pubblicare un post-resoconto, ma grandi difficoltà incontro in questa stesura, perchè è difficile raccontare un momento così profondamente spirituale, come è complesso descrivere qui le emozioni generate dall' aver potuto vivere il momento affiancato dalle persone più care, dalle voci alle quali solitamente mi accompagno, dai corpi dei presenti e dai pensieri percepibili di quanti non hanno potuto partecipare in carne e ossa. Riuscirei a raccontare forse dei vostri doni, ma non sarebbe forse sminuire il significato di un momento così appassionatamente vissuto? E' vero dunque, da oggi mi accompagneranno una stazione metereologica desiderata da anni, un favoloso iPod nano, l'orologio del quale avevo tremendamente bisogno, un romanticissimo portaluce, l'inarrivabile Tivoli Audio Model One. E' vero dinque, mai ho ricevuto tanto di valore in una sola sera. Tuttavia mai come in questa occasione ho potuto capire che una preghiera, un abbraccio, un pensiero, una pacca sulla spalla possono valere molto, molto di più che tutto ciò che al mondo si trova. E staccarsi da tutta questa ricchezza per qualche istante mi permette di vedermi a voi avvinghiato, alle persone che amo, alle persone che spero di poter avere con me ogni volta che avrò da muovere un passo significativo. Grazie di cuore, la mia ricchezza è l'importanza della quale vi rivesto...

E mi piace pensare che davanti a noi è preparata una mensa, sotto gli occhi dei nostri nemici...

giovedì 7 giugno 2007

...e comunque non fa niente. Non fa niente perchè il granello di sabbia non scalfisce la montagna, così come la goccia d'acqua non ingrassa il fiume. Senza quella goccia d'acqua forse però la coccinella sospesa sul filo della corrente, abbracciata a uno stelo precario non sarebbe risucchiata dai vortici. E senza quel granello di sabbia quella frana invisibile e insignificante all'uomo non sarebbe piombata sulla formica. Piccoli traumi, insignificanti eppure così profondi. Appunti scarabocchiati a fondo su carta leggera, che segnano il secondo foglio del taccuino di trasparente. Facili da dimenticare, quasi indolore, eppure così presenti, così profondamente esistenti... serena notte...

martedì 5 giugno 2007

Chi fa soffrire probabilmente non conosce la sofferenza, per questo può permettersi di sfoggiare un sorriso permanente...
Sarà l'avvento della fotografia nella mia vita, ma sento il bisogno di pubblicare immagini più che parole in questi giorni. Tutto ciò mi rattrista e mi sospende. Arriverà a giorni un blog parallelo fatto quasi esclusivamente di immagini, giusto per non togliere la dovuta dignità a queste piccole numerose parole poco pretenziose, poco pesanti e sempre incompiute. Ma uguali alle altre e per ciò meritevoli di un piccolo angolo, anche se utile solo al congedo o alla rottamazione. E le parole rottamate vivono di vita propria. Come disse il mio amico Vladimir Majakovskij: Quanto è povera al mondo l'officina della parola...

lunedì 4 giugno 2007

Intossicato da (buon) cibo... tornerò ad esprimermi quando i grassi avranno liberato da vischiose trappole i poveri neuroni ormai inerti... sopravviverò?

sabato 2 giugno 2007

Vendeva orologi, ma ne vendeva pochi. Ed era così negativo che le pile degli orologi che vendeva si esaurivano prima ancora che li avesse venduti. Tutti gli orologi in vetrina erano inesorabilmente fermi.