Sono fuori di me, forse perchè ho perso qualcosa di me, forse perchè ho ritrovato tutto di me. E non mi importa, non mi importa perchè fin quando c'è il sonno c'è anche la possibilità di sognare, di dimenticare, di rivivere, di esseredivorati e di divorare. Suzanne di Leonard Cohen mi accarezza le orecchie in questo momento, e mi sento davvero tra la spazzatura e i fiori. Vorrei non finisse mai tutto questo, tutto questo che non oso e non so definire, tutto questo sfuggirmi tra le mani di momenti indimenticabili e prime volte, misti agli strascichi di recenti sofferenze. Non è mai tutto come vorrei, per fortuna. Ma ho sempre la mia scommessa tra le mani, la forza di investire ogni giorno di più, la paura di poter perdere tutto e l'adrenalina della non impossibile vincita. Come sciarpe a marzo, come sandali a settembre, come ombrelli ad aprile questa vita: in bilico tra evanescenza e presenza pregnante, in bilico tra evidenza e sbiadimento. In bilico tra la vita e la vita. Non c'è possibilità di scampo (per fortuna). E ho solo il compito di mantenermi impegnato.
Come soffre chi s'offre quando soffre?
Forse lo so, e per questo m'offro.
Come soffre chi s'offre quando soffre?
Forse lo so, e per questo m'offro.
1 Comments:
Dottore è una mia impressione o la sua perspicacia è un po' in affanno ultimamente? :)
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