Quanto Vale quest'anno, queste ultime trecentosessantacinque porzioni di esistenza finalmente esistite, finalmente vissute? Fossi in grado di rispondere lo farei, ma non è compito mio leggere tra i vapori di ogni mattina che si infrangono sulla luce di una meravogliosa notte che si dilegua. Non è compito mio interpellare queste mani che hanno imparato ad accarezzare. Non è compito mio interrogare queste labbra orfane mentre scrivo e memori dell'ultimo bacio, vive solo dell'attesa al prossimo. Non è compito mio chiarire con queste ginocchia il perchè di quei cedimenti affettuosi. Non è compito mio auscultare questo cuore impazzito che fugge ogni volta alle tachicardie degli incontri. Nulla è compito mio, e il macchinista non pedala sul locomotore, nè spinge dall'ultima carrozza, conduce semplicemente senza guidare, conduce e si lascia guidare da binari fissati al suolo da una logica superiore e diversa. E mi riscopro macchinista a intravedere mete consuete come se non le avessi mai viste se non in cartoline quotidiane dalla vita. Adesso che vedo davvero non avrei più bisogno dei miei occhi, e adesso che sento davvero potrei anche rinunciare a queste stupide orecchie. Adesso che non ci sono crepe su questo pavimento mi piacerebbe cadere, con la tranquillità di chi sa di cadere dove non ci si ferisce. Adesso che un senso c'è, cosa importa di me? Cambieranno le porte dalle quali ti vedrò affiorare, e saranno giorni diversi, ora sei la mia attesa e ti vedo sbucare da un portone serrato che libera colori immagini e suoni appena lo spingi, domani sarò io ad aprire un'altro portone, ma solo per scherzo, perchè apertolo non potrò certo farti uscire, e mi farò scudo, ti allontanerò dalla soglia per ricondurti dentro, e vorrò che nessuno ti veda affiorare per poterti vivere meglio da questo interno. E dei tuoi colori, dei tuoi suoni, delle tue immagini e dei tuoi sorrisi tesserò la tenda che mi riparerà dalle insidie della vita. Mi vedrai un giorno alla scrivania, a scrivere per te, e penserai all'immagine buffa di uno che non è poeta e perciò scrive senza sigaretta, senza sigaro o pipa, senza un bicchiere di vino accanto... però scrive. E ti chiederai dove risiede la sigaretta che non fumo, il vino che non bevo. E non lo saprai. Io però sento la tua musica, e non mi serve altro per scriverti, mi basta stuzzicarmi le labbra e cavalcare il brivido che percorre la schiena, mi basterà tamponare la fronte col palmo, mordere il dorso della mano, roteare la testa come in questa nuova, strana sera. Vorrei avere il coraggio di non smettere mai, di non cedere a quel PUBBLICA POST tutto così arancione, vorrei avere il coraggio di fare un mela+a, selezionare tutto e mandare queste parole dove non si vedono, dove non si leggono. Ma il coraggio non è dei finti poeti nè di quanti amano questa esistenza fino alla frustrazione del vivere ogni singolo atomo, ogni singolo istante. E così cedo, sopraffatto da quella paura indominabile che anche adesso mi spinge a sussurrarti con la soddisfazione di una vita questo semplice, definitivo, fresco e intenso ti amo...
sabato 30 giugno 2007
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1 Comments:
Grazie amore mio, non ho parole... Ti amo!!!!!!!! Auguri :* :)
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