domenica 27 gennaio 2008

Primo Levi. Se questo è un uomo.

Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.

Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.

O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.

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4 Comments:

Anonymous Anonimo said...

togliere agli uomini la loro dignità,ridurli come bestie,soggiogarli,torturarli,schiacciarli,sopprimerli..............erano gli altri,chi faceva questo,i non-uomini.

27/1/08 17:09  
Blogger Mimmo said...

ottima scelta...

28/1/08 15:02  
Blogger guccia said...

Spaventosa, mai quanto quello che è stato che è indicibile, ma il massimo a cui l'espressione può arrivare.

Un invito chiarissimo: che il ricordo non sia solo memoria, anche presente, per far sì che non ne resti solo letteratura.

E ricordiamo anche gli olocausti che non hanno giornata della memoria, come quello degli armeni.

E ricordiamo anche le vittime che non hanno avuto stessa dignità: rom, handicappati, omosessuali, oppositori politici.

28/1/08 22:22  
Blogger Finazio said...

Straziante, di più non riesco a dire.

29/1/08 10:23  

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