Il mutamento così impercettibilmente repentino del clima mi lascia ansioso questo pomeriggio. E non so perchè. Poi rifletto, rimugino, rumino e capisco. La risposta era già tra queste pagine, e si trova qui. E' già passato un anno dal ventinove aprile scorso, e inaspettatamente questo ventinove aprile andrà a concludersi quasi come il precedente. E tutta la mia verità oggi è in quel "quasi". E quanto c'è dietro quel "quasi", non sarò solo, e non metterò giacca e camicia ma una semplice polo, come un tempo. E un altro brindisi... se penso a qualche anno fa, se penso all'angoscia di questo giorno. Ed ecco cos'è l'ansia di questo pomeriggio: solo l'alone di un ricordo, di un brutto lungo ricordo. E la mia serata era già impegnata questa sera, ho rinunciato pure ad una partita di calcetto offerta dal Dott. Azzarà (dottore ma vi mancava la palla?). Dirò ai miei impegni di farsi da parte, o forse già si son fatti da parte in autonomia, quasi a capire la solennità di questa sera. Adesso la percepisco anch'io questa solennità, e forse per questo l'alone di ansia che mi accompagnava muta. E resto qui, in attesa della mezzanotte. Non davanti al televideo, non su quel divano sudato e pesante. E quanto c'è dietro quel "quasi", quante cose porta un anno nuovo, quanti sogni diventano speranze, quante speranze nascondono compitamente ombre di certezza... A dopo...
domenica 29 aprile 2007
Il mutamento così impercettibilmente repentino del clima mi lascia ansioso questo pomeriggio. E non so perchè. Poi rifletto, rimugino, rumino e capisco. La risposta era già tra queste pagine, e si trova qui. E' già passato un anno dal ventinove aprile scorso, e inaspettatamente questo ventinove aprile andrà a concludersi quasi come il precedente. E tutta la mia verità oggi è in quel "quasi". E quanto c'è dietro quel "quasi", non sarò solo, e non metterò giacca e camicia ma una semplice polo, come un tempo. E un altro brindisi... se penso a qualche anno fa, se penso all'angoscia di questo giorno. Ed ecco cos'è l'ansia di questo pomeriggio: solo l'alone di un ricordo, di un brutto lungo ricordo. E la mia serata era già impegnata questa sera, ho rinunciato pure ad una partita di calcetto offerta dal Dott. Azzarà (dottore ma vi mancava la palla?). Dirò ai miei impegni di farsi da parte, o forse già si son fatti da parte in autonomia, quasi a capire la solennità di questa sera. Adesso la percepisco anch'io questa solennità, e forse per questo l'alone di ansia che mi accompagnava muta. E resto qui, in attesa della mezzanotte. Non davanti al televideo, non su quel divano sudato e pesante. E quanto c'è dietro quel "quasi", quante cose porta un anno nuovo, quanti sogni diventano speranze, quante speranze nascondono compitamente ombre di certezza... A dopo...
sabato 28 aprile 2007
giovedì 26 aprile 2007
Sarà stata la pioggia a distrarci: mi sono infatti presentato in dolce compagnia a casa Bafia per farmi gentilmente asciugare a colpi di phon dopo una passeggiata che vedeva protagonisti i nostri esili corpi riparati da un misero ombrello, acqua dall'alto, dal basso, dai lati, fino alle ginocchia... si decide di chiamare un taxi per raggiungere il dipartimentodidirittoprivatoeteoriadeldiritto intitolato all'insigne giurista messinese Salvatore Pugliatti, il secondo taxi della mia vita. Ci raccoglie Lucca quattordici, e deve attendere qualche minuto i ritardatari del gruppo, ancora impegnati tra asciugamenti e pipì improvvise, tra le lacrime del dott. Azzarà che osservava impotente il tassametro girare inflessibile. Poi è stata solo strada, e solo una portiera che si apre con gli auguri del giovane tassista. E ci ritroviamo dentro, a mendicare una sedia che non fosse in equilibrio precario. Ci ritroviamo dentro a valutare il grado di inzuppamento dei nostri codici e dei nostri appunti. La lezione inizia. La lezione finisce. Forse si è parlato di nullità di protezione. Ma sarebbe inutile ricordare di cosa si sia parlato in una giornata così sui generis. E adesso scrivo, cosciente del fatto che non potrò mai più svegliarmi per andare a lezione, cosciente del fatto che non potrò più narrare di schiticchi organizzati mentre un prof spiega, cosciente del fatto che un'altra porta si è chiusa alle nostre spalle. Quale apriremo domani, colleghi dottori? E soprattutto, la apriremo ancora assieme?
Cosciente del fatto che forse ancora non ho ben realizzato cosa sia accaduto oggi, pubblico una delle rarissime foto scattate all'interno di un'aula al primo anno, inizio del secondo forse. Ironia della sorte: è la stessa aula che oggi ci ha dato l'addio. E nonostante gli anni passati ci siamo ancora. Perchè non dovremmo esserci domani?
mercoledì 25 aprile 2007
Fischia il vento
Fischia il vento e infuria la bufera,
scarpe rotte e pur bisogna andar
a conquistare la rossa primavera
dove sorge il sol dell'avvenir.
Ogni contrada è patria del ribelle,
ogni donna a lui dona un sospir,
nella notte lo guidano le stelle,
forte il cuor e il braccio nel colpir.
Se ci coglie la crudele morte,
dura vendetta verrà dal partigian;
ormai sicura è già la dura sorte
del fascista vile e traditor.
Cessa il vento, calma è la bufera,
torna a casa il fiero partigian,
sventolando la rossa sua bandiera;
vittoriosi, al fin liberi siam!
Testo: Felice Cascione
Musica: sul tema russo "Katiuscia"
Anno: 1944
martedì 24 aprile 2007
Un cane, sdraiato là, drizzò muso e orecchie, Argo, il cane del costante Odisseo, che un giorno lo nutrì di sua mano…e in passato lo conducevano i giovani a caccia di capre selvatiche, di cervi e di lepri; ma ora giaceva là, trascurato, partito il padrone sul molto letame di muli e di buoi, che davanti alle porte ammucchiavano, perché poi lo portassero i cervi a concimare il grande terreno di Odisseo; là giaceva il cane Argo, pieno di zecche. E allora, come sentì vicino Odisseo, mosse la coda, abbassò le orecchie, ma non poté correre incontro al padrone. E il padrone, voltandosi, si terse una lacrima, facilmente sfuggendo ad Eumeo…E Argo
domenica 22 aprile 2007

E non voglio regalare spazi a un Fassino vuoto, così come vuoti sono tanti "compagni" che hanno appoggiato la sua mozione. La mia esperienza con i DS è già finita da tempo, al loro primo congresso. Lì ho capito che non era per me la strada, la condotta dei DS. Ho continuato a sperare però, ho continuato a credere in molti democratici di sinistra. Oggi ho smesso. I DS non sono più. E se bisogna specificare che "siamo ancora a sinistra", la vergogna si fa più grassa, più indelebile. Io sto da un'altra parte. Io sto in quella sinistra che non ha bisogno di dichiarazioni per essere definita tale, quella a cui basta un gesto, un'immagine, uno sguardo, una parola. Io sto nelle lacrime di Mussi, non in quelle di Fassino. E sul sito dei DS il discorso di Mussi è in grigetto, come in grigetto sono le parole di una coscienza che richiama dolorosamente alla dignità. Il primo errore è quello dell'ottantanove, il secondo far crescere fiori dove campeggiavano gli strumenti da lavoro. Oggi, il colpo di grazia.
Io ho solo un pugno di speranze adesso, mi rimane solo la speranza di un ritorno al grande PCI, con uomini nuovi, e soprattutto con gli uomini "giusti". La zavorra di Fassino & co allora è finalmente precipitata, adesso cerchiamo di capire che siamo finalmente in grado di spiccare il volo.
So di averla proposta tempo fa, oggi però non posso tacerla tra le pagine dei miei libri:
PierPaolo Pasolini, Alla bandiera rossa
Per chi conosce solo il tuo colore,
bandiera rossa,
tu devi realmente esistere, perché lui esista:
chi era coperto di croste è coperto di piaghe,
il bracciante diventa mendicante,
il napoletano calabrese, il calabrese africano,
l'analfabeta una bufala o un cane.
Chi conosceva appena il tuo colore,
bandiera rossa,
sta per non conoscerti più, neanche coi sensi:
tu che già vanti tante glorie borghesi e operaie,
ridiventa straccio, e il più povero ti sventoli.
venerdì 20 aprile 2007

Eccolo il frutto di una serata. Si può credere di divertirsi anche senza poesia, fin quando si scopre che il divertimento è poesia esso stesso. E su quella pista una manciata di simili ognuno per l'altro, tutti per tutti.
Ora, siccome scrivere epici poemi su una normalmente straordinaria serata tra amici potrebbe diventare una palla da sedici per la prossima puntata al bowling, passo alla sommaria narrazione degli eventi della serata, augurandomi di non tralasciare nulla e confidando, qualora questa imperdonabile eventualità dovesse verificarsi, nei vostri chiarificatori interventi!!!
L'appuntamento era con il Dott. Azzarà (Onorevole sulla bolletta) alle 21 davanti la Facoltà. Gli avevo raccomandato di comunicare ora e luogo dell'appuntamento agli altri intervenienti, ma chiaramente aspettarsi cotanta diligenza da un uomo impegnato come l'Onorevole era assolutamente impensabile. Così per sicurezza contatto le Bafie, che chiaramente non sapevano nulla, e le informo. Ore 20.45 circa imbocco l'uscita Messina centro quasi per inerzia (il gas sta boccheggiando sin da Messina SanFilippo) e raggiungo Vale. La vedo emergere in tutto il suo splendore accompagnata da una generosa busta che credo essere omaggio a me destinato. Nulla di fatto, si accomoda in macchina con un bel sacco dell'immondizia ancora da sigillare. Depositato il presunto dono negli appositi cassonetti ci dirigiamo presso Casa Bafia. Vale scende e recupera le tre solari fanciulle che si accomodano dentro il lussuoso mezzo da me condotto (le portiere non cigolano più perchè sono state abbondantemente innaffiate di grasso adesivo idrorepellente e ho persino sistemato il tergicristallo lato guida). Raggiungiamo l'Onorevole in facoltà, o, meglio, lui raggiunge noi visto che si portava sul luogo dell'appuntamento con notevole ritardo. Promettiamo di reincontrarci presso la stazione di servizio Agip-Tremestieri in quanto il mio fiammante mezzo necessita di rifornimento carburante. Viste le potenzialità della mia vettura giungo al luogo destinato con diversi minuti di anticipo sul rivale Onorevole, attendo in compagnia di quante con me dividevano il prezioso abitacolo l'addetto alla pompa GPL, che non dimostra molta solerzia nel servizio. Nelle more del riempimento serbatoio giunge l'onorevole, in compagnia della consorte e della new entry Maria, e si affianca alla mia vettura. L'impiegato alla pompa, divenuto improvvisamente zelante, cerca di rifornire di GPL anche il retrogrado mezzo dell'ultimo arrivato, senza però rinvenire l'apposito bocchettone GPL (che non esiste sulla vettura dell'Onorevole). Inutili le lagnanze dell'Azzarà, che per sfuggire alla minacciosa pompa del benzinaio, è costretto ad allontanarsi dalla colonnina in tutta fretta. Ci ritroviamo davanti al mecdonals, sono costretto ad entrarci dopo circa nove anni di fedele boicottaggio per amore di comitiva. Su pressione di Tere opto per un mecbecon quando avrei preferito il mecfish (non ricordo l'esatta denominazione, quello col pesce dentro). Il sapore di mecdonals non è cambiato nell'ultimo decennio, le patate a bastoncino però ora si possono barattare con quelle che sembrano patate vere che, comunque, non mi sono piaciute. Chiudiamo in bellezza con un meraviglioso gelato, effettiva sorpresa della serata considerato che quella pappetta bianca del mecdonals non l'avevo mai neanche assaggiata a causa del ribrezzo che mi ha sempre procurato. Mischiata con un surrogato di Bacio era veramente godibile. Sosta in bagno per camicia macchiata e relativo intervento salvatessuto da parte di Vale, che approfitta della mia pausa asciugatura per approfondire l'intima conoscenza di Salvi. Tutto bello, tutto economico, tutto divertente. Ci si rivede al Bowling. Ciò che avvenne sulla pista è testimoniato dalla bolletta allegata al post (cliccarci su per ingrandire); da sottolineare solo due importanti risultati: la mia perpetrata predominanza sull'Onorevole e la sorprendente scoperta di un campo della vita in cui ho potuto superare Mari!!! Altro che Mastercard!!! :). Si conclude così la serata, sul tappeto d'asfalto che per vie diverse ha riportato entrambi i mezzi davanti alla stessa porta, metafora alla quale piace aggrappare il ricordo di una splendida serata.
Qualcuno è mancato, e tutto va diviso anche con gli assenti, e in particolare con un assente speciale che si è manifestato in itinere :). A quando la prossima? A presto, come spero sempre. E grazie di nuovo...
giovedì 19 aprile 2007
lunedì 16 aprile 2007
Ha senso allora l'ennesimo "grazie", così come un senso oggi ha pure la mia persona. Le gioie di questi mesi, le fortune infinite, i sorrisi e la forza di sapere che anche io posso esistere sono tutti accessori che avete donato a una vita spoglia. E non dimentico nulla, anche se a volte speculo e sroloquio a vuoto, non dimentico nulla anche se a volte mi distraggo felice. Certamente non sono stato per voi ciò che voi siete stati per me, ma serbare con profonda passione tanta gratitudine è certamente più emozionante che riceverla. Per questo resto felice anche nella mia impotenza.
Grazie per questa e per tutte le altre pagine che ho avuto il coraggio di scrivere. Grazie di tutto, spero abbiate ancora la forza di contare anche su di me... a domani...
sabato 14 aprile 2007
venerdì 13 aprile 2007
giovedì 12 aprile 2007
mercoledì 11 aprile 2007
Nel millenovecentonovantuno, proprio oggi, finiva la prima guerra del Golfo. Ricordo poco di quei giorni. Ma è davvero cambiato qualcosa?
Sembra tutto così immobile ogni tanto, tutto così ciclicamente ostinato. Ed è curioso notare come io sia cambiato, da un anno fa come dal millenovecentonovantuno, e suppongo tutti voi siate cambiati, tutti siano cambiati... e perchè allora ci trasciniamo sempre gli stessi stupidi problemi?
martedì 10 aprile 2007
lunedì 9 aprile 2007
sabato 7 aprile 2007
venerdì 6 aprile 2007
Venerdì Santo, prima di sera, c'era l'odore di primavera;
Venerdì Santo, le chiese aperte mostrano in viola che Cristo è morto;
Venerdì Santo, piene d'incenso sono le vecchie strade del centro
o forse è polvere che in primavera sembra bruciare come la cera.
Venerdì Santo, stanchi di gente, siamo in un buio fatto di niente
Venerdì Santo, anche l'amore sembra languore di penitenza
Venerdì Santo, muore il Signore, tu muori amore fra le mie braccia,
poi viene sera resta soltanto dolce un ricordo: Venerdì Santo...
Venerdì Santo, prima di sera, c'era l'odore di primavera;
Venerdì Santo, le chiese aperte mostrano in viola che Cristo è morto;
Venerdì Santo, piene d'incenso sono le vecchie strade del centro
o forse è polvere che in primavera sembra bruciare come la cera.
Venerdì Santo, stanchi di gente, siamo in un buio fatto di niente
Venerdì Santo, anche l'amore sembra languore di penitenza
Venerdì Santo, muore il Signore, tu muori amore fra le mie braccia,
poi viene sera resta soltanto dolce un ricordo: Venerdì Santo...
mercoledì 4 aprile 2007
lunedì 2 aprile 2007
Giacomo Leopardi, L'Infinito
Sempre caro mi fu quest’ermo colle
e questa siepe che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni e la presente
e viva, e il suon di lei: Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare.