domenica 22 aprile 2007

Ho provato a tacere, ho tentato di cambiare canale ogni volta che venivano proposti servizi sull'ultimo (in ogni senso) congresso dei DS. Ho provato a fare silenzio di fronte a quella che mi sembrava una sconfitta bruciante. Non ci sono riuscito.
E non voglio regalare spazi a un Fassino vuoto, così come vuoti sono tanti "compagni" che hanno appoggiato la sua mozione. La mia esperienza con i DS è già finita da tempo, al loro primo congresso. Lì ho capito che non era per me la strada, la condotta dei DS. Ho continuato a sperare però, ho continuato a credere in molti democratici di sinistra. Oggi ho smesso. I DS non sono più. E se bisogna specificare che "siamo ancora a sinistra", la vergogna si fa più grassa, più indelebile. Io sto da un'altra parte. Io sto in quella sinistra che non ha bisogno di dichiarazioni per essere definita tale, quella a cui basta un gesto, un'immagine, uno sguardo, una parola. Io sto nelle lacrime di Mussi, non in quelle di Fassino. E sul sito dei DS il discorso di Mussi è in grigetto, come in grigetto sono le parole di una coscienza che richiama dolorosamente alla dignità. Il primo errore è quello dell'ottantanove, il secondo far crescere fiori dove campeggiavano gli strumenti da lavoro. Oggi, il colpo di grazia.
Io ho solo un pugno di speranze adesso, mi rimane solo la speranza di un ritorno al grande PCI, con uomini nuovi, e soprattutto con gli uomini "giusti". La zavorra di Fassino & co allora è finalmente precipitata, adesso cerchiamo di capire che siamo finalmente in grado di spiccare il volo.
So di averla proposta tempo fa, oggi però non posso tacerla tra le pagine dei miei libri:


PierPaolo Pasolini, Alla bandiera rossa

Per chi conosce solo il tuo colore,
bandiera rossa,
tu devi realmente esistere, perché lui esista:
chi era coperto di croste è coperto di piaghe,
il bracciante diventa mendicante,
il napoletano calabrese, il calabrese africano,
l'analfabeta una bufala o un cane.
Chi conosceva appena il tuo colore,
bandiera rossa,
sta per non conoscerti più, neanche coi sensi:
tu che già vanti tante glorie borghesi e operaie,
ridiventa straccio, e il più povero ti sventoli.