venerdì 13 aprile 2007

Avete visto mai come la cera umiliata dal calore della fiamma scivola invisibile e si rialza piano? E' un fenomeno banale, sembra quasi un frattale indecifrabile. Ciò che è certo è il mutare delle forme, la fuga dagli schemi e la rinascita sotto altre specie. E la cera che cola diventa sempre meno, potremmo ricomporre ogni volta una candela nuova, ma ogni volta la candela sarà più minuta. Fino a consumare, fino a consumarsi nell'istante in cui si sarà donata all'eterno, rarefatta in molecole e poi in atomi, in fiumi di cera calda prima, in sculture plastiche poi, in vapori impercettibili sempre. E così scompare parte di ogni mio giorno, parte di me. Così usiamo consumarci anche noi, consapevoli di non essere più percepibili, e tuttavia di dimorare da qualche parte, di essere custoditi e custodire, di essere amati e amare, di voler apparire solo per scomparire...