giovedì 26 aprile 2007

Ventisei aprile duemilasette. L'ultima lezione universitaria della mia vita oggi. L'ultima lezione universitaria della nostra vita oggi. E mi torna in mente l'ultimo giorno al liceo, tutto così più plateale e oggi devo ammettere molto meno sincero. Pure il tempo oggi, come ha suggerito il Dottore, ha voluto salutare con abbondanti lacrime questo microevento. Eravamo in quattro a portare la bandiera di tutta la felice compagnia, e il momento è scivolato quasi silenzioso tra le nostre sicurezze.
Sarà stata la pioggia a distrarci: mi sono infatti presentato in dolce compagnia a casa Bafia per farmi gentilmente asciugare a colpi di phon dopo una passeggiata che vedeva protagonisti i nostri esili corpi riparati da un misero ombrello, acqua dall'alto, dal basso, dai lati, fino alle ginocchia... si decide di chiamare un taxi per raggiungere il dipartimentodidirittoprivatoeteoriadeldiritto intitolato all'insigne giurista messinese Salvatore Pugliatti, il secondo taxi della mia vita. Ci raccoglie Lucca quattordici, e deve attendere qualche minuto i ritardatari del gruppo, ancora impegnati tra asciugamenti e pipì improvvise, tra le lacrime del dott. Azzarà che osservava impotente il tassametro girare inflessibile. Poi è stata solo strada, e solo una portiera che si apre con gli auguri del giovane tassista. E ci ritroviamo dentro, a mendicare una sedia che non fosse in equilibrio precario. Ci ritroviamo dentro a valutare il grado di inzuppamento dei nostri codici e dei nostri appunti. La lezione inizia. La lezione finisce. Forse si è parlato di nullità di protezione. Ma sarebbe inutile ricordare di cosa si sia parlato in una giornata così sui generis. E adesso scrivo, cosciente del fatto che non potrò mai più svegliarmi per andare a lezione, cosciente del fatto che non potrò più narrare di schiticchi organizzati mentre un prof spiega, cosciente del fatto che un'altra porta si è chiusa alle nostre spalle. Quale apriremo domani, colleghi dottori? E soprattutto, la apriremo ancora assieme?
Cosciente del fatto che forse ancora non ho ben realizzato cosa sia accaduto oggi, pubblico una delle rarissime foto scattate all'interno di un'aula al primo anno, inizio del secondo forse. Ironia della sorte: è la stessa aula che oggi ci ha dato l'addio. E nonostante gli anni passati ci siamo ancora. Perchè non dovremmo esserci domani?

6 Comments:

Blogger luigi said...

ho le lacrime agli occhi

27/4/07 10:32  
Blogger Gianfranco said...

Dai dottore non fare così! Che poi ti seguo a ruota! Basta che non mi tradisci con la tua zita e potremo continuare a frequentarci per tutta la vita! :)

27/4/07 13:09  
Blogger luigi said...

e chi lo sa dottore...magari un giorno mi volterai le spalle e fanculo birra e fanculo schiticchi....

27/4/07 18:15  
Blogger Gianfranco said...

Dottore io questo di te non lo penso!

27/4/07 18:18  
Blogger luigi said...

ovvio io ci sono e sarò sempre

27/4/07 19:32  
Blogger Gianfranco said...

Scusa... e io?!? Coso fituso!

27/4/07 19:42  

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