martedì 26 febbraio 2008

Quei ricordi di un futuro che non c'è più stato.

Ci vuole tempo, a volte, per digerire giornate piacevolmente complesse, struggenti (eppure avrei scritto struggevoli, ma Devoto-Oli non lo contempla) quanto delicate e silenziose di un fragore quasi inedito. Tutto questo per dire semplicemente che la domenica appena trascorsa ha lasciato un sapore sofisticato ma scomponibile, su questo palato provato da decine di essenze. Domenica, l'ennesima prima volta ha segnato quella che sarebbe stata semplicemente una ennesima meravigliosa giornata di sole. Di quel sole che comincia a segnare il cielo di questa Messina tersa e frizzante. Domenica per la prima volta, illuminato dalla preziosa presenza del Dottore(tm), ho visitato uno di quei luoghi che si usa chiamare mercatini delle pulci o qualcosa del genere. E tra montagne di miserabili inutilità scorgevo perle disseminate senza ordine preciso, casuali come le sorprese di una vita. Tra gli scarti ammuffiti delle librerie, pregiati volumi memori di un paio di secoli di vita da scaffale. Tra inutili e privi di valore sigilli plumbei, medaglie e monete. Ho lasciato quel parcheggio con una cartolina che qualcuno, mezzo secolo fa, avrà dotato di qualche goccia di profumo intriso di amorosi sensi, quattro tessere di partito (P.C.I. '84-'87 per i curiosi), e una tessera F.I.G.C. dei collettivi femministi. Ma non è tanto quello che ho potuto portare in tasca che mi ha segnato, quanto due frammenti di dolore, miseria principe tra le miserie: una targa donata un sanvalentino di qualche anno fa da un Ciccino qualunque a Ciccina per una giornata tanto speciale da meritare questa gogna tormentata, e una tela bianca, graffitata con un pennarello nero da un giovane innamorato che desiderava un marmocchietto uguale uguale alla sua dolce metà. Oggetti per feticisti o corpo di una vendetta crudele?
Poi la metà dolce e gustosa della giornata, il pranzo perfetto, il viaggio di poche parole e tanti pensieri, la stanchezza di una giornata importante.
E ieri si è replicato sul piccante di nduja, e domani l'ultima laurea. I giorni passano, il problema è che diventano mesi, e poi anni...

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10 Comments:

Blogger Franca said...

Amo i mercatini!
Comunque una buona domenica, no?

27/2/08 11:04  
Blogger guccia said...

Pura delizia in odore di ricordo e nostalgia

27/2/08 11:54  
Blogger Gianfranco said...

franca: Ottima!

guccia: sempre troppo generosa :)

27/2/08 14:41  
Blogger My funny Valentine said...

Ma che splendide parole per dire la placida tortuosità delle sensazioni...
V

27/2/08 19:24  
Blogger Gianfranco said...

my funny valentine: sei dello stesso partito di Guccia? :) Grazie!

27/2/08 20:37  
Blogger guccia said...

La Vale? Sicuro che è del mio partito!

Quest'estate come minimo ti piovo lì telecamera in spalla obbligandoti a farmi conoscere tutti i vecchietti del circondario.

;)

28/2/08 10:08  
Blogger Gianfranco said...

guccia: lieto di accompagnarti! Meglio un po' più in là del circondario, fidati. Qui gli anziani storici stanno lasciando questo mondo uno dopo l'altro...

28/2/08 10:17  
Blogger Finazio said...

Ho assaggiato la nduja, una mia amica di Vibo mi ha fatto conoscere anche gli ndujotti, i cioccolatini alla nduja... ho ancora le papille gustative ustionate dopo anni! Ho una intera nduja in frigo, ancora intonsa. Non ho il coraggio di aprirla, temo mi uccida.

28/2/08 11:26  
Blogger Gianfranco said...

finazio: fa' come ti dico: prepara un banalissimo sugo di pomodoro fresco e fa' scivolare in padella durante la cottura qualche tocchetto di nduja (non occorre abbondare). Il preparato è ottimo per condire preferibilmente della pasta fresca. Prova, mi ringrazierai :)

28/2/08 11:51  
Blogger marina said...

Delizia di mattinata. Tutte quelle molecole di vita sciorinate ogni volta mi affascinano
potevi tranquillamente scrivere "struggevoli", ogni tanto bisogna dare una spintarella alla lingua..
marina

29/2/08 10:42  

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