sabato 14 ottobre 2006

Una lunga giornata.
Lunghissima, tanto che non ricordo dove è iniziata e ancora vedo che non è finita. Il primo pensiero degno di nota lo lascio allo Stretto: per un isolano trovarsi sul mare e volgere la prua verso altri lidi è un'esperienza pesante, soffocante. E che strana parola "isolano"... soprattutto se si pensa che qualche manciata di secoli fa nessuno avrebbe potuto giurare sul fatto che la Sicilia fosse un isola. Qualche manciata di secoli fa allora non so come mi sarei sentito, non so se la mia impalpabile condizione di "isolano" avrebbe potuto incidere sul costruirsi del mio pensiero.
Poi due treni e un bus, una serata intensa e un mal di testa ancora persistente che mi ricorda essere sveglio. Stasera una figura che appare consueta nel mistero di una bellezza imprevedibile ma tranquillizzante, la consueta mano sfiorata, un consueto sguardo e quell'espressione che in una è mille. Un saluto che è ritrovarsi più forti, consapevoli di aver costruito un impalpabile in più, e mai l'impalpabile mi parve così denso...
E infine un materasso che non è il mio, rumori che non mi appartengono eppure si rivelano così ospitali, così benevoli. E su questo materasso i sogni di sempre, cuciti sulla mia pelle, tatuati sul mio corpo, presenti sempre e comunque... Per questa giornata, ancora una volta, grazie di cuore...