sabato 14 febbraio 2009

Amo.

Del più grande mistero che ci avvolge non siamo schiavi ma complici inconsapevoli. Perché vane sarebbero le ricerche se non si concedessero a ciò che trovare è necessario. E il fine della ricerca non è che il desiderio inconfessato di ritrovarsi nello sguardo proprio per mezzo di occhi altrui. È la fiera dei limiti questa esistenza, la mia esistenza squattrinata. Vorrei farti un regalo, ed è questa l'unica disponibilità che ho: un pugno di parole che come sabbia al vento, di quello scirocco che investe la Sicilia orientale, possa disperdersi talmente tanto e in maniera così sottile da penetrare ogni tessuto, da imbrunire la pelle e depositarsi in fondo, dove le cellule che formano il corpo si imbattono in quegli strati inafferrabili e fatui che costruiscono il sentimento. Non mi illudo che un branco di lettere possa accedere leggero in quel sublime ingorgo di mutati e immutabili pensieri, ma ci spero. Qualcosa potrebbe pure attraversarti e sedimentare dentro te, e a quel punto basterà comprare una vocale per dare un senso alle mie parole, e per dare un senso pur diverso, perché di te mi fido talmente tanto da lasciarti libera all'interpretazione di quanto piacevolmente mi affligge. È un mistero l'amore, ed è un mistero talmente grande dal lasciarsi generare dal protomistero che è la solitudine, quello stato d'amore contro ignoti pesante da schiacciare, voluminoso da tracimare in un istante. E adesso che sei qui, a governare le mie giornate che non sono semplici come un tempo, io non ho nulla da dirti che si possa dire con le parole, ma ho molto da dire dei sensi che tu sola puoi ascoltare. Sarà un giorno speciale oggi, come tutti quelli che abbiamo imparato a consumare quotidianamente, e ancora più speciale sarà perché, speciale per gli altri, straordinariamente normale sarà per noi. E non ci sarà nessun dono da ricordare, perché ciò che si ricorda domani sarà pronto a svanire per dopodomani. Ci sarà invece qualche istante da assimilare nel cogliere quell'attimo di sostanza che dà la forza di tenere gli occhi aperti ancora un po'. Solo un pugno di parole allora, che si disperdano per essere assimilate a questa eternità. Perché ogni passo che compio è l'elaborato frutto di quella forza che ogni giorno mi dai, che mi sostenta alla sopravvivenza, che mi rende capace di essere debole alle emozioni e forte alle intemperie. Sperando che avrai ancora voglia di vedermi così, incapace all'impermeabilità, decisamente predisposto allo sconquasso emozionale, conscio che solo nella povertà dei giorni potrò compenetrare la ricchezza del nostro eterno...

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