sabato 8 dicembre 2007

Le pagine di Civile 2 mi tengono lontano da questo luogo equidistante tra realtà e immaginario, terra di mezzo, luogo di ristoro e campo di battaglia a giorni alterni.
A volte però ciò che accade non può lasciare nell'indifferenza grappoli di pensiero, e così la morte degli operai Thyssen Krupp mi impone un momento di riflessione, amara quanto doverosa. Anzitutto parlare di omicidio colposo a carico degli indagati è di un'ipocrisia mostruosa: lasciare senz'acqua l'impianto antincendio di un'acciaieria e senza polvere gli estintori non è colpa, è dolo, nella migliore delle ipotesi dolo eventuale. Offendono ancora di più le "iniziative benefiche" di alcuni istituti di credito: se l'Italia è davvero una repubblica fondata sul lavoro, nessuno può permettersi di sostituire lo Stato nel procurare i mezzi di sostentamento per le famiglie di quanti, con il loro lavoro, hanno nobilitato un Paese, perché che piaccia o no, una repubblica fondata sul lavoro si nobilita prima sulla pelle degli operai (preferibilmente portata a casa senza scottature) che su quella dei militari. E allora della beneficenza delle banche o di Montezemolo queste famiglie possono fare decisamente a meno. Non saranno speculatori o vili benefattori a offrire conforto alle famiglie che spremevano all'osso fino al giorno prima. Chi deve occuparsi della faccenda sta altrove, e ha il compito improcrastinabile di compiere il proprio dovere, e rendere giustizia su tutti i piani immaginabili a quanti sono morti anche a causa di una politica del lavoro ingenerosa quanto indecorosa. Responsabili materiali e responsabili morali si sommano, e sono troppi anche in questo caso.
Triste ammettere che la scomparsa di falce e martello assuma in questo momento un valore più che sintomatico.

3 Comments:

Blogger Franca said...

La priorità della politica italiana di questo periodo è la "sicurezza" dei cittadini con le crociate contro lavavetri e rom, con le ordinanze razziste dei sindaci leghisti.
E quella del lavoro non è anch'essa una questione di sicurezza?
Certi comportamenti delle imprese non sono anch'essi criminali?
Una coscienza di classe ormai annacquata e sindacati che non esercitano più il loro ruolo fanno il resto.
E purtroppo in questo mondo (nell'altro non lo so) i morti non sono tutti uguali: ai militari caduti per difendere gli interessi di Bush facciamo funerali di Stato, ai tanti caduti sul lavoro dedichiamo appena qualche minuto sui TG

9/12/07 12:08  
Blogger guccia said...

Ho pensato esattamente le stesse cose che hai scritto ma, oltre la "normale" rabbia contro i "padroni" - oggi non c'è nemmeno più la figura del padrone contro cui esplodere la propria rabbia - che "normalmente" speculano su tutto, sono furiosa verso il mondo operaio, che ha perso la solidarietà e di conseguenza ha paura di chiedere anche i diritti più elementari. Non c'è più il movimento operaio, quello per cui il licenziamento di un collega era il licenziamento di tutti e un insieme di singoli non otterrà mai nemmeno le più elementari misure di sicurezza. Quando gli urlavo in faccia dicendo che sono dei criminali a respirare l'aria di una caldaia che andava cambiata - per legge - trent'anni fa, si nascondevano sempre dietro la scusa della famiglia... la famiglia lo vuole vivo il proprio uomo! Oltre che con lo Stato che riesce a non farsi carico di queste famiglie che hanno dato tutto quello che avevano, sono furiosa verso il mondo operaio che, ancora, nel 2007, permette che si muoia di lavoro. Sono furiosa coi sindacati che si permettono di indire manifestazioni dopo, quando perfettamente erano a conoscenza della situazione prima. Ecco lo specchio di una società fatta di singoli, dove ognuno pensa solo ai suoi 3 euro. Piangiamo l'ennesimo padre, fino al prossimo.

10/12/07 10:19  
Blogger Gianfranco said...

franca e guccia: come non condividere?

10/12/07 21:20  

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