venerdì 21 dicembre 2007

Di nuovo a fronteggiare orde di paure, e di nuovo dipanare un problema dopo l'altro, un imprevisto dopo l'altro, di nuovo obbligarsi ad essere più forti, di nuovo uscirne vivi. E la cosa più affascinante è raccogliere le energie degli altri quando le proprie non sono più sufficienti, abusare delle soddisfazioni e dei sorrisi degli amici, appropriarsene con naturalezza, scoprirli propri e viverli nel profondo.
Anche per me è arrivata l'ora dei regali, e la mia wishlist a quanto pare ha cominciato a dare i propri frutti, facendomi pervenire in tutto il suo splendore Stato matto di Michele Ainis. Pure i conigli sembrano in arrivo, e la splendida xilografia ottocentesca raffigurante il faro e i laghi di Ganzirri ha trovato una degna cornice. Si direbbe insomma che queste siano le classiche giornate natalizie, si direbbe... e invece no. Perchè la vita dei miei ultimi giorni pare un miracolo distratto, e ogni giorno mi abbandona alle stesse domande: posso non aver amato mai così prima di oggi? Posso non essermi mai divertito così prima di oggi? Posso non aver mai creduto nell'amicizia prima di oggi? E ogni giorno è come svegliarmi dall'ennesimo torpore, riscoprire emozioni, sollevarmi da ogni materialità. Ogni giorno mi trascina nell'incubo di sentirmi invidiato per lo splendore che riesco a trarre da ogni istante, da quelli profondamente tristi ai più incredibilmente gioiosi, ogni giorno, pur nel silenzio e nell'impossibilità di far sinceramente traspirare emozioni da questo corpo così ingessato, diventa l'ennesimo grazie miratamente generalizzato.
Un insormontabile collo di bottiglia questa tastiera, nel quale non trovano spazio centinaia di concetti generalizzati, di pensieri delle giornate trascorse che si perdono in silenzio, migliaia di piccole esperienze, di sorrisi, di battute, di sguardi. Da ciascuno di questi fugaci frammenti potrebbe spremersi un romanzo, e invece fugge tutto, nel più inafferrabile dei panta rei. Cosa dovrei fare dei sigilli di queste giornate? Del sorriso di Tere imperturbabile persino davanti al conto decisamente esagerato del Bar Venuti? Di Vale e Mariangela che escogitano argute strategie per sfuggire al Prof. Avv. Latella? Di Vale che a momenti pesta a sangue una collega sulle scale per accaparrarsi il prossimo esame? Di me, che crollo di delusione davanti a un furgone SDA che non scarica quanto aspettavo?
Possibile che ogni giorno sia così intenso da farmi credere di non averne mai vissuto prima nessun altro?

3 Comments:

Blogger luigi said...

dott....assapora il sapore dolce di ognuno di questi momenti così, se dopo ce ne saranno di amari manterrai la bocca dolce per quei gusti assaporati prima...

22/12/07 10:38  
Blogger Franca said...

Carpe diem dicevano i latini.
Godi di quello che viene momento per momento

22/12/07 17:20  
Blogger guccia said...

Magari fosse sempre così ;)

Auguri!

24/12/07 15:35  

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