lunedì 5 novembre 2007

Gran giorno per la Sicilia. Messi al sicuro i latitanti Sandro e Salvatore Lo Piccolo. Evento più simbolico che altro. Abbiamo già imparato che la mafia non si spegne con la cattura del boss di turno. Sfilati sulle scale della Questura Riina, Provenzano e adesso Lo Piccolo nulla è mai cambiato, e pedine prendono il posto di altre pedine sull'impari scacchiera di un gioco troppo gravoso per la Sicilia. Perchè, e mi pare di dire un'ovvietà, la mafia non si combatte con gli arresti. E' un paradosso, è vero, ma temo che con tutti i boss dietro le sbarre il gioco non si fermerebbe. Perchè la mafia è una questione di cultura, e solo modificando i dettami culturali di una terra vittima del giogo, una soluzione potrà intravedersi lontana. Ma cultura è in primo luogo volontà, quella volontà che manca ai siciliani. In secondo luogo, come sosteneva Gramsci, cultura è progressiva acquisizione di consapevolezza, quella consapevolezza che i siciliani fuggono quasi fosse un morbo infestante. Così anche oggi trenta persone davanti alla Questura, a gridare Viva la Polizia abbasso la Mafia. E mentre quelle trenta persone gridano, la mafia resta comoda nei Comuni, nei partiti, nelle università, tra gli imprenditori, nelle chiese.
Noi ancora speriamo, io ancora spero. Fiero della mia sicilianità anomala, orgoglioso del mio essere aspirante piccolo indegno giurista.

Gran giorno pure per me. Questo post del lunedì lava via i miei primi sette chili. Strappa una cifra sulla colonna del peso. Novantanove virgola tre, e tanta voglia di andare avanti. Vedete? Ci sto riuscendo. E con i chili che vanno qualche boccata di vita viene. E mi son ritrovato oggi per la prima volta in vita mia in una piscina. Ventidue vasche sotto l'occhio vigile del dottore che per l'occasione ha vestito i panni di personal trainer. Ventidue vasche col pensiero alla corsia accanto e la consapevolezza di avere accanto in ogni istante persone meravigliose...

4 Comments:

Blogger guccia said...

Ammiro sia la tua tenacia che la tua sicilianità.
Anche quelli nelle corsie accanto alla tua sapevano di avere una persona speciale al loro fianco.
Quasi ti invidio, sono incollata ad una sedia dodici ore al giorno, stasera stacco e vado a correre al fiume prima che faccia notte.

Hai ragione, i cambiamenti possono avvenire solo con una cultura diversa, una mentalità diversa, ma il senso d'abbandono dello Stato che vivono le persone del Sud non aiuta. Se sei in difficoltà e ti puoi appoggiare solo al boss, alla fine prevale la difesa dalla miseria della famiglia. E' lo stato che deve dare lavoro, ospedali decenti, scuole con insegnanti preparati, solo così si sconfigge la mafia.

6/11/07 10:27  
Blogger guccia said...

Ma la mafia fa comodo alla politica e anche al pil.

6/11/07 10:28  
Blogger Gianfranco said...

Alla politica senza dubbio (non per altro ho scritto una tesi sullo scambio elettorale politico-mafioso e preparando la seconda sul concorso esterno in associazione mafiosa), al pil non ne sarei così sicuro...

6/11/07 10:34  
Blogger Franca said...

Hai ragione, la mafia si combatte con una diversa cultura e sciogliendo i tanti legacci che la legano alla politica.
Ritengo però che questi arresti siano importanti ugualmente. Sono un segno che lo Stato esiste e questo potrebbe dar forza a chi la voglia di cambiare non l'ha persa

6/11/07 11:17  

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