domenica 13 maggio 2007

Passa la sua vita a vendere càlia, inseguendo per destino la festa, le innumerevoli feste di paese, e occupa un angolo di piazza che presto si colora e profuma. Triste destino, rincorrere feste giorno dopo giorno e non poter mai festeggiare, illudendosi del festeggiamento perpetuo che lo vede sempre ospite e mai protagonista. Sfruttare ore di gioia altrui per mangiare qualcosa la sera, smontare la bancarella e volgere ad altra piazza, ad altra festa. Soffocare tristezze dimesse e doverle portare dietro giorno dopo giorno impassibile. Accumulare istanti di amarezza, imbustarli in silenzio e adagiarli accanto a ceci, arachidi, semi di zucca e mandorle caramellate. Che destino triste, privato della tristezza, privato della calma di un istante di solitudine, privato della solitudine di un attimo di disperazione, privato della disperazione di un istante di sconforto. Votato all'impassibilità e al sorriso, devoto a mille statue, fedele come un fedele vero. E tra poco sentirò ancora il rumore di una manciata di ceci strappata alla bancarella e gettata sulla statua della Madonna di turno, personale modo di ringraziare per il pane quotidiano. Quell'istante, il fragore dei ceci su materia paradivina, squarcia la confusione della festa, blocca lo scivolare del tempo ad affermare una presenza intimamente fondamentale. Poi il carro riparte, la Madonna rientra in chiesa. Del venditore ambulante di càlia resteranno per una notte i gusci sfilacciati delle arachidi ai bordi della strada, ancora per qualche ora il vento condurrà le pellicine dei ceci tostati a incontrare occhi che lacrimeranno, un semplice arrivederci all'anno prossimo per la piazza. Un anno prossimo che dura una notte invece per il venditore ambulante di càlia.
Modestamente immodesta certa natura umana, e certamente incline al dolore...

6 Comments:

Blogger guccia said...

Qua l'uomo del carretto dei ceci si fermava sempre davanti alle scuole, all'ora di ricreazione. Altra generazione, non l'ho mai visto, ma è come se l'avessi fatto, mille racconti fioriscono ancora intorno a lui.

14/5/07 11:13  
Blogger Gianfranco said...

Vorrà dire che (per fortuna) qui il tempo scorre poco più lentamente :)
...e non me ne dispiaccio.

14/5/07 21:10  
Blogger guccia said...

E' un'immensa fortuna ;)
Spero non arriverete mai a questa assurda velocità. Abbiamo costruito macchine per sfruttare meglio il tempo ma continuiamo a correre lo stesso... a cosa saranno servite?

15/5/07 15:33  
Blogger Gianfranco said...

Vado un po' OT sul proposito di correre\sfruttare meglio il tempo a disposizione: come vorrei che l'impiegato ics dell'ufficio ipsilon non debba aprire lo sportello con una mezz'oretta di ritardo ogni giorno... Lassù, nel nord evoluto, che si dice al riguardo?

15/5/07 15:38  
Blogger guccia said...

Che lo sportello è sempre aperto in orario ma il papà è sempre in ritardo alla recita della figlia.

15/5/07 15:45  
Blogger Gianfranco said...

Qui sarebbe in ritardo pure la figlia :)

16/5/07 08:53  

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