mercoledì 28 febbraio 2007

Sulle note di un piano vorrei accompagnarti stasera, delle note di un piano vorrei fare gradini per avvicinarti a me. Perchè arriva un momento in cui svaniscono problemi, graffi e tutte le innumerevoli ginocchia sbucciate della giornata. In quel momento ti vedo accanto a me, una e mille. Come affondare le mani nella sabbia calda di Luglio, come camminare senza avvertire il disturbo del traffico forse perchè è sabato mattina, forse perchè ho solo verde attorno. La gola è indolenzita stasera, ma non devo parlare e perciò sopporto. E tu? Senti davvero il bisogno di parlare? Dì di no, dimmi che la sera basta percepire il soffio di un respiro per sentirsene avvolti, dì che non serve parola come non servono immagini nè occhi atti a catturarle. Dì che bastiamo noi, dì che basta meno che noi...
Così mi avvicino all'ora del sonno, ed è così speciale, nonostante sia l'ora che mi congeda dalla vita sin dal primo giorno. E le ansie si infrangono, o quantomeno riposano attente ai piedi del letto, pronte a mordere le caviglie domattina. Però sul letto no, nulla è ammesso che non sia parte di me, parte di ciò che desidero. E' un dolce asilo politico di realtà immaginarie, in fondo è un po' di vita anche questo, un po' o tutta intera...