venerdì 9 febbraio 2007

La felicità non è fatta per essere vissuta a lungo, è una condizione intermittente che non si fa mai godere appieno al fine di lasciarti col suo retrogusto che crea dipendenza. E' come mangiare una pizza e lasciare l'angolo più condito, quello che hai preservato con cura durante il corso di tutta la cena, per ultimo. Quando stai per afferrarlo desideroso, la mano del commensale si stende velocemente e lo fa suo, scompare in un sol boccone, quasi con noncuranza. Così la felicità: prepari a lungo il momento da vivere con tutto te stesso, quando sei sul punto di concretizzare tutto, di realizzare ciò che hai aspettato a lungo tutto sfugge e non si compie. E' insita nella felicità questa componente di incompletezza, come quando prendi 28 e potevi prendere 30, prendi trenta e ti manca la lode, prendi la lode ma il prof poteva farti un complimento in più. E allora mi convinco che la fine del mondo arriverà nel momento in cui un istante di felicità sarà compiuto, perchè non potrai desiderarne uno successivo. Grazie per la giornata di ieri, per un altro veloce istante incompiuto che mi spinge a desiderarne uno successivo immediatamente. E' bello sentirsi perennemente incompiuti e perennemente vogliosi di compiersi invano... Grazie.