sabato 6 gennaio 2007

Non è vero che la goccia d'acqua scava la roccia. E' tutta una leggenda, una triste menzogna. La goccia d'acqua si infrange sulla roccia e si disperde, vaporizza il suo non essere. Ce ne vogliono milioni, milioni di milioni per intaccare la roccia. E invece dobbiamo creare il mito della goccia potente, della goccia onnipotente, tutto questo solo per partorire l'ennesima metafora umana, l'ennesima barzelletta che vuole l'uomo capace di tutto, l'uomo padrone della sua volontà. Non siamo capaci di intaccare nessuna roccia, non siamo capaci di volere nulla. E cos'è poi questa volontà, se non la copia rovesciata, il negativo del nostro essere impotenti e incapaci, cos'è la nostra volontà se non uno strumento in mano altrui, un coltello dalla parte della lama.
Mi faccio impressione, sono troppi giorni che non riesco ad essere ottimista, e se tutto questo mi preoccupa, almeno riscopro l'essenza di una mortalità precaria, di una tristezza profonda. E capisco che questo tipo di tristezza, lontano dalla malinconia, non sa essere produttivo. Almeno mi rimane la capacità di capire che tutto questo è male.