domenica 21 gennaio 2007

E' come il traballare di una fiamma adagiata sulla soglia di una finestra chiusa, a cogliere spifferi impercettibili l'amore. Ed è illuminare una stanza buia in una casa notturna immersa nello scuro degli spazi isolati. E quanto scalda una candela? Ricordo discussioni lontane sull'entropia, sul potenziale calorifero di un fiammifero acceso al polo nord nei confronti del caldo sahariano, ricordo quei "valori trascurabili" con cui ogni mia pretesa di sapore scientifico veniva cassata. Oggi non sono più discorsi lontani, oggi sono valori intrisi, oggi è tutto similmente dierso. E cosa può fare la fiamma di una candela adagiata sulla soglia di una finestra se non ricordare la precaria fallibilità dell'uomo, così instabile e incerto ma così capace di essere un riferimento nella notte. E siamo tutti candele sulla soglia: chi ama s'accende, vive, illumina, consuma e si spegne. Qualcuno poi preferisce restare spento nel freddo della notte, per morire giovane e conservato. Come la cera questa vita: mille consistenze, mille profumi, luce... e come la cera è bello evaporare nella notte, lasciando parte di sè a perdersi tra altri vapori tutti conosciuti, ricordando che l'amore non si tocca, solo si vive e si respira...

3 Comments:

Anonymous Anonimo said...

hai scritto cose vere...anche se non commento continuo a seguirti sempre..un bacio

21/1/07 10:42  
Blogger Gianfranco said...

Ciao! Ma tu quando tornerai online?

21/1/07 13:33  
Anonymous Anonimo said...

carissimo,quando tornerò online?non lo so...quando mi riprenderò da un periodo nero e sarò piu' vitale e positiva... :-)

22/1/07 10:46  

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