mercoledì 3 gennaio 2007

Credo di non essere dell'umore giusto per scrivere, e forse farei meglio a non farlo. Ma è tardi, mi accorgo di stare già scrivendo, e questa fienstra di testo si colora piano. Non conosciamo nulla, camminiamo per le strade e al nostro fianco scorrono decine, centinaia di portoni chiusi. Sappiamo che sono chiusi, eppure mai ci è venuto in mente di spingerli uno per uno, di provare se è vero che sono sigillati. Eppure affermiamo di accostare decine, centinaia di portoni chiusi, chiusi. Siamo vittime della nostra ignoranza, della nostra inesistente curiosità. Non pretendiamo conoscere cosa si nasconda dietro decine, centinaia di portoni potenzialmente solo accostati. Preferiamo nasconderci dietro una convenzionale credenza che vorrebbe un portone essere costruito per restare chiuso. Ed è la metafora della vita di chi non ha conforto: una porta chiusa e basta. Non è possibile aprire, aprirsi, scoprire cosa ci sia dietro quella barricata marrone. Convenzionalmente chiusi, chiusi e inviolabili, come se dietro ogni portone non esistesse un'altra realtà, un'altra verità. Li preferiamo chiusi tutti i portoni, sigillati, convenzionalmente certi che dietro non vi si possa nascondere nulla, che dietro non vi sia nulla. Finirà che andremo a morire assiderati, fuori da un portone che non è chiuso, ma solo accostato. Moriremo della nostra orgogliosa consuetudine...

1 Comments:

Blogger Gianfranco said...

Dottore ma fino a mezzanotte c'è tempo!!! Poi magari le fanno gli auguri persone che si sono ricordate del suo compleanno solo leggendo il blog!!! Vabè provvedo subito va :)

3/1/07 17:43  

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