sabato 16 dicembre 2006

Posso contare tutte le mie vertebre, chino sulla scrivania a compatire la lampada. Sono stati giorni di silenzio un po' per i libri che mi impegnano, un po' per le angosce ricorrenti e le bellezze che temporeggiano a salvare il mondo. Ce ne sono stati eventi da sottolineare: i successi da esame, le fatiche altrui, i seimila accessi. E invece mi ritrovo qui, quasi a commiserare me stesso, quasi a rimproverarmi il desiderio di riposare. Mi circonda il brusio delle ventuno e trenta, mi avvolgono i fantasmi di un passato ridicolo e di un futuro incerto per antonomasia. Torno a contare le righe che mi separano dalla agognata ultima pagina, conscio di stare per lanciarmi in un circolo vizioso. E penso che è dicembre, anche se non sembra. Non fa freddo e le lucine ai balconi non riscaldano, sembra tutto così finto...


Dicembre secondo Guccini, da Canzone dei dodici mesi

E mi addormento come in un letargo, Dicembre, alle tue porte,
lungo i tuoi giorni con la mente spargo tristi semi di morte, tristi semi di morte...
Uomini e cose lasciano per terra esili ombre pigre,
ma nei tuoi giorni dai profeti detti nasce Cristo la tigre, nasce Cristo la tigre...