giovedì 21 dicembre 2006

Alla fine si è spento, NON è stato spento. Io non credo all'eutanasia, perchè la morte ci rende tutti della stessa pasta, ed è sempre della stessa pasta. Io non credo che possa esistere il diritto alla morte, credo che nessuno possa stabilire quando sia giunto il momento di porre fine ad una vita, sia essa di sofferenze o la più bella vita possibile. Allo stesso modo non credo che esista un diritto a tenere la vita allacciata ad un corpo ucciso dal fantasma di un'immortalità meccanica. Nessuno può imporre nè suggerire la morte, neppure colui il quale la desideri. Ma nessuno può imporre la vita artificiale. Nessuno può regalare la morte, ma nessuno può imporre una vita che non esiste. Attaccare una spina può essere motivo di speranza, può essere il miracolo del nostro progresso. Staccarla non è una rapina, è restituire un corpo, e un'anima, al proprio destino. E'cinico, è crudo, è triste: ma raccogliere un televisore dall'immondizia con la speranza di resuscitarlo semplicemente sostituendo un transistor, non significa essere obbligati a non consegnare di nuovo quel televisore all'immondizia, a tenerlo in funzione fino al prossimo guasto, a tenerlo acceso anche se trasmette ormai solo numerose linee grigie e fruscii inascoltabili. E il gesto del raccogliere una banconota falsa da cinquanta euro che volteggia all'angolo di un marciapiede non può celare l'obbligo di spenderla comunque...