mercoledì 1 novembre 2006

Da tanto non capitava: a letto con l'iBook sotto le dita, e voglia di riflettere. Non è abbastanza neanche il silenzio e decido che un po' di musica, a volume quasi trascurabile, può fingere di stare qui con me, di farmi compagnia. Percepisco un cambiamento: ho sempre avuto paura del futuro, ultimamente ho sempre più paura del passato, e il futuro diventa solo un'appendice incapace di distanziare il presente di più di ventiquattro ore. Va bene così, non è tempo di raccolta e non ho da correre, posso permettermi di osservare, di respirare solo per il gusto di percepire nuovi profumi, e va bene così, bene così. Ho paura di affermare la mia nuova felicità, ed è quanto di più codardo io possa immaginare, ma tant'è. Se avessi sete, se non bevessi da una settimana, saprei come vivere un bicchiere d'acqua, come vivere ogni singola goccia. Ma sono condannato all'abbondanza, nella fortuna sfortunato.
Buonanotte...