La chiamano estate anche dove non c'è il mare, la spacciano per ciò che forse non riesce ad essere. La chiamano gonna anche se la indossa un manichino, e non c'è una vera ragazza dentro. La chiamano acqua anche se è venduta in bottiglie di plastica e per aprirla devi forzare un sigillo. La chiamano musica anche se devi pagare per suonarla e trovarla nei vicoli è addirittura reato. La chiamano distanza anche se puoi colmarla con piccoli sacrifici e ingigantirla con un gesto. La chiamano attesa anche se dopo un po' termina nell'incontro che speravi. La chiamano terra anche se non vi cresce l'erba e lo chiamano prato anche se è chiuso in rotoli.
A tutto siamo in grado di assegnare un nome, ma non tutto è capace di divenire esperienza. Chiamiamo tutto un po' come lo vediamo, come lo percepiamo, ma nessuno controlla la corrispondenza tra pronunciato e vissuto. E forse è meglio che estate, attesa, gonna, acqua non possano essere marchi registrati, ed è bello ingannarsi di surrogati per ore, per giorni, anni e poi rinvenire da qualche parte gli originali. Originali degni di esperienza. Voi come vi chiamereste, e come mi chiamereste oggi?
A tutto siamo in grado di assegnare un nome, ma non tutto è capace di divenire esperienza. Chiamiamo tutto un po' come lo vediamo, come lo percepiamo, ma nessuno controlla la corrispondenza tra pronunciato e vissuto. E forse è meglio che estate, attesa, gonna, acqua non possano essere marchi registrati, ed è bello ingannarsi di surrogati per ore, per giorni, anni e poi rinvenire da qualche parte gli originali. Originali degni di esperienza. Voi come vi chiamereste, e come mi chiamereste oggi?
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