venerdì 9 giugno 2006

Ebbene si.. sono tornato. Anzitutto sono d'obbligo le mie scuse per la protratta assenza, forse la più lunga di sempre, ed è la scusa di non aver reso ancora partecipi tutti voi di questa piccola divertente esperienza...
Come avrete letto il mio timore, prima della partenza, era quello di non riuscire a trovare un senso a quella che, in fondo, non è stata altro che una piccola follia. Timore svanito, ed ora forse anche ingiustificato.
Come al solito partenza col mio fido "Conca d'oro" 792 in partenza da Messina c.le alle ore 21.25, compagnia fallimentare come sempre, trascorro la nottata assieme ad altre 4 persone, tre delle quali assieme che decidono armonicamente di russare. Il quarto, di fronte a me, infastidito dal russamento invece sbuffava SENZA SOLUZIONE DI CONTINUITA' e bestemmiava tra i denti cercando la mia approvazione.. non so chi dei due mi abbia dato più fastidio. Arrivo Nella capitale con quasi un'ora di ritardo. La famigliola comincia a lamentarsi del ritardo "siamo in Italia, solo qui succedono questre cose, è un'indecenza, si rubano i soldi " ecc... fino a quando appaiono i mille binari di Termini. E'finita. Scendo dal treno, l'aria fresca di Roma mi dà vigore, e sono felice di non aver nulla oltre alla maglietta. Ho circa un'ora prima di prendere la coincidenza (insomma coincidenza con un'ora di scarto mi sembra eccessivo.. vabè) per Perugia, decido così di percorrere Via Nazionale al fine di andare a vedere l'hotel che mi ospiterà per la prossima avventura (riparto domenica!!): gioisco nel vedere che l'insegna c'è pure in cinese e che in una specie di atrio fetido (non chiamiamola hall) scorgo un po' di persone che proprio raccomandabili non riuscirei a definire... mi sa che è una specie di bordello mascherato... vorrà dire che visto che il dott. azzarà non mi accompagna troverò un altro genere di compagnia! Torno a Termini e salgo sull'interregionale Roma-Perugia. Sono circa tre ore di viaggio, si taglia lo Stivale a metà, tre ore nelle quali ho la possibilità di osservare realtà inusuali per me, anche se nulla mi sembra sconosciuto... insomma sempre Italia è... Giungo a Perugia, e questa è una stazione sconosciuta, non mi ci so muovere come a Termini, ma bisogna specificare che ha solo due binari e una porta per uscire quindi non rischio di perdermi :). Acquisto due biglietti giornalieri e mi infilo sul primo bus: Destinazione Piazza Italia, sperando di non trovare Magalli... Al capolinea arrivo in 5 minuti.. e capisco che non è poi così grande questa città. Scendo dal bus e cartina alla mano capisco di non capire nulla, era una cartina di infima qualità. A fatica scorgo Corso Vannucchi e mi infilo, sapendo che il mio alloggio si trova da quelle parti. Vicoli e vicoletti mi imbuco in quella che pare la "via" del mio simpatico due stelle: via boncambi, ecco, hotel Umbria. Entro, grande cortesia, accenti medioorientali con inflessione francese. Chiedo la camera, sono circa le undici ma non è ancora pronta. Così rassicuro la reception, chiedo solo una cartina decente e l'indicazione sommaria di dove si trovasse l'università: grande errore non specificare giurisprudenza... molto cortesemente ottengo le mie informazioni sottoforma di due bei cerchietti a matita. Mi incammino di nuovo, raggiungo quella che pare una via universitaria e giro un po' di facoltà, lettere, scienze della formazione.. ma giurisprudenza non c'è. Fermo allora un gruppo di ragazzi: "scusate, giurisprudenza?" Questo con lo sguardo schifato di qualsiasi studente che incontra un collega di giurisprudenza mi fanno notare che non sono sulla retta via, mi dicono di tornare su via morlacchi, fermarmi a piazza morlacchi davanti al teatro morlacchi e scendere la scalinata morlacchi... ed io pensavo stessero scherzando.. invece in una zona tutto si chiama morlacchi, addirittura un necrologio annonciava la morte della ved. Morlacchi... bene.. confronto la cartina che avevo preparato a casa e vedo che tutto coincide. Davanti a un bivio imprevisto fermo una bella fanciulla che si offre di accompagnarmi, con distacco però, lei studia scienze politiche "ma a giurisprudenza non arrivo (aria schifata) mi fermo poco prima. dopo qualche km di scale intravedo la facoltà. Bene, adesso so dove dovrò recarmi l'indomani... mestamente torno indietro, milioni di scale e sudore... E' il momento di trovare la cioccolateria che mi ha indicato Bat, comincio a chiedere informazioni e vengo dirottato su via ercolano, o qualcosa di simile.. anche qui scale e scale... dopo molte peripezie giungo a questo famoso bar Perusia. Entro ma non c'è nulla di quanto mi aveva raccontao Bat... "scusi non è qui che fate la cioccolata buona?" "No, questo è un bar". dopo due chilometri di scale mi ntappo una moffa Homer style... risalgo la scalinata e chiedo informazione a dei giovani, molto disponibili stavolta. "Guarda è da tutt'altra parte".. "scusa mi puoi indicare sulla cartina?" "ecco vedi, noi siamo qui (indica il punto più in basso a sinistra), tu devi andare qui (ovviamente in alto a destra)"... penso che ci vorranno ore.. invece dopo mezz'oretta di cammino giungo alla meta, passando per via Scoscesa (pendenza 9000 percento). Visito il dolce rifugio e torno indietro.. sono quasi le due. Questa volta la camera è pronta, due metri per due, tutto ammunziddato, mancava solo che mettessero la tazza nel box doccia per recuperare spazio.. però più o meno pulita.. vivibile. Doccia (con spruzzi a 360 gradi dal soffitto a ovunque che sono costretto ad inseguire per lavarmi) e vado a mangiare qualcosina. Torno in albergo, comincia a diluviare, riposo. Alle 17 esco a visitare un po di monumenti... mattoni su mattoni.. non è che ci sia granchè, ma è tutto molto caratteristico, diciamo così. Visito tutto il centro storico sei volte, mi soffermo in cattedrale parteciopando alle funzioni incidentalmente incontrate e torno in albergo. Non ho fame e non mangio, ma ho sete e non avevo bevuto :( sono però già in mutande.. di uscire non se ne parla. Riposo bene, no mi sento solo, nè lontano. La stanchezza aiuta. Mi risveglio alle 5, mi sollazzo un po', alle 7 procedo con le abluzioni, sistemo lo zaino e scendo a fare colazione. Bevo un bicchiere di ace, (non la candeggina), saluto e mi appresto ad uscire. Qui un receptionista mi prega "quando lasci il giudizio sul sito della prenotazione ti prego parla bene della reception senno mi licenziano!" Lo rassicuro ed esco. Ripercorro le stradine ripetutamente visitate il giorno prima ( ) e giungo in facoltà. Attesa, incontro di una idiota che vi imiterò di persona, procedure di controllo e inizia il concorso (un po a tarallucci e vino però). L'idiota di prima estrae il tema prescelto: contabilità nell'autonomia universitaria. Duecento persone si alzano e se ne vanno subito. Io non ho idea di cosa si stia trattando, mi aggrappo con forza alle teorie ruggeriane e alla Carta Costituzionale: scrivo quattro pagine di cose belle. Fiero consegno e scappo alla stazione. Perugia-Roma, Termini, prenoto, mangio un panino, bevo due litri di liquidi (non avevo ancora bevuto nulla) e attendo il mio Eurostar. Nel viaggio di ritorno non molto da segnalare, se non un giovine napoletano che si siede di fronte a me, nonostante non in possesso della prenotazione, obbligatoria sugli eurostar. Questo mi guarda strano, e nell'immaginario collettivo uno pensa: ecco il napoletano vuole fregarmi. Mi riprovero questo pensiero idiota. Ma lui mi guarda "Frate' mi si è scaricato il telefonino, mi presti il tuo? Uso la mia shcheda!). Io dico, beh, che c'è di male, prendo il telefonino e fiducioso glielo consegno dopo aver rimosso la mia scheda. Questo si alza, prende il telefonino e mi lascia il suo, io penso ecco, mi ha fregato, ora lui va via e mi lascia co sto coso finto, ma non avevo il coraggio di dirgli senti non allontanarti che ho paura che mi cali il pacco. La mia fiducia è premiata, torna dopo venti minuti, mi riconsegan il mio telefonino. La nostra conoscenza però finisce li: arriva il controllore, chiede il biglietto, e l'amico napoletano "Uè devo arrivare a Napoli!" e il controllore "embe'?". Lo invita ad alzarsi e a seguirlo... non lo vidi più. Rientro a casa, le luci dello Stretto mi osservano, amo questa città, non so spiegare quanto nè come. E le luci sembravano guardarmi, e sorridere... e palpitare...
Finisce qui quella che non voglio considerare una mia esperienza, vorrei fosse considerata anche vostra. Perchè non ero solo, e i miei pensieri erano per voi, sempre. Adesso ho raccontato, non so quanto ho tralasciato, ne parleremo di persona forse. Non posso rileggere tutto, perdonate errori e imprecisioni. Una sola cosa, grazie a tutti voi, grazie di cuore, per esserci e per esserci stati.

2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Sembra la sceneggiatura di un ottimo film italiano che narra eventi che possono appartenerci, riportando alla mente episodi accaduti.
A tutto ciò si aggiunge il piacere di immaginare le espressioni del tuo viso nelle varie situazioni.

15/6/06 15:34  
Blogger Gianfranco said...

incantato... le espressioni meglio risparmiarle però.. quelle si che erano inimmaginabili :)

15/6/06 17:18  

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