mercoledì 21 giugno 2006

Certi giorni assumono un valore particolare, e si mostrano così diversi forse perchè riescono a trasmetterti in maniera tangibile tutto l'affetto di cui cento persone sono capaci. Certi giorni riescono a lasciarti sorpreso, non per la presenza di effetti speciali o avvenimenti eclatanti, ma solo per la loro sbalorditiva semplicità. In certi giorni sei in grado di tirare le somme in maniera decisa, senza esitazioni, e negli stessi giorni infine ti accorgi che ci sono stati momenti in cui la tua lucidità era da un'altra parte. In questi giorni solo conferme insomma, e solo conferme piacevoli. Perchè in questi giorni anche l'essere in grado di capire gli errori commessi è un privilegio. Così il bisogno di dire grazie a quanti ieri mi sono stati vicini cede il passo alla voglia di un silenzio commosso. Panta rei, caro Eraclito... panta rei... e la cascata che ieri ti sembrava precipizio oggi è semplicemente fervore, le schiume che ieri ti soffocavano oggi trasmettono felicità. Dell'acqua che ieri ha fatto attrito sui tuoi piedi, oggi puoi ricordare che è stata utile solo a lavarli. Il sudiciume oggi è altrove. Credere non è peccato, sperare neanche. Ma non si può credere esclusivamente alla speranza di un futuro improbabile nè si può sperare di credere in futuro nella speranza del giorno. Oggi si crede e si spera, tutto nello stesso momento, in un intreccio indissolubile ma distinto. Non credere di sperare, nè sperare di credere. Solo credere e sperare...