venerdì 24 febbraio 2006

Pare sia giunto il momento di raccontarvi qualcosa... ci ho messo un po', ma tra impegni e esigenza di riordinare tutto, questo tempo è stato necessario... Questa storia comincia il 20 febbraio 2006, alle 21.25, con la porta dell'Intercity che si spalanca sbuffando. Controllo la prenotazione che avevo ritrovato qualche minuto prima, mi dirigo verso il mio scompartimento e noto con disappunto che risultano prenotati tutti e sei i posti. Entro augurando una buona serata agli occupanti che non rispondono, ma almeno sono tre, gli altri due hanno deciso di portare altrove la propria storia. Gli ultimi sms e vengo inghiottito dalla stiva del traghetto che riesce persino a tenere fuori il segnale del telefonino. Ciao Messina... travolto dalla vitalità che sconvolge lo scompartimento, decido che forse è meglio dare corda al fido ipod, ma, francamente, non ricordo i brani che ho ascoltato.. la mia testa è già altrove. Mi aspetta una lunga notte. Ricominciano a cigolare le carrozze, scivoliamo fuori dalle viscere sterili, umide e fredde della gentile imbarcazione. Terra... giusto qualche minuto di attesa, sono le 22.55, puntuali ripartiamo verso la Capitale. I pensieri cominciano a farsi pesanti, incerti, mossi e presenti, come mossa, pesante e presente è l'aria che avvolge ogni partenza, tesa tra la tua vita ieri e la tua vita domani, dall'ansia della routine all'ansia della sorpresa. Il treno prende velocità, fatico a trovare una posizione che abbia la parvenza del comodo e ci riesco cercando di scansare mille fastidi, gli occhi cominciano a diventare pesanti, sto per addormTAC, la luce, il controllore, biglietti prego... grazie. Il sonno torna lontano e ritorno a pensare che ogni istante trascorso su quella ferraglia organizzata mi avvicina alla meta, e a tutto ciò che avrei trovato alla meta, e penso che mi sembra incredibile non pensare che ogni istante, che gli stessi istanti, mi allontanano dalla terra che amo profondamente. E' tutto un dormiveglia e uno stare scomodi fino all'alba. Solo una è la notazione notturna che vale la pena ricordare: Casserta, stazione di Caserta.. è qui che in tutte le mie trasferte, quelle poche che hanno segnato la mia vita, alzo lo sguardo e ritrovo la reggia, poggiata sempre nello stesso luogo, che conosco benissimo, quasi a toni familiari, e che però ogni volta mi desta sorpresa, come se l'ultima l'avessi sempre immaginata... Sono le 6.11, Roma Termini, il portellone sbuffa di nuovo, e su gambe incerte e zaino in spalla tocco di nuovo la terra, terra che non è mia. Sms di avviso a quanti dovevano sapere del mio arrivo, chiamo casa "sono a Termini, prendo la metro, tuto bene, buona giornata!". La mia eccitoemozione è alle stelle, tutto mi sembra così bello, così nuovo eppure così facile. La vescica si lamenta, seguo le indicazioni per le "Toilettes", seguo l'omino e la fanciullina con la gonna ampia, entro ed esco più leggero di un litro, più leggero anche di 70cent che ho dovuto consegnare alla gettoniera automatica per poter depositare i miei scarti... Sono le 6.25, mi avvicino con sicurezza all'edicola e chiedo due "biglietti integrati giornalieri" come fosse un gesto abituale. Altri due piani di scale mobili, ecco la metro, comincia il sopralluogo alle strutture che dovrò raggiungere domani. Leggo i pannelli che nessuno legge e apprendo che la fermata che devo raggiungere è abbastanza lontana. Ecco il binario, la direzione giusta, consulto l'insegna luminosa "PROSSIMO ARRIVO: 1 Minuto", e mi sento fortunato... già affollata la metro, snocciolo le fermate che mi separano alla destinazione come si sgrana un rosario. Valle Aurelia, eccola, è la mia. Scendo e trovo due uscite, scelgo quella di destra perchè si chiama Baldo degli Ubaldi, e mi commuove ritrovare quel nome, che nella mia esperienza, padroneggiava le pagine dei testi di storia del diritto italiano e diritto comune. La direzione scelta si rivela corretta, e interpreto questo segno come un affettuoso augurio del giurista antico, che, osservatomi così sicuro di me, eppure così fragile, vuole infondermi un briciolo di coraggio... grazie Baldo. Non vedo il bus che dovrei prendere, e nella penombra dell'alba romana interrogo un corriere indigeno, con tanto di sciarpetta giallorossa, "dove lo trovo il 906?" "Scendi quella rampa". Così faccio, ed ecco il 906. Prendo posto. Sono le 7.05, il 906 ha già abbondantemente scaldato i motori, si parte. Qui il primo inconveniente: sulle piantine che avevo studiato a casa, questo benedetto 906 doveva semplicemente salire in linea retta fino a girare, dopo 12 km a sinistra. Invece i tornanti si aggiungono ai tornanti, le svolte si aggiungono alle svolte, i giri ai giri, le deviazioni alle deviazioni... perdo l'orientamento. Decido così di interrogare il giovane che mi sedeva accanto. Chiedo se conoscesse per caso dove si trovasse via Di Brava. "Si, lo so.. devi fare il concorso?" ed io "Si, domani.. per oggi solo una ispezione dei luoghi, giusto per non avere sorprese domani". "Da dove vieni?" chiede, "Da Messina!". "Minchia compare io sono di Capizzi!" e mi fa notare che il pullman era pieno di terroni, tra cui molti messinesi... ciò che è avvenuto durante il viaggio ve lo risparmio, anche se aggiungerebbe senz'altro una nota di colore. Prendo visione dei luoghi, giungo sino al capolinea e torno indietro senza scendere dal bus. Comincio a scocciare qualcuno di voi, vi parlo dei luoghi che visito, dei cartelloni pubblicitari, tutti uguali... Di nuovo Valle Aurelia, di nuovo la metro, di nuovo mi soffermo sui pannelli che nessuno legge... decido, prossima fermata San Pietro... e intanto il mal di testa e la temperatura mi ricordano che le mie condizioni di salute non sono al top. Da Piazza San Pietro decido di tornare alla metro, piove da quando ho messo il naso fuori dalla metro alle 6.50, a dirotto. Sulla via del ritorno, oltre i soliti graditi messaggi scambiati con molti di voi, in particolare con Tere che mi racconta delle abitudini del Papa, e Salvi che mi invita a visitare il Pincio di notte, sono accompagnato dalla telefonata di Luigi. Di nuovo metro, e di nuovo Termini. Passeggiata sotto la pioggia, sosta aspirina.. il tempo passa ed è ora di trovare l'albergo. Tutto Come rappresentato fedelmente da Google Earth, via Marsala, in fondo, poi a destra... ecco l'hotel Ascot. Reception al secondo piano, mi presento, la gentile signorina mi spiega un po' tutto, pago e mi accompagna in stanza, una stanza molto piccola, letto, scrivania, armadio, comodini, bagno ampio, tv mmiddata sul soffitto. Tutto molto, molto pulito, e non scherzo, veramente pulito. Unico incontro un minuscolo ragnetto che faccio girare tra le dita prima di accompagnarlo a terra, sotto al letto, lontano dal pericolo di schiacciamento.. mi sento un po' Silvio Pellico... Altri sms mentre mi adagio sul letto sperando di donare un po' di sollievo alla schiena, comunico le prime impressioni a gra, a vale. Accendo la TV, ed ecco che giunge la telefonata che aspettavo con ansia, è Roberta, Bat... adesso sono certo che il pomeriggio lo passeremo assieme, e sono sereno. Doccia rinfrescante, qualche minuto di riposo e decido di trascorrere il primo pomeriggio in giro. In meno di due ore giro mezza Roma: Fontana di Trevi, piazza di spagna, ministero delle finanza, ministero degli esteri, ministero delle politiche agricole e forestali, ministero di grazia e giustizia... questi li becco tutti a muzzo. Faccio casini col Quirinale che becco solo di spalle. Non posso mancare il Pincio, e salgo a piedi. Ammiro, scatto una foto, riscuoto l'invidia di Salvina. E' quasi l'ora di Bat, così prendo l'ascensore, metro, di nuovo Termini, Ascot hotel, secondo piano per prendere la chiave, stanza al primo. Altra rinfrescata, controllo che nella busta ci siano la pignolata, il cd che le ho preparato e qualche altra fesseria. Di nuovo metro, tante fermate, scendo alla Giulio Agricola. Un attimo di smarrimento all'uscita, chiamo e chiedo informazioni, recupero la bussola, pochi passi e sono al cancello, tutto corrisponde a quanto visualizzato sull'ormai fido Google Earth. Un lunghissimo intenso abbraccio, e qui sono costretto ad oscurare la pellicola, perchè le mie capacità limitate mi permetterebbero di descrivere una piacevole visita della casa, la simpatia delle coinquiline (che saluto), una bella chiacchierata, una lunga passeggiata, un girasole... e sembrerebbe tutto così banale.. non è nelle mie possibilità infatti esprimere tutto il resto, tutto ciò che mi ha scosso, i ricordi e le scoperte, la consapevolezza di un legame che si perfeziona giorno dopo giorno, di una fune che si riallaccia... non sono capace di ciò, e mi spiace profondamente. Per non sciupare tutto allora preferisco tenere queste ore nell'intimo, e goderne solo io, goderne immensamente. Allora si riprende con un altro abbraccio, che suona solo come un semplice "arrivederci". Ennesima metro, i pannelli non li leggo più, non leggo più i pannelli che nessuno legge, neanche li scorgo più, Termini, acquisto cartoline, sosta da Mr.Panino per ordinare un "siciliano". Ripercorro i cinque minuti che mi separano dall'Ascot. Salgo, secondo, primo. Chiudo la porta. Doccia, addento il panino mentre in tv ascolto "otto e mezzo". Compilo le cartoline e sistemo la valigia, domani sveglia alle 5.30, resta solo qualche minuto per seguire distrattamente "cambio moglie". Spengo, preghiere. Sono le 5.29 del 22 febbraio 2006 e il telefonino squilla come da programma. Doccia, vestiti, raccolgo tutte le mie cose, chiudo lo zaino, controllo che nulla di mio sia rimasto in stanza, e un'altra porta si chiude alle mie spalle, niente sbuffi, solo un meccanico TLAK. E'il giorno della prova, e tutto mi sembra leggero, forse perchè non ho prorpio nulla da perdere, o forse solo per la consapevolezza di quanto compreso il pomeriggio di ieri, la tranquillità mi avvolge. Di nuovo sui binari, "PROSSIMO ARRIVO: 1 Minuto", è sempre così, non è più fortuna... Valle Aurelia, Baldo degli Ubaldi, 906... via Di Brava sto arrivando. Scendo seguendo la folla e dopo qualche passo mi trovo davanti ai cancelli della scuola di polizia penitenziaria, struttura imponente... però piove, piove sempre.. e siamo tutti fuori. Ne approfitto per un po' di pubbliche relazioni. Si aprono i cancelli finalmente e mi incammino in cima al monte, dove indicano gli impiegati della struttura. Sono tra i primi del lungo serpentone, un po' perchè ero tra i primi al cancello, un po' perchè piove, mi bagno e accelero il passo. Dieci entrate, scelgo quella che comprende il mio cognome. "Si accomodi, non le facciamo niente!" esclama una signora seduta ad una cattedra "Lo so, al massimo mi date un posto di lavoro!" esclamo per celare l'imbarazzo.. lo so, è una delle mie innumerevoli battute idiote, ma che ne so io come ci si comporta ad un concorso se non ne ho mai fatti? Fornisco la mia carta di identità, breve verifica, consegna di un mucchio di carte, "sezione 6", questa è stata sorteggiata per me, mi incammino tra una schiera indescrivibile di banchi ordinatamente disposti, "primo banco!" mi riprende un uomo in divisa da forestale. Capisco che l'attesa sarà lunga, tutti infatti, e sono migliaia fuori, devono seguire la mia stessa procedura, e così comincio a chiacchierare con Valentina, compagna di Bari capitata nella fila accanto alla mia. Si parla di Vendola, di Cuffaro, della mafia, di politica... nel frattempo l'aula immensa si riempie, il Presidente illustra con estrema precisione la procedura, ultimi adempimenti... la prova è cominciata, e dopo 45 minuti è già finita. Sono soddisfatto del mio lavoro, molto soddisfatto... ma non è di questo che devo parlarvi... Saluto Valentina e le auguro un in bocca al lupo, mi incammino verso al fermata. Sono sull'88 e confrontiamo le risposte, sono sempre più convinto di aver fatto un buon lavoro mando sms qua e là per ricevere rassicurazioni su alcune delle domande. Tram Casaletto, passo per Trastevere, poi linea H, via Nazionale e di nuovo Termini. Nel frattempo chiamo di nuovo Bat un paio di volte, un po' perchè devo sfogare le mie emozioni, un po' perchè è quasi ora dei saluti, un po' perchè non si sa mai, magari è in zona e ci scappa un altro saluto. Controllo gli orari e opto per un Eurostar, devo viaggiare comodo stavolta... tanto pagano le Ferrovie... mi rivolgo ad un impiegato attempato e dalla faccia simpatica: "L'Eurostar per villa s.g. delle 13.45, grazie.. ma solo la prenotazione che per il resto basta la tessera!" "Prima classe?" "no! rispondo", e lui "guardi che per lei il prezzo è lo stesso", devo giustificare la mia scelta, e non trovando una scusa gli spiattello la verità, gli spiego che preferivo la seconda classe perchè avrei avuto più possibilità di capitare accanto ad una bella giovane fanciulla... annuisce e esterna un eloquente gesto di profonda approvazione. Mangio qualcosa, compro qualche rivista e inganno il tempo. Alle 13.15 il treno è sul binario, binario 6, salgo. E' la mia suola sinistra a lasciare per ultima il suolo romano, e mi sento quasi trattenere per la caviglia, tutto è stato troppo bello, non ci sono altre parole. Come va a finire credo lo sappiate... sono di nuovo qui. Non so se avete retto a leggere sin qui, se ho scritto così tanto però un motivo c'è, volevo rendervi partecipi, affinchè la mia esperienza diventasse un po' vostra, se lo volete... e mi auguro lo vogliate. Ancora una volta mi sembra fondamentale ringraziarvi, e mi scuso per non aver citato tutti quelli che ho sentito durante il viaggio: Dona e Peppe, Gianpol, persino Bafia nonostante la penuria di credito telefonico e i mille spasimanti a cui dare retta mi ha mandato qualche sms... mi è pure impossibile citare quanti ho percepito vicino, pure senza aver stabilito alcun contatto... Mi auguro di non avervi annoiato con questo sproloquio che è diventato anche per me un tour de force... ed ho tralasciato tantissimo.. sto scrivendo da più di due ore, quasi due e mezza, vi prego di apprezzare questo sforzo, che, molto banalmente, è il mio personalissimo modo di dire grazie a tutti, e per tutto. Non andrò a rileggere quanto scritto, non ce la faccio, quindi perdonate gli strafalcioni. Quattro parole allora questo viaggio, Voi, Roma, il concorso, Bat. E' questo il sunto. Grazie di cuore.

7 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Roma e battuluzza ti aspettano ansiosamente!!!!possibilmente per un trasferimento stabile!!Chiedo scusa per la mia vena egoistica a quanti di voi dovranno fare a meno della presenza di francuzzo lì a messina ma devo recuperare un bel pò di tempo perduto...so che capirete!Ti voglio bene francuzzoooo!!!!!saluti a tutti gli amici messinesi di francuzzo (francuzzo vi adora e questo mi dimostra come di certo siate speciali)e un abbraccio al mio "promesso sposo" Luigi!

25/2/06 21:37  
Anonymous Anonimo said...

ovviamente...carne!!

27/2/06 15:29  
Blogger Gianfranco said...

Procedi procedi... al massimo se la sposa non si dovesse presentare resta un bel banchetto!!!

28/2/06 09:10  
Anonymous Anonimo said...

perchè perdi un amico? francuzzo, tranquillo:)

1/3/06 14:58  
Anonymous Anonimo said...

al massimo, francuzzo, farai da testimone!;)

1/3/06 15:00  
Blogger Gianfranco said...

Prima di cadere tra le braccia di quello scranzato dongiovanni sciupafemmine dovrai passare sul mio cadavere!!! E poi dovrà passarci pure lui!!!:)

1/3/06 15:47  
Anonymous Anonimo said...

mio promesso, francuzzo è mio fratello e per coronare il nostro sogno d'amore la famiglia deve manifestare il suo pieno assenso!Io sono all'antica!!:)

6/3/06 10:40  

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