mercoledì 18 gennaio 2006

Un giorno i gabbiani si stancheranno di volare con le proprie ali, aguzzeranno l'ingegno e daranno vita a scatolette volanti, in grado di trasportare due o più di loro, senza fatica. Sarà un evento miracoloso, e pian piano saranno decine quelle scatolette volanti, chissà se le sembianze ricorderanno i nostri aereomobili... Quel giorno accadrà anche un'altra cosa: l'uomo non parlerà di progresso della natura, della scienza, della tecnica.. l'uomo parlerà di potenziale pericolo, di allerta, di allarmi... quel giorno l'uomo smetterà di studiare e di capire, e darà ordine che vengano sterminati tutti i gabbiani, e con essi le miracolose scatolette volanti, sarebbero pericolose per i nostri aereomobili, collisioni, incidenti. Perchè l'uomo studia e capisce, studia per sè e capisce da sè, studia l'altro per sè, capisce da sè.. il resto è incomodo, ciò che non è per l'uomo non è. L'uomo è diffidente, ha costruito gli argini... l'uomo è diligente, ha costruito le redini. La realtà dell'uomo non è un gioco, nè è giocosa, la realtà dell'uomo non è realtà, non è reale...
Un giorno i gabbiani si stancheranno di volare con le proprie ali, e noi che faremo? E quando un giorno le acque vorranno solcare terre inesplorate, che faremo? Che faremo quando un giorno il vento vorrà attraversare i vetri delle nostre finestre? Che faremo, che faremo quando la nostra realtà irreale si accorgerà di non essere reale, di non essere giocosa, di non essere realtà? Che faremo quando non ci obbediranno più le leggi della natura che abbiamo voluto mettere nero su bianco? Io non so che faremo, so solo che vorrei tanto esserci, e starei col vento, parlerei col vento, sarei nel vento... buona serata...