domenica 29 gennaio 2006

Tutte le azioni che compiamo non sono nostre, nè prima che vengano compiute, ne dopo... prima sono determinate da circostanze esterne, da ragioni di opportunità, di convenienza, di necessità... una volta compiute invece vengono rielaborate da quanti le hanno vissute o anche solamente percepite, e cambiano irrimediabilmente il loro significato, ne stravolgono irrimediabilmente opportunità, convenienza, necessità... e ciascuno crede di saper interpretare gli intenti, l'intimo convincimento dell'agente, ciascuno è sicuro della propria versione. Ed è vittima l'agente così come l'interprete, il primo perchè vede sconvolti gli intenti alla base del gesto, criptate le intenzioni, il secondo in quanto rimane vittima della propria interpretazione, perdendo la possibilità di capire la vera essenza dei gesti e ponendone in essere altri senza natura, errate conclusioni come errate sono le premesse... Se allora vi deve essere un momento nel quale le azioni ci appartengono è solo quello nel quale vengono compiute... ma non serve a molto, e non significa nulla...