venerdì 6 gennaio 2006

Questa sera voglio lasciare spazio ad una lunga citazione. Semplicemente questo pomeriggio cercavo di recuperare un po' di riposo e ascoltavo della buona musica. Fin qui tutto normale. La riproduzione shuffle dell'ipod ad un tratto ha deciso di farmi riscoprire un brano che avevo sempre trascurato, e che ora, mi accorgo, pur avendolo sentito tante volte, non era mai stato ascoltato. E lo voglio qui riportare senza molti commenti, oggi diventa per me un capolavoro, e un capolavoro, si sa, non necessita di considerazioni. Leggetelo questo testo, e magari date un ascolto, se vi è possibile... Buona serata amici miei...


Francesco Guccini - Canzone della bambina portoghese

E poi e poi, gente viene qui e ti dice di sapere già ogni legge delle cose.
E tutti, sai, vantano un orgoglio cieco di verità fatte di formule vuote.
E tutti, sai, ti san dire come fare, quali leggi rispettare, quali regole osservare,
qual è il vero vero, e poi, e poi, tutti chiusi in tante celle,
fanno a chi parla più forte per non dir che stelle morte fan paura.
Al caldo del sole, al mare scendeva la bambina portoghese.
Non c'eran parole, rumori soltanto, come voci sorprese.
Il mare soltanto, e il suo primo bikini amaranto:
le cose più belle e la gioia del caldo alla pelle.
Gli amici vicino sembravan sommersi dalla voce del mare;
o sogni o visioni, qualcosa la prese e si mise a pensare:
sentì che era un punto al limite di un continente,
sentì che era un niente, l'Atlantico immenso di fronte.
E in questo sentiva qualcosa di grande
che non riusciva a capire, che non poteva intuire;
che avrebbe spiegato, se avesse capito lei, e l'oceano infinito
ma il caldo l'avvolse, si sentì svanire e si mise a dormire.
E fu solo del sole, come di mani future: restaron soltanto il mare e un bikini amaranto.
E poi e poi, se ti scopri a ricordare,
ti accorgerai che non te ne importa niente.
E capirai che una sera o una stagione
son come lampi, luci accese e dopo spente.
E capirai che la vera ambiguità è la vita che viviamo,
il qualcosa che chiamiamo esser uomini.
E poi, e poi, che quel vizio che ci ucciderà
non sarà fumare o bere, ma il qualcosa che ti porti dentro, cioè vivere.