mercoledì 11 gennaio 2006

Mantengo la mia promessa, e, appena tornato a casa, provvedo a condividere con voi un pensiero che da tantissimo tempo occupa qualche lembo della mia mente: io penso al piparello. Per chi non conoscesse l'oggetto del post di questa sera impiego due righe per una spiegazione abbozzata: il piparello non è altro che un tipico dolce messinese, secco e croccante, scuro, con le mandorle... perchè, chiederete voi, è così importante da meritare addirittura un intero post? Anzitutto non è che si debba essere importanti per finire su questo blog, o almeno si deve essere importanti per me.. in secondo luogo, un pasticcere professionista mi spiegava che il piparello non segue una ricetta precisa per divenire ciò che è: per fare il piparello è sufficiente rimescolare tutti gli avanzi di una settimana di pasticceria. Sono necessarie le briciole dei biscotti invenduti, gli avanzi di pan di spagna, la frutta candita in eccesso... si macina e si mescola tutto, qualche minuto di forno... ecco il piparello, il più umile tra i dolci, tanto umile da non meritare neanche una ricetta che abbia parvenza di ufficialità, eppure così buono... cosa io voglia dire con questa metafora per una volta lascio intendere alla vostra immaginazione... la forza puà trarsi dai ritagli delle nostre fatiche, l'umiltà dagli avanzi della nostra superbia... buon piparello a tutti noi, sperando di riuscire a penetrarle queste dimensioni... serena nottata...