Mentre ieri mattina raggiungevo l'università, come al solito avevo sintonizzato la radio sulle frequenze di radio24 per approfittare, dalle 6.45 in poi, della consueta rassegna stampa e tg.. causa sciopero giornalisti però la succitata emittente provvedeva a trasmettere uno speciale sugli attentati di stampo politico che insanguinarono gli anni 70. Vengo catapultato in una realtà cruda, triste, che conoscevo solo marginalmente e che ora invece, causa le numerose testimonianze e gli stralci dei processi, mi pare quasi rivivere.. e cominciano a scaturire le riflessioni, copiose.. dapprima una reazione sorpresa, di molti omicidi non avevo neanche idea, poi una forte impressione, perchè la lista di attentati, rossi e neri, pareva non finire mai.. infine vengo colto dalla tristezza e dalla banalità dei nostri tempi: mi chiedo se non fossero più sani quei tempi, quando uscendo da scuola rischiavi di raccogliere una coltellata alle spalle.. Non voglio provocare con ciò che dico, anzi, credo sappiate tutti che la violenza io la condanno senza farne mistero, ogni sorta di violenza.. però forse era meglio lottare anche contro quella violenza, lottare anche con il rischio di essere trucidato alle 11 di mattina, per strada e solo perchè hai la tessera di un partito piuttosto che vivere come vivono oggi gli adolescenti e i giovani, che vivere come viviamo noi. Ti saresti fermato a riflettere se uscendo di casa ogni giorno avessi incrociato un attentato diverso, avresti riflettuto e saresti cresciuto un po'.. oggi avere la tessera di un partito è un po' un'idiozia, un po' motivo di scherno, oggi vanno di moda le pleistescion, e lì ne prendi quante ne vuoi coltellate. I tempi cambiano, e oggi a vent'anni siamo solo studenti, studenti e basta.. le passioni si sono perse nel corso di vent'anni. Forse è solo adattamento, teoria evolutiva.. se puoi uscire di casa senza paura, se i diritti credi di poterli creare in casa, che bisogno hai di preoccuparti? Gramsci definiva la cultura come "progressiva acquisizione di consapevolezza", queste parole non le ho mai dimenticate dal primo giorno in cui le ho sentite, si sono stampate nella mia vita indelebilmente.. ed è per questo che credo che un po' tutti, oggi, siamo poco colti, la consapevolezza è un valore che si sta dissolvendo, per dissolverlo è bastato il pane sulla tavola e il tetto sulla testa.. la nostra generazione non teme il crollo del soffitto, nè la penuria di farina, meglio così, questa è fortuna...
sabato 10 dicembre 2005
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